Tempo addietro, in un articolo dal titolo “La geopolitica dei chip”1 abbiamo parlato dell’importanza dei semiconduttori e in particolare delle materie prime e della capacità industriale necessaria alla produzione degli stessi dal punto di vista strategico.
Per chi segue questo settore è chiaro che il confronto è quasi esclusivamente tra USA e Cina, ma interessa praticamente tutto il mondo, da quei paesi ricchi di materie prime, come le terre rare, a coloro che hanno la capacità ingegneristica di disegnare i chip, infine a coloro che sono capaci di produrre i chip di ultima generazione, ovvero quelli con tecnologia inferiore ai 5 nanometri.
Prima di vedere cosa è successo in questi giorni ricordiamo altri due fatti importanti della guerra per la supremazia industriale in corso nel settore dei semiconduttori:
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il 6 aprile 2022 la Casa Bianca ha stanziato 52 miliardi di dollari di sovvenzioni per produttori di chip locali;
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la Cina, dal prossimo 1 agosto, imporrà restrizioni sulla esportazione di alcune materie prime necessarie per la produzione di semiconduttori2, si tratta del Gallio e del Germanio e di composti che contengono tali elementi.
Come si può notare, mosse e contromosse in una guerra per la supremazia del settore semiconduttori.
È di ieri la notizia che DoD (U.S. Department of Defense) e DoC (U.S. Department of Commerce) hanno firmato un Memorandum3 per incrementare la collaborazione e rafforzare la base industriale americana del settore. Essenzialmente si tratta di migliorare lo scambio informativo tra i dipartimenti in modo da favorire il programma di incentivi “CHIPS” e migliorare la sicurezza nazionale.
Ultimo atto della guerra tra le due superpotenze?
Così pare, fino al prossimo passo…
1La geopolitica dei chip - Difesa Online, 12 settembre 2022, Difesa Online, di Alessandro RUGOLO.