Il libro, terzo in ordine di uscita di una collana di sette volumi edita da Viella Editrice e denominata “I processi per i crimini di guerra tedeschi in Italia”, è dedicato ai tragici eventi di Cefalonia e nasce da un’iniziativa editoriale sponsorizzata dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, già Istituto Nazionale per la Storia del movimento di Liberazione in Italia e finanziata anche dalla Regione Toscana.
Il dibattito, moderato dal dottor Gianluca Di Feo, vice direttore del quotidiano “Repubblica”, ha coinvolto oltre agli autori, il generale Claudio Graziano, capo di stato maggiore della Difesa e ospite dell’evento e il professor Enzo Fimiani, dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti e Pescara.
“Ogni evento storico, tanto militare quanto civile, rappresenta un imprescindibile insegnamento per poter progredire e procedere verso il successo, sia esso militare o della società” ha esordito il gen. Graziano, “in tal senso, l’Istituzione militare ha il dovere di farsi promotrice di iniziative volte a tramandare la memoria storica presso la società civile. Per questo motivo, abbiamo aderito volentieri alla proposta del procuratore De Paolis di presentare questo prezioso volume”.
A seguito dell’armistizio, nel settembre 1943, sull'isola di Cefalonia si consumò il più grande massacro di soldati italiani della seconda guerra mondiale. Reparti tedeschi, perlopiù appartenenti alla 1^ Gebirgs-Division Edelweiss, sterminarono in pochi giorni migliaia di soldati italiani della Divisione “Acqui”, eseguendo un ordine di Hitler. Consumata la strage di massa, gli ufficiali italiani superstiti furono uccisi in quello che è passato alla storia come “l’eccidio della Casetta rossa”. La documentazione utilizzata per l'indagine e il processo (celebrato solo a settant’anni dall’evento), di cui nel volume si dà conto, fornisce materiale utile per chiunque voglia approfondire la conoscenza di un episodio cruciale della nostra storia: fonti italiane, tedesche e anglo-americane, relazioni degli organi investigativi e, soprattutto, verbali d’interrogatorio risalenti a differenti fasi d'indagine sono oggi un patrimonio a disposizione di tutti.
“Il recupero dei documenti nella fase giudiziaria ha contribuito a migliorare la conoscenza della storia grazie all’acquisizione di fonti inedite – dalle sofferenze dei familiari delle persone coinvolte nel tragico eccidio nasce lo sviluppo della cultura della pace che può contribuire anche alla nostra sicurezza” ha aggiunto il dottor Marco De Paolis.
Il professor Fimiani ha concentrato l’attenzione nell’ambito dei fatti di Cefalonia sostenendo che l’evento è figlio di un susseguirsi di vicende storiche in cui le decisioni dei comandanti sono da inquadrare nell’ambito del complesso scenario storico.
“È stato possibile raccontare i fatti della strage di Cefalonia attraverso l’analisi di migliaia di documenti, tra questi molti inediti con la voce dei carnefici tedeschi” come ha aggiunto la professoressa Insolvibile nel sottolineare la straordinarietà del lavoro di indagine svolto.
“Cefalonia è fondamentale nella storia militare e, più in generale, nella storia nazionale, perché rappresenta il primo atto della Resistenza dei militari italiani, sebbene gli storici non siano ancora pienamente concordi sull’intera ricostruzione delle vicende avvenute nell’isola jonica” ha concluso il generale Graziano, che ha rivendicato la rilevante e imprescindibile opera delle Forze Armate nella Resistenza e nella Guerra di liberazione, ricordando anche glioltre 600.000 internati militari italiani.
“Tenere viva la memoria storica, soprattutto nell’ambito delle Forze Armate, e rafforzare, dunque, la centralità della consapevolezza del proprio passato nella formazione culturale e professionale della compagine militare, contribuisce a sviluppare spirito di corpo e consapevolezza della propria professione” ha aggiunto il Capo di Stato Maggiore della Difesa.