Verso lo scioglimento dell'Arma dei Carabinieri

27/09/14

Sulla pagina web dell’U.N.A.C, ed in particolare sul numero 117 del febbraio 2012 de “La rivista dell’Arma”, è riportata una decisione quantomeno sconcertante: ”L’Arma verso lo scioglimento. L’Unione Europea impone la smilitarizzazione della quarta Forza Armata e l’accorpamento dei Carabinieri alla Polizia di Stato”.

La vicenda ebbe il suo inizio il 14 maggio 2010, quando la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, ratificò l’accordo sul Trattato di Velsen. I deputati presenti erano 443, di cui votanti 442. La mozione venne approvata con la totalità delle preferenze ad eccezione di un solo astenuto.

Il 28 aprile, il Senato anticipò tale decisione, ed anche in questo caso all’unanimità. Di fatto, lo Stato Italiano ratificava l’accordo europeo per la costituzione di una forza armata speciale, chiamata EGF. La Forza di gendarmeria europea, Eurogendfor od EGF, è il primo Corpo militare dell’Unione Europea a carattere sovranazionale.

La EGF è composta da forze di polizia ad ordinamento militare dell’UE, in grado di intervenire in aree di crisi, sotto l’egida della NATO, ONU ed UE.

Eurogendfor è composta da una forza di 800 “gendarmi”, una sorta di forza di reazione rapida dispiegabile in 30 giorni, ed è completata da 1.500 riservisti; la catena di comando è demandata a due organi centrali, uno politico ed uno tecnico. Il primo è il comitato interdipartimentale di alto livello, chiamato CIMIN, acronimo di Comité InterMInistériel de haut Niveau di base a Vicenza, composto dai rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa aderenti al Trattato di Velsen. Il secondo è il Quartier generale permanente, PHQ, nel quale sono inquadrati 16 ufficiali e 14 sottufficiali, di cui 6 e 5 italiani.

I sei incarichi di maggiore valenza, comandante, vicecomandante, capo di stato maggiore e sottocapi per operazioni, pianificazione e logistica, sono ripartiti a rotazione biennale tra le varie nazionalità, secondo gli usuali criteri per la composizione delle forze multinazionali.

Non si tratta esattamente di un vero corpo armato europeo, ma di esercito unico europeo in fase embrionale, che sarà posto alle dipendenze della Commissione e Parlamento Europeo.

Il contendere è nell’articolo n° 84, nel quale è citata l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. I compiti ai quali l’Eurogendfor dovrà assolvere sono: garantire la pubblica sicurezza e l’ordine pubblico; eseguire compiti di polizia giudiziaria; controllo, consulenza e supervisione della polizia locale, compreso il lavoro di indagine penale; dirigere la pubblica sorveglianza ed operare come polizia di frontiera.

Ciò vuol significare la perdita di identità delle Forze di Polizia a favore di una formazione sovranazionale ibrida e multi operativa. Pertanto, La Gendarmeria europea avocherà a se tutte le funzioni delle forze dell’ordine, indagini ed arresti compresi; alla Nato sarà demandata la sua gestione operativa; il nuovo corpo risponderà esclusivamente ad un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi Membri, svincolata dal controllo dei singoli governi con un conseguente cedimento della sovranità nazionale.

Ancora una volta, l’appartenenza all’UE penalizza l’Italia in una delle sue massime istituzioni.

Rimane, dunque, solamente la speranza che il Governo Italiano abbia la capacità di ritornare su una decisione non condivisibile, inaccettabile e lesiva di una parte di storia piena di eroismo, abnegazione, dedizione ed onestà costruita negli anni dall’Arma dei Carabinieri.

Giovanni Caprara