La nascita di una difesa comune europea passa da Palazzo Marina. È infatti la Marina Militare italiana la capofila del progetto della corvetta europea (European Patrol Corvette), una nave progettata in coordinamento con alcune delle Marine UE e che sarà costruita da quattro aziende di tre Paesi diversi, tra cui il colosso italiano Fincantieri.
Il 6 ottobre si è tenuta in remoto la prima riunione operativa tra la Marina italiana, i rappresentati di Spagna, Francia, Grecia e Portogallo, il Consorzio industriale (NAVARIS, FINCANTIERI, NAVAL GROUP, NAVANTIA) e l’Agenzia europea per la difesa (EDA).
"La riunione ha avuto esito molto positivo e ha rappresentato il primo ingaggio industriale in merito al progetto EPC, da cui sono emersi molti spunti utili. Questa condivisione dei requisiti di alto livello al di fuori dell’ambito governativo è infatti fondamentale per il prosieguo del progetto, anche in considerazione che il 9 dicembre scadrà il termine ultimo della gara europea bandita dall’European Defence Fund, strumento finanziario della Commissione UE che, insieme ai progetti PESCO, mira a sviluppare la Difesa Europea" dice il comandante Andrea Quondamatteo, responsabile del progetto per la Marina Militare.
Questo è il progetto più importante del settore navale nell’ambito della cooperazione strutturata permanente in ambito difesa (Pesco) dell’Unione europea. È stato approvato dalla Commissione UE il 12 novembre 2019. Il primo Paese che si è unito all’Italia è stata la Francia, a seguire hanno aderito al progetto anche Grecia e Spagna. Il Portogallo per il momento rimane un osservatore, ovvero partecipa alle riunioni ma si riserva di aderire al progetto in un secondo momento.
Una piattaforma comune, 2 versioni
Le corvette europee saranno dei pattugliatori economicamente accessibili, sostenibili dal punto di vista ambientale, energeticamente efficienti e molto versatili. Saranno in grado di svolgere operazioni di sicurezza marittima e di polizia d’alto mare, potranno essere usati nella lotta contro il terrorismo e i traffici illegali, ma anche per attività concorsuali antinquinamento e per interventi di emergenza in caso di calamità naturali.
Il progetto della corvetta europea è una piattaforma comune, una base condivisa, che può essere personalizzata in base alle esigenze degli Stati membri. Il dislocamento complessivo non sarà superiore alle 3.000 tonnellate, il che consentirà alla nave di operare anche da porti minori. La lunghezza della nave, da munire di motori diesel e/o elettrici, non supererà i 110 metri.
Si sono già delineate due versioni di corvetta. Italia e Grecia hanno concordato sulla tipologia Full Combat Multipurpose. Spagna e Francia invece sono interessate alla Long Range Multipurpose. L’esigenza di Italia e Grecia è quella di avere un pattugliatore da impiegare nell’ambito del Mediterraneo allargato, con focus specifico sul Mediterraneo centrale e orientale, per compiti prevalentemente di presenza e sorveglianza, dotato di una varietà di sistemi volti a garantire un'adeguata capacità di autodifesa. Mentre Francia e Spagna hanno l’esigenza di una nave con autonomia estesa per poter svolgere attività nei territori d’oltremare.
I prossimi step
Dal punto di vista industriale NAVIRIS (la joint venture nata tra il colosso italiano FINCANTIERI e quello francese NAVAL GROUP) ha coordinato la creazione di un consorzio insieme a FINCANTIERI, NAVAL GROUP e NAVANTIA per presentarsi come un’entità unica e concorrere per avere accesso al fondo europeo per la Difesa (European Defence Fund), con il proposito di vincere la concorrenza nell’ambito della gara, i cui termini di presentazione delle domande scadranno il 9 dicembre.
Gli Stati membri partecipanti mirano a produrre il loro primo prototipo a partire dal 2027.
Grazie al supporto dell’Agenzia europea per la difesa (EDA), individuata quale framework istituzionale per la fase di definizione ed armonizzazione dei requisiti comuni, è stata trovata la convergenza necessaria per redigere i primi documenti tesi a descrivere il progetto e le sue caratteristiche. È ora in via di definizione il project arrangement che rappresenta un documento di tipo internazionale, con valenza vincolante, che permetterà di stabilire i ruoli e i termini entro i quali si svolgerà la cooperazione tra i Paesi partecipanti.
"Il passaggio successivo prevede di sviluppare nel dettaglio i requisiti e ricercare il consenso delle nazioni partecipanti per la successiva fase progettuale che segnerà l’avvio della fase di procurement" dice il comandante Quondamatteo.