Dopo soli cinque anni dall'Unità d'Italia, il regno iniziava già a tessere i propri rapporti di politica estera utilizzando una massiccia azione di propaganda; così si ponevano le basi per un solido sviluppo politico ed economico.
La pirocorvetta Magenta era una nave da guerra destinata all'esplorazione e alle comunicazioni (corvetta), munita di apparato propulsore a vapore (piro) oltre all'attrezzatura velica. Era dotata di scafo in legno, carena di lastre di rame e 20 cannoni; poteva raggiungere i 10 nodi di velocità. Impostata nel 1859 su commissione del Granducato di Toscana, fu varata a Livorno nel 1862 dalla Regia Marina.
Fu inviata come stazionaria (nave mantenuta distaccata in acque lontane per ragioni politiche) sul Rio de la Plata; si trasferì a Rio de Janeiro, per poi giungere al porto di Montevideo da cui salpò il 2 Febbraio del 1866 al comando del capitano Arminjon, arrivato in Uruguay a bordo della nave "Regina".
L'equipaggio era composto da 297 uomini.
Dopo 85 giorni di navigazione in condizioni meteorologiche avverse, il 27 aprile 1866 la nave attraccò al porto di Batavia (Giacarta, Indonesia) e il 15 maggio dello stesso anno arrivò a Singapore. Durante quella sosta, su richiesta del comandante dell'unità francese "Saint Aubain", partecipò al ripristino dell'ordine successivo agli scompigli causati da alcuni marinai.
La corvetta giunse, dopo varie peripezie, a Yokohama ove il 25 agosto 1866 fu (Equipaggio del Magenta, 1866-1868) concluso e firmato un accordo economico con il Giappone.
Il 1° settembre partì da Yokohama, otto giorni dopo approdò a Shangai e, in seguito ad un mese e mezzo di trattative, il 26 ottobre fu stipulato a Pechino un trattato di amicizia e commercio con la Cina per procurare nuove materie prime, come per esempio i bachi da seta, al fine di accrescere l'industria italiana.
Dopo aver fatto scalo nuovamente a Batavia a causa di un danno al timone, il viaggio della Magenta continuò alla volta dell'Australia: raggiunse Melbourne per una breve sosta il 24 maggio del 1867 e il giorno seguente partì per Sydney, dove arrivò a fine mese. "La Magenta ha ricevuto a Sydney, come a Melbourne, la più cordiale e splendida accoglienza da tutte le autorità governative e dall'alta società", così è riportato nel diario di bordo del capitano Arminjon.
Dopo 32 giorni di navigazione ininterrotta attraverso l'Oceano Pacifico arrivò a Valparaiso (Cile), e costeggiò la Patagonia, dove si fecero importanti scoperte idrografiche utili per l'aggiornamento della cartografia. Il 17 dicembre la nave ritornò a Montevideo e attraversando l'Atlantico giunse a Gibilterra tre mesi dopo. "La Magenta è arrivata oggi a Gibilterra; la salute dell'equipaggio è buona", queste le parole del capitano.
Da qui iniziò l'ultima tratta del viaggio. Sebbene fosse stato previsto di raggiungere Napoli entro il 25 marzo, le condizioni climatiche sfavorevoli e i venti contrari causarono un ritardo di tre giorni sulla tabella di marcia. Finalmente il 28 Marzo 1868 la nave iniziò a scorgere la cima del Vesuvio e fu ricevuta dalle accoglienti braccia del Golfo di Napoli.
(C. Biamonte, C. Brenelli, M. Calzolari, D. Di Matteo, L. Miccichè, B. Neri, A. Nespega, F. Nigra, F. M. Olivieri)
Questo articolo é il risultato del percorso formativo di alternanza scuola-lavoro a favore dei giovani studenti dell' Istituto d'Istruzione Superiore "G. De Sanctis" di Roma con l' Ufficio Storico della Marina Militare.