«La tradizione vuole che durante le Equatoriadi – neologismo coniato ad hoc – il comandante dell’unità navale o il marinaio che ha alle spalle il maggior numero di attraversamenti si vesta da dio del mare per battezzare con acqua oceanica il proprio personale» racconta Maurizio, maresciallo.
Goliardicamente c’è chi ha deciso di partecipare alla maratona indossando loghi o accessori a tema: il personale “datato” ha corso “accompagnato” dal team sanitario e dalle infermiere Volontarie della Croce Rossa italiana imbarcate per offrire il proprio supporto alla Campagna Navale. Gli uomini della Brigata Marina San Marco hanno sfilato implotonati, coesi e compatti; non sono mancate le varie categorie, componenti e figure chiave di bordo; presente anche lo staff del Comandante del 30° Gruppo Navale, ammiraglio di divisione Paolo Treu.
Cambia lo scenario ma non le circostanze. Anche a bordo delle navi Etna e Bergamini si onora l’evento con attività sportive, ludiche e ricreative. «Sono felice della scelta fatta di arruolarmi in Marina» è il commento di un giovane marinaio. «Questa esperienza, vissuta in maniera così sentita, non possono raccontarla in molti. Le emozioni che regala questa Forza armata sono uniche, speciali ed indelebili. Mi sento parte di una grande famiglia».
La portaerei Cavour, la rifornitrice di squadra Etna e la fregata Bergamini, lambiscono le acque del vicino arcipelago di Sao Tomé e Principe accompagnate, sino al calare del sole, da piccole imbarcazioni di pescatori che agitano le mani in segno di saluto.
Fonte: Marina Militare