L’impegno dell’Esercito Italiano in Libano, ne abbiamo discusso molte volte, ha numerose sfaccettature. La missione Unifil, infatti, costituisce una delle più impegnative dal punto di vista della ricostruzione, della stabilizzazione e degli aiuti rivolti al mantenimento di una pace duratura in una striscia di terra in cui coesistono talmente tante realtà da essere definita un vero e proprio “caleidoscopio” di culture. Un territorio, quello a Sud del Libano che per troppo tempo ha sofferto e faticato a vedere la propria rinascita.
I caschi blu dell’ONU presenziano e custodiscono quest’area dal 1978 e, da allora non hanno mai smesso di offrire i propri aiuti. Ancora oggi, infatti, il contingente italiano in Libano comandato dal generale di brigata Diodato Abagnara con gli uomini e le donne della brigata bersaglieri Garibaldi, base su cui si costituisce il Sector-West di Unifil, ha messo in atto negli ultimi mesi una serie di iniziative volte al supporto e al sostegno della popolazione locale a sud del Litani.
Sono oltre 60 i progetti di cooperazione civile e militare (CIMIC) conclusi in poco tempo in supporto dell’ambiente civile e di quello umanitario, delle infrastrutture sociali e di quelle ricreative. I settori dove si è operato, tra gli altri, in maniera più incisiva sono quelli riferiti ai progetti di energia elettrica e approvvigionamento idrico, assistenza igienico-sanitaria e medica, rete viaria e istruzione, senza tralasciare quelli relativi al benessere del personale come la cultura e lo sport.
A conclusione di ciascuna di queste attività è usanza in Libano mettere in atto delle cerimonie ufficiali di “consegna” reale o morale delle opere concretizzate, un modo per suggellare ancora una volta il legame tra le popolazioni locali e i nostri militari impiegati nella missione Unifil. In uno di questi eventi, realizzato per inaugurare i lavori di ampliamento delle reti fognarie e di implementazione del sistema di scarico delle acque nere nelle municipalità di Qana e Marakah, il comandante del Sector West, generale di brigata Diodato Abagnara, ha sottolineato come tali opere inquadrate nell’ambito dei programmi di supporto essenziale all’ambiente civile, “non siano attività disgiunte l’una dall’altra [… ]infatti, benché le due cittadine distino tra loro circa 14 km, un tratto chilometrico non indifferente per il Settore, i Caschi Blu italiani puntano, attraverso la realizzazione di tali opere, al benessere di una collettività sempre più interconnessa e sempre più legata anche agli aspetti operativi della Missione UNIFIL.”
“Non c’è 'welfare' senza progetti essenziali e non c’è operazione di successo che non passi per il benessere delle persone: la popolazione locale e le Forze Armate libanesi (LAF) sono il nostro 'main focus' e se gli adolescenti crescono in un ambiente salubre e i giovani soldati si addestrano in un ambiente sano, a giovarne è tutto il Settore Ovest”, ha concluso il generale Abagnara, a margine dell’inaugurazione avvenuta a Marakah, cittadina di quasi 14.000 abitanti, tra le più popolose del Sector West.