Iniziativa di fondazione ANIA e dell'Arma sulle statali più pericolose

13/10/14

Cento incidenti e 5 morti ogni giorno, per un totale di 1761 vittime in un anno (2012). Le strade extraurbane si confermano le più pericolose d’Italia, con oltre 35mila incidenti che causano oltre il 48,2% del totale dei decessi per incidenti stradali in Italia.

Per arginare questo fenomeno e rendere più sicure alcune tra le principali arterie italiane, la fondazione ANIA per la sicurezza stradale e l’Arma dei carabinieri hanno lanciato la terza edizione del progetto “Adotta una strada”.

Parte questa settimana e durerà due mesi, un’attività di controllo mirata su sei tra le più pericolose strade statali italiane: la via Aurelia, la via Emilia, la statale Adriatica, la statale dello Stelvio, la via Casilina e la statale Jonica. Su queste arterie i carabinieri intensificheranno i pattugliamenti, soprattutto all’altezza dei cosiddetti black point, considerati i punti più pericolosi e a rischio incidenti, segnalati anche attraverso il progetto della fondazione ANIA.

Grazie al supporto delle stazioni dell’Arma e dei nuclei radiomobile – competenti nei servizi di controllo a favore della viabilità ordinaria (urbana ed extraurbana) per complessivi 648.000 Km – sarà condotta un’azione educativa incentrata sul rispetto delle regole della strada. Due le aree su cui si concentrerà l’azione dei militari: la guida in stato di ebbrezza e il trasporto dei minori in automobile. Per agevolare e aumentare i controlli, la fondazione ANIA ha donato all’Arma dei carabinieri strumenti per la rilevazione del tasso alcolemico nel sangue: etilometri professionali, boccagli monouso e etilometri precursori andranno ad arricchire la dotazione delle pattuglie dei carabinieri. Al termine di ogni controllo, agli automobilisti trovati sobri verrà regalato un etilometro monouso per misurare autonomamente il proprio stato alcolemico. Inoltre i carabinieri si concentreranno anche su uno dei più grandi problemi connessi alla sicurezza stradale: il trasporto dei minori in automobile. Lo faranno distribuendo un volantino che sintetizza e descrive gli articoli del codice della strada sull’argomento, con un focus sulle sanzioni in caso di trasgressione.

«Nelle precedenti edizioni di questa iniziativa – ha spiegato il segretario generale della fondazione ANIA, Umberto Guidoni – abbiamo ottenuto un grande consenso da parte degli automobilisti, con risultati confortanti in termini di riduzione degli incidenti, morti e feriti sulle tratte coinvolte dall’aumento dei controlli. Per aumentare il nostro raggio d’azione, abbiamo deciso di dedicare grande attenzione al trasporto dei bambini in automobile. Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte per i bambini tra 0 e 13 anni. Trasportarli correttamente in automobile significa preoccuparsi per la loro sicurezza. E’ indispensabile che i genitori capiscano che il seggiolino e tutti i sistemi di ritenuta previsti dalla legge, sono fondamentali per la protezione dei minori trasportati in automobile e le regole del codice della strada si ispirano proprio al principio di protezione. Anche in questa terza edizione, lo scopo principale di “Adotta una strada” è quello di sensibilizzare i cittadini ai corretti comportamenti alla guida, visto che oltre l’80% degli incidenti stradali è causato da errori umani».

Per quanto riguarda le strade coinvolte nell’iniziativa, sono state scelte le statali più pericolose d’Italia, considerando quelle con un’estensione maggiore di 100 chilometri. Una triste graduatoria in cui figurano ai primi posti la statale Adriatica (lunga 955,8 km), prima per numero di morti, con 47 vittime e 2.508 feriti nel 2012, seguita dalla via Aurelia (lunga 698,3 chilometri), con 35 morti e 1911 feriti, e dalla la via Emilia (318,2 km) con 14 morti e 920 feriti. Per quanto riguarda le altre statali coinvolte, la Jonica 491,5 km) fa registrare 26 morti e 703 feriti, la Casilina (192,5 km) 7 morti e 540 feriti e la statale dello Stelvio (224,5 km) 10 morti e 522 feriti.

Fonte: Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - Ufficio Stampa

(foto: web)