È deceduta, all’età di 84 anni, la contessa Maria Fede Caproni di Taliedo, figlia dell’illustre Giovanni Battista Caproni, ingegnere aeronautico, imprenditore e vero pioniere dell’aviazione italiana. Il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, ha espresso tutto il suo cordoglio. Alle esequie, tenutesi stamani alle 11:00 nella Basilica di S.Lorenzo Fuori le Mura di Roma, ha partecipato l’ammiraglio di squadra Paolo Treu in rappresentanza della Marina Militare.
Il contributo dato dall’Ingegner Caproni alla Marina Militare è stato significativo, non solo per l’utilizzo dei bombardieri Caproni autosiluranti, promosso e sperimentato per primo dal poeta Gabriele D’Annunzio, ma anche per l’impiego di due differenti tipologie di sommergibili: i mini-sommergibili di classe CA (tipo Caproni), ed i mini-sommergibili di tipo CB (tipo Caproni-Taliedo).
L’impiego degli aeromobili Caproni in Marina risale al 1917, anno in cui venne costituita, a Ghedi, la 201^ squadriglia, dotata di trimotori Ca.3 RM, studiati e progettati per consentire la possibilità di ampliare il carico di caduta con bombe di profondità antinave. La 201^ squadriglia, dapprima utilizzata per la sorveglianza costiera sul litorale dell’Alto Adriatico per monitorare i movimenti di navi nemiche sulla costa, nello stesso anno venne impiegata nella sperimentazione dei primi lanci di siluri da aeromobili.
A tal fine venne dotata di due esemplari Ca.3 da 450 cv espressamente modificati per supportare tale carico. Dai primi lanci di prova, effettuati a Venezia nel 2017, emerse che il siluro, del peso di non meno di 600 kg, era troppo pesante ed i vettori troppo lenti per poter operare in basi molto difese. Tuttavia, nonostante la sperimentazione fosse ancora agli inizi, la Regia Marina intuì che la strada che si stava percorrendo era quella giusta, e mise a disposizione di D’Annunzio ulteriori mezzi.
La soluzione al problema arrivò grazie alla realizzazione, da parte della ditta di Caproni, dei plurimotori da 600 cv. Grazie all’impiego di questi ultimi, entrati in servizio nel 1918, D’Annunzio costituì la Squadriglia siluranti aeree, o Squadriglia navale siluranti aeree. In seguito il Vate coniò il loro famoso motto, "Sufficit animus".
Negli anni seguenti la ditta Caproni diede un rilevante contributo anche per quanto concerne la costruzione dei sommergibili impiegati dalla Regia Marina. Nel 1937 progettò i sommergibili di tipo CA, di piccolissimo dislocamento, caratterizzati da uno scafo resistente con sezioni a "otto" e calotte semisferiche estreme, doppi fondi non resistenti esterni e lanciasiluri a gabbia esterni, applicati sotto le borse dei doppi fondi. Dopo alcune prove effettuate l’anno seguente a Venezia e La Spezia, emersero alcune deficienze per quanto concerneva la tenuta del mare. Come conseguenza, nel 1939, le due unità vennero messe in secco. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, tuttavia, l’Alto Comando della Marina realizzò che poteva utilizzare i due mezzi per un impiego diverso e strategicamente più efficace, ovvero quali mezzi speciali offensivi, vettori di "uomini rana".
Per raggiungere tale scopo i mezzi vennero opportunamente modificati, sostituendo il motore termico con uno elettrico di notevole potenza, sistemando un portello in chiglia per la fuoriuscita dell’uomo rana ed installando un abitacolo con cupola a vetri al posto del periscopio. Per motivi di segretezza i battelli della classe "CA" non furono mai iscritti nei Quadri del Naviglio dello Stato, anche perché sperimentali.
In seguito, Caproni progettò i mini sommergibili di tipo CB, ideati ad hoc per la difesa a distanza ravvicinata, rivelatisi particolarmente efficaci per la caccia ai sommergibili avversari in agguato presso i maggiori porti metropolitani. Principale caratteristica di questi mezzi fu la sistemazione dei lanciasiluri esternamente allo scafo, mentre un elemento di continuità con il passato fu rappresentato dal design dello scafo, che riprendeva le linee caratteristiche del tipo “Cavallini”. Poiché le prime esperienze nell’utilizzo dei sommergibili di tipo CB superarono le aspettative, la Regia Marina ordinò alla ditta Caproni la costruzione di 72 unità. Ciò nonostante, a causa degli eventi bellici del settembre 1943, tale programma non fu portato a termine, ma vennero costruiti solo 22 battelli del tipo “CB”, di cui solo 12 entrarono regolarmente in servizio nella Regia marina prima dell’armistizio.