Durante la metà della mattina del 2 settembre 1945, l’ultimo paese combattente dell’Asse, l’Impero Giapponese, firmava incondizionatamente la resa finale. La II guerra mondiale era stata lunga e sanguinosa, riducendo in cumuli di macerie l’Eurasia. La Germania, fautrice del conflitto, si era arresa agli Alleati il 9 maggio 1945, preceduta dall’Italia, primo paese dell’Asse a capitolare l'8 settembre 1943 (per la RSI il 29 aprile 1945).
Il controllo politico-militare dei tre paesi fu affidato ai vari governi militari alleati, i quali erano chiamati “Allied Military Government of Occupied Territories” (AMGOT). Essi amministrarono i suddetti stati durante il periodo di transizione fino alla formazione dei nuovi governi di unità nazionale. Per il mondo si affacciava una nuova era, che vedrà contrapposti due sistemi all’antitesi: il blocco USA espressione del capitalismo e il blocco Sovietico contenitore dei paesi socialisti. Gli stati che avrebbero fatto parte di uno dei due schieramenti furono decisi a Jalta tra i leader delle Nazioni Alleate.
In questo articolo analizzeremo il ruolo alleato nelle costituzioni giapponese, tedesca e italiana, trattando in particolare degli articoli in cui si vieta a tutte e tre le Nazioni di muovere guerra per conto proprio.
Per quanto riguarda il Giappone, a differenza dei suoi ex alleati europei, dove i governi furono posti sotto controllo diretto dell’AMGOT, il suo governo non fu destituito, ma posto sotto il controllo indiretto dello SCAP, guidato dal generale Douglas MacArthur (foto apertura). Nonostante ciò, il Giappone subì una maggiore influenza da parte degli USA nella redazione della Costituzione rispetto a Italia e Germania, infatti la bozza della sua costituzione post guerra fu ufficialmente redatta dagli Alleati, più precisamente fu scritta dal generale Whitney e dal suo staff, i quali facevano parte della “Sezione governativa” dello SCAP. Il gen. Whitney, durante la giornata del 4 febbraio 1946, addirittuara affermò: “il generale MacArthur mi ha affidato il compito di portata storica di scrivere il testo della nuova costituzione per il popolo giapponese”.
Vista l’incredibile resistenza e l’immensa tenacia dimostrata in guerra dai componenti dell’esercito nipponico (l’ultimo soldato giapponese, Teruo Nakamura, si arrese nel 1974) uno dei principi fondamentali che furono imposti dagli Alleati ai giapponesi fu quello di abolire la guerra d’aggressione come diritto sovrano e di permettere la guerra se e solamente se il Giappone fosse stato aggredito da forze esterne. Ulteriore condizione: il Giappone non doveva disporre di nessuna forza di terra, di mare ed aerea. Da qui l’origine delle “Forze di Autodifesa” giapponesi. MacArthur ha sempre affermato che questo principio fu deciso in un incontro con il primo ministro nipponico di allora, Sidehara. Il testo ebbe come base anche uno scritto di liberali giapponesi, i quali erano contrari al potere imperiale. I rappresentanti del governo furono minacciati dallo SCAP di consegnare l’Imperatore Hirohito ai tribunali militari come criminale di guerra se essi non avessero accettato la nuova costituzione. Infatti i politici giapponesi erano restii a cambiare radicalmente la costituzione, anzi, preferivano mantenere la vecchia imperiale. Alla fine, la carta costituzionale fu accettata ed è in vigore ancora tutt'oggi, sebbene il primo ministro giapponese odierno, Shinzo Abe, ha annunciato di recente il riarmo del Paese del Sol Levante per contrastare la potenza cinese nel Pacifico.
Per la Germania fu diverso: alla fine della guerra, il paese del popolo teutonico era completamente ridotto in macerie dai bombardamenti alleati e dalle battaglie contro i sovietici. Diviso in due a Torgau, fu spartito in 4 sezioni da affidare alle potenze vincitrici: USA, Regno Unito, Francia e URSS. Berlino fu lo specchio dell’intero paese, divisa in 4 anch’essa. Il controllo dell’Ovest fu affidato all’AMGOT (che riuniva USA, UK e Francia) mentre l’Est ai Sovietici. Qui non tratteremo della costituzione della DDR poiché nel 1990 fu adottata da tutti i Lander germanici la “Gundgesetz”, letteralmente la “legge fondamentale”, chiamata così in vista dell’unificazione germanica, anche se osteggiata fin all’ultimo momento sia dai paesi capitalisti, sia dai paesi socialisti. Anche nella Costituzione tedesca, come per il Giappone, è contenuto l’articolo costituzionale che vieta la guerra d’aggressione, anche se in maniera meno stringente rispetto allo Stato del Sol Levante. Lo studioso Cristopher Bollyn, il quale ha scritto un interessante articolo riguardo l’occupazione statunitense sul suolo germanico, afferma che siccome la Germania non ha mai firmato un trattato di pace post secondo conflitto mondiale e siccome non ha una costituzione “ufficiale”, essa non ha ancora concluso legalmente la guerra. In pratica, si trova ancora sotto occupazione alleata. Infatti l’ONU contiene ancora una clausola che riconosce il diritto ad aggredire la Germania in caso di riarmo della suddetta nazione. Nonostante tutto questo la Germania dell’Ovest aderì alla NATO nel 1955, poiché nella Gundgesetz viene detto che la Germania può cedere pezzetti di sovranità in nome della pace comune (vi ricorda qualcosa?). Da notare comunque che le truppe Alleate permangono sui territori occidentali della Repubblica Federale Tedesca. È un disarmo e un pacifismo imposto, al pari di quello seguito al trattato di Versailles.
Infine, arriviamo all’ Italia. Per il Bel Paese è molto difficile trovare uno studio che non sia di parte e che sia il più possibile oggettivo. Parlare del ruolo alleato nella Costituzione e in particolare nell’ articolo 11 “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo” è un vero e proprio tabù. È una cosa alquanto strana l’avere questo approccio così monolitico e fermo, senza un minimo di elasticità. L’unico fatto che viene “accettato” è che due parlamentari, Russo Perez e Nitti si opposero a redarre questo articolo, poiché ritenevano che l’Italia era impossibilitata oggettivamente a condurre una guerra imperialista. Ricordiamoci che comunque nell’articolo 11 si permette al nostro Paese di poter cedere parte della sovranità in cambio di una pace comune, in analogia con la Germania. L’Italia infatti fu tra i fondatori della NATO nel 1949 e ciò appare assolutamente contraddittorio: infatti per un paese che “ripudia la guerra come strumento di offesa verso altri popoli” prendere parte a un organizzazione militare risulta come un ossimoro.
Ma perché gli Alleati privarono i tre paesi dell'Asse della possibilità di fare guerra? Ciò è semplice: a fine del secondo conflitto mondiale, i tre Stati dell’ex Patto Tripartito erano incapaci di muovere ancora guerra, per ragioni alquanto oggettive. Il forzato pacifismo imposto, ha una ragione molto più profonda rispetto alla paura di un ritorno del Fascismo o del Nazismo, ed è che un paese sottomesso non deve avere la piena sovranità. Il diritto di muovere guerra liberamente è parte fondamentale di un paese sovrano. Diritto che ci è assolutamente negato.
M.R.
(foto: web / ministero della difesa)