Alois Brunner, uno dei più ricercati criminali nazisti sfuggiti al processo di Norimberga, è morto 16 anni fa in una cantina di Damasco. A rivelare la fine del promotore nazista dei ‘Gas-Vans’ - una delle più tremende macchine per lo sterminio di massa degli ebrei - è stata la rivista francese Revue XXI, che finalmente ha svelato la misteriosa fine dell’assassino di cui si era persa ogni traccia.
Il destino di Brunner, hauptsturmführer delle SS, è stato a lungo nascosto in una squallida cantina di Damasco fino a che le ricerche di alcuni giornalisti non sono state in grado di convincere con la loro attendibilità anche Serge Klarsfeld, noto cacciatore di nazisti. Colui che venne definito da Adolf Eichmann il suo ‘uomo migliore’ è in verità morto nel 2001, all’età di 89 anni, mentre era prigioniero del paese che gli diede rifugio per decenni.
Colui che descriveva gli ebrei come 'spazzatura umana’, al quale Eichmann si rivolse per trovare una ‘soluzione’ che meccanizzasse lo sterminio degli ebrei - che sul Fronte Orientale venivano giustiziati dalle SS e dall’ORPO (polizia d'ordine) mediante ‘fucilazioni di massa’ che in breve tempo provocarono nevrosi, disturbi mentali, crisi depressive e suicidi tra gli esecutori - era fuggito dalla Germania nel 1945 per finire in Siria negli anni ’60.
Gas-Vans
I Gas-Vans, la cui paternità va comunque attribuita al NKVD sovietico, erano camion dotati di un cassone sigillato dove i passeggeri venivano uccisi attraverso il monossido di carbonio prodotto dal gas scarico che era convogliato all’interno del veicolo (in seguito venne adoperato il gas insetticida Zyklon B).
La limitata capacità e la lentezza dei Gas-Vans, principalmente ricavati sulla base di Opel-Blitz, e le comunque frequenti crisi depressive dei loro serventi, portarono allo step successivo, il culmine della soluzione finale: la realizzazione delle camere a gas in campi di concentramento come Auschwitz, Sobibór e Treblinka.
Il dopoguerra
Immediatamente inserito in cima alla lista di ricercati compilata dall’organizzazione di ‘cacciatori di nazisti’ di Simon Wiesdenthal, Brunner era ritenuto principalmente colpevole, quale capo del campo d’internamento di Drancy, della deportazione nei campi di sterminio di 130.000 ebrei rastrellati nella Francia occupata.
Sfuggito agli alleati (*) per merito di un passaporto falso della Croce Rossa, sotto la falsa identità di Georg Fischer, raggiunse l’Egitto nel 1953. Qui si prestò alla causa del Fronte di Liberazione Nazionale algerino reperendo armi per combattere il dominio coloniale francese ed entrando così nella lista nera dei servizi segreti francesi che attentarono alla sua vita con un pacco bomba nel 1961. Sopravvissuto all’attentato, ma comunque condannato a morte in contumacia dalla Francia, fuggì a Damasco dove con la falsa identità di Abu Hussein rimase per decenni sotto la protezione dal regime siriano di Hafez el-Assad. Qui istruì i servizi segreti siriani nelle tecniche di tortura che aveva imparato nella Gestapo.
Individuato dal Mossad israeliano fu nuovamente obiettivo di pacchi bomba che però non riuscirono mai ad eliminarlo.
La protezione del regime di Assad si tramutò in prigionia quando Brunner diventò una possibile merce di scambio a fronte di accordi commerciali e una somma di denaro offerti dalla Repubblica Democratica Tedesca. In un documento trovato negli archivi della Stasi dopo il crollo del Muro di Berlino si legge infatti - 'Brunner, Alois, sarà probabilmente estradato dalla Siria alla RDT’ 1988.
Secondo quanto affermato da tre ex membri dei servizi segreti siriani, a seguito di questa trattativa Brunner venne segregato nella cantina di un palazzo del quartiere diplomatico di Damasco per ‘motivi di sicurezza’ - più probabilmente solo in attesa della ratifica dell’accordo. Il crollo del muro di Berlino, dunque della RDT, recise i contatti e cancellò ogni possibilità di estradizione.
Alois Brunner fu quindi destinato a trascorrere il resto della propria vita come fosse agli ‘arresti domiciliari’ in quel seminterrato poiché quella porta chiusa non si aprì mai più. Privo di un occhio e di quattro dita perse nei ripetuti attentati, invecchiò scegliendo tra una patata e un uovo come alimenti fino a consumarsi lentamente e morire all’età di 89 anni. Secondo la descrizione degli ex membri dei servizi siriani le sue condizioni negli ultimi anni di vita erano estremamente ‘miserabili e squallide’. Nel 2001, mentre il mondo aveva completamente perso le sue tracce, Brunner trovò la morte e venne sepolto in segreto nel cimitero Al-Affif di Damasco.
In un’intervista telefonica con il Chicago Sun-Times nel 1987, Brunner aveva dichiarato che non provava alcun rimpianto per l’Olocausto, confermando al sua fedeltà al Nazionalsocialismo, il suo odio per gli ebrei pari a quello che provava per la Francia. Ma furono frequenti i pianti disperati uditi dai suoi carcerieri negli ultimi anni della sua vita.
* Il possesso di un passaporto falso della Croce Rossa e il suo transito a Roma prima di giungere in Egitto sono analogie associabili a quelle dei nazisti evacuati mediante la cosiddetta 'Ratline'. Secondo diverse fonti non riportate la CIA era al corrente della posizione di Brunner.