A Palazzo Marina, lo scorso 7 febbraio 2024, è stata una giornata di intense discussioni e strette di mano in occasione della 12a edizione dei colloqui Navy-to-Navy con la Marina Turca, ospitati dalla Marina Militare. Da quando sono iniziati nel lontano 2003, questi colloqui di stato maggiore rappresentano un importante appuntamento nel calendario delle due marine. Questa edizione non ha deluso le aspettative, offrendo un'occasione unica per rafforzare i legami e il livello di cooperazione tra alleati con numerosi interessi convergenti e una cultura mediterranea comune.
Gli staff talks con la Marina Turca assumono una maggiore rilevanza quest'anno in quanto chiudono un ciclo di incontri con le tre marine alleate del Mar Nero: a metà gennaio a Varna, la delegazione italiana era stata ospitata in Bulgaria e poi a Roma il 23 gennaio è giunta in visita la delegazione rumena. Oltre a potenziare il livello di cooperazione bilaterale tra le marine coinvolte, questo ciclo ha offerto una preziosa opportunità per approfondire le dinamiche geopolitiche che stanno scuotendo il Mar Nero. Il conflitto russo-ucraino e la conseguente proliferazione di mine alla deriva pongono importanti rischi alla sicurezza regionale e alla libertà di navigazione.
E perché tutto questo è così importante per la Marina? Perché, per l'Italia, il Mediterraneo e il Mar Nero non sono solo bacini d'acqua, ma fonti di vita, commercio e sicurezza. Con il 25% del PIL nazionale direttamente legato al mare, ogni onda che si propaga in questi specchi d'acqua ha un impatto diretto sugli interessi italiani. Per comprendere appieno ciò che accade nel cosiddetto “Mediterraneo Allargato" e ovunque si estendano gli interessi nazionali, è cruciale mantenere un occhio attento alle dinamiche regionali e consolidare la cooperazione con le Marine alleate. E i colloqui Navy-to-Navy sono uno dei principali strumenti che la Marina Militare ha a disposizione per raggiungere questo obiettivo.