Nel programma del governo Renzi, oltre alla diminuzione dell’acquisizione degli F-35, i tagli alla Difesa coinvolgeranno un altro progetto, dove la tecnologia italiana costituiva il valore aggiunto.
Nel quadro degli sviluppi in ambito NATO, è da tempo attivo il programma Soldato Futuro, la cui mission è conferire ad ogni singolo militare una assoluta interoperabilità, sia in ambito interforze che nelle missioni multinazionali. Il progetto prevede equipaggiamenti fra loro integrati che si basano sulla sinergia fra il soldato e la sua dotazione, in modo da renderlo abile ed in linea ai nuovi scenari internazionali.
Ogni singolo militare è integrato nel sistema automatizzato di Comando e Controllo ed è inserito nel processo di digitalizzazione degli attuali e futuri contesti operativi. Il progetto entra nel concetto di guerra networkcentrica, ossia la trasposizione del teatro bellico in un contesto informatico con particolare attenzione alle comunicazioni, pertanto un sistema in grado di ricevere e trasmettere informazioni tali da agevolare una corretta percezione del campo di battaglia e dello sviluppo, in tempo reale, dei combattimenti.
La finalità del Network Enabled Capability è quella di collegare ad un’unica rete elementi tra loro diversi per ottenerne l’integrazione e la necessaria interazione. Il progetto “Soldato futuro”, dal costo stimato di circa 18 milioni di euro, avviato nel 2002 con l’obiettivo di incrementare le capacità letali e di sopravvivenza della fanteria, è inserito di fatto nella Forza NEC.
Principalmente, la dotazione è composta da 558 lotti che comprendono vestiario, equipaggiamento di protezione, nuovi sistemi d’arma come il fucile ARX-160, sensori e apparati di telecomunicazioni. Parte di questi investimenti saranno recuperati dalla vendita del progetto alla Russia, la quale, ha deciso di acquistare la tecnologia italiana sviluppata nell’ambito del programma.
Il Soldato Futuro impiega materiali hi-tech anche negli equipaggiamenti, i quali sono protettivi dal fuoco nemico e dalle condizioni climatiche avverse.
E’ strato realizzato in tre diverse configurazioni: “comandante”, “fuciliere” e “fuciliere granatiere”.
Lo sviluppo tecnologico coinvolge diverse società incluse Beretta, Selex Galileo, Selex Communications ed il Consorzio Iveco/Oto Melara che ha sviluppato il veicolo da combattimento “digitalizzato” Freccia.
Resta pertanto da valutare l’impatto che produrrà questa decisione sul comparto dell’industria della Difesa nazionale e sulla capacità dell’Esercito Italiano di rimanere in linea con le forze multinazionali nelle missioni presenti e future.
Ancora una volta, la disposizione del governo, potrebbe coinvolgere la credibilità delle nostre Forze Armate e dell’intero sistema Italia.
Giovanni Caprara