“Uno dei progetti che contribuiranno alla superiorità delle nostre forze armate”. Così si è espresso il ministro francese Florence Parly, venerdì 26 novembre, quando ha annunciato il lancio di “Keraunos” in occasione della visita al Forum dell’Innovazione della Difesa (https://www.forum-innovation.defense.gouv.fr).
Keraunos è un progetto spaziale, affidato dall'Agenzia Innovazione Difesa (Agence Innovation Défense) alle start-up Unseenlabs (https://unseenlabs.space) e Cailabs (https://www.cailabs.com) mediante un finanziamento di 5,5 Mil. euro. L’obiettivo è sviluppare un dimostratore tecnologico per le comunicazioni laser tra un nanosatellite ed una stazione di controllo a terra. L’innovazione dell’impiego del laser sta nella possibilità di stabilire collegamenti ad altissima velocità, quasi impossibili da intercettare. La notizia è stata rilanciata anche dall'account Twitter ufficiale (@florence_parly).
Gli attuali collegamenti tra i satelliti e le stazioni a terra avvengono mediante radiofrequenze, nelle bande C, Ku, Ka. Le radiofrequenze, però, presentano alcuni limiti: ad esempio, sono una risorsa limitata con rischio di saturazione nei prossimi anni e sono spesso condivise con altri attori, infatti, il loro uso va registrato presso l’International Telecommunication Union (ITU). Inoltre, esse garantiscono un'ampiezza di banda ed una velocità limitate nella trasmissione dei dati. Infine, sono intercettabili, soprattutto nelle fasi iniziali di messa in orbita del satellite, quando molti dei comandi vengono trasmessi da terra “in chiaro”.
L’innovazione garantita dalla comunicazione ottica sta sia nella velocità che nella confidenzialità dello scambio dati. Vi sono però dei limiti tecnici dati dall’attenuazione e dal disturbo (noise) introdotto dal passaggio del laser attraverso l’atmosfera. Problemi che il dimostratore tecnologico Keraunos mira appunto a risolvere, tramite un sostanziale miglioramento della qualità della trasmissione, senza l'uso di voluminose (e pesanti) ottiche adattive.
In effetti, dietro all’annuncio trionfale, si celano due sfide tecnologiche non facili: la realizzazione di un satellite, da lanciare entro il 2022, che pesi meno di 20 kg e che porti a bordo un laser di potenza sufficiente per coprire la distanza tra le orbite basse e la Terra (tra i 400 ei 1000 km) ...cosa non banale, considerato che le dimensioni di un nanosatellite sono inferiori ai 50 cm. Ulteriore scoglio da superare è la ricezione del segnale laser, sul campo, mediante un sistema ottico che possa essere usato anche a livello “tattico” e che quindi non sia troppo sensibile agli spostamenti.
Cailabs, l'azienda che si occuperà dello sviluppo del ricevitore, benché sia una start-up, è uno dei leader mondiale nella modulazione ottica: progetta, produce e vende prodotti laser innovativi per le telecomunicazioni ed, inoltre, è sostenuta da alcuni incubatori d’impresa, come Definvest che gestisce fondi pubblici francesi (comparto Sicurezza e Difesa) anche in partnership con Bpifrance. Ciò fa supporre che questo progetto di accelerazione dell'innovazione sia uno dei passi nell’ambito del Piano di rilancio “France 2030” (https://www.gouvernement.fr/les-priorites/france-relance) che vede lo Spazio come vettore di sviluppo.
Immagine: Unseenlabs