Michelangelo Scandola, carrista veronese classe 1921, uno degli ultimi reduci della battaglia di El Alamein ancora in vita, è stato ospite ieri di un incontro con il personale militare della brigata “Ariete” svoltosi presso la caserma “Mittica” di Pordenone.
L’evento, organizzato nell’ambito degli appuntamenti didattici dedicati alla formazione e all’arricchimento culturale del personale, è stato condotto dal comandante dell’Ariete, generale di brigata Angelo Michele Ristuccia, il quale attraverso le testimonianze e i racconti di Scandola ha ripercorso i momenti più significativi di quella dolorosa pagina di storia militare, che vide l’Ariete, con i suoi uomini e i suoi carri armati, tra i più gloriosi protagonisti.
Tra gli episodi più drammatici riportati dal carrista sopravvissuto, l’affondamento del mercantile “Fabio Filzi”, su cui era imbarcato con altre centinaia di commilitoni per raggiungere l’Africa, a seguito del quale trascorse oltre dieci lunghe ore in mare, aggrappato ad una tavola, in attesa di essere recuperato dai soccorsi, e il momento della distruzione del proprio carro M13, durante la battaglia finale di El Alamein, ad opera di un carro Sherman, circostanza da cui uscì miracolosamente illeso, a differenza purtroppo degli altri sfortunati componenti dell'equipaggio.
In occasione del recente 24° Raduno dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia, svoltosi a Pordenone lo scorso mese di ottobre, Michelangelo Scandola ha sfilato alla testa del corteo come ospite d’onore.
Le sua testimonianza su El Alamein è stata raccolta da Eugenio Bevilacqua in un libro intitolato “A proposito del destino”, pubblicato nel 2013.