Alla presenza del capo di stato maggiore dell’esercito, generale di corpo d’armata Danilo Errico e del comandante delle forze operative terrestri e del comando operativo esercito, generale di corpo d’armata Riccardo Marchiò, si è tenuto oggi, presso l’Aeroporto Militare “Tommaso Fabbri” di Viterbo, all’interno dell’hangar del 28° gruppo squadroni AVES “Tucano”, la cerimonia per il 66° anniversario dalla fondazione dell’AVES.
Il generale di brigata Paolo Riccò, comandante dell’Aviazione dell’Esercito, ha aperto la cerimonia, rimarcando quanto sia motivo d’orgoglio questa data, che porta con sé: “Valori e senso di abnegazione che non sono mai cambiati nel tempo”. Lo stesso Riccò ha sottolineato che: “Noi (inteso come AVES ndr) ci siamo sempre. In Italia per soccorrere, per spegnere incendi e per aiutare le popolazioni colpite da calamità naturali e, all’estero, per poter supportare e per poter trasportare le truppe nelle operazioni militari”.
Un impegno giornaliero che va avanti ad ogni ora, permettendo, così, ai piloti e ai mezzi di essere sempre pronti all’utilizzo; quello che si rivela essere il sacrificio più duro per i soldati di ogni grado e ruolo e per le famiglie degli stessi.
“L’AVES – ha ricordato il comandante – è sempre in evoluzione, proprio grazie alla consapevolezza dell’importanza rivestita nel contesto della più grande forza armata”, un’importanza che affonda le sue radici anche nella sua, seppur breve, storia. Perché era solo il 1951 quando, presso l’Aeroporto Militare “Oscar Savini” di Bracciano, venne creato il primo nucleo di aviazione leggera per l’Esercito con compiti di ricognizione ed osservazione per l’artiglieria.
Nel tempo i cambiamenti all’AVES sono stati molti, a cominciare dall’introduzione, sul finire degli anni 50, dei primi elicotteri, i Bell 47 G2, presso il reparto sperimentale di Casarsa. L’inizio di un cammino che ha visto l’AVES impegnata in quasi tutte le missioni internazionali dell’Esercito, cominciando 38 anni fa con la missione ITALAIR in Libano. Proprio la storia è stata centrale nel discorso del capo di stato maggiore dell’esercito, il quale ha voluto rimarcare una parte di storia per certi aspetti diversi, ovvero il primo pilota donna italiano Maria Concetta Micheli (foto), presente anche lei alla cerimonia, e il primato tutto italiano del primo volo ricognitivo su Tripoli durante la guerra italo-turca.
“Un’origine importante - per dirla con le parole di Errico - Ma allo stesso tempo – e su questo anche il CSME concorda con il comandante dell’AVES – non bisogna dimenticare l’impegno dell’AVES in Italia e all’estero”, un impegno importantissimo e che sta dando all’Aviazione dell’Esercito ampi spazi di autonomia, che, con l’inserimento di “teste pensanti” dell’AVES all’interno dello stato maggiore dell’Esercito, permetterebbe di sviluppare ulteriormente la più giovane delle specialità dell’Esercito. Lo sviluppo, infatti, è al centro del Libro Bianco del ministero della Difesa, il quale porterà all'introduzione, insieme all’Aeronautica Militare, di un nuovo elicottero utility, che andrà a sostituire tutte le linee vecchie rimaste in servizio. Un passo importantissimo verso lo snellimento delle linee di volo e che segue lo spirito sempre più interforze delle nostre forze armate.
(foto: Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione SME)