Leonardo e General Atomics Aeronautical Systems Inc. (GA-ASI) annunciano una collaborazione volta a offrire le capacità di protezione uniche garantite dal decoy BriteCloud di Leonardo agli operatori del sistema a pilotaggio remoto MQ-9. L’iniziativa vuole cogliere la crescente domanda di mercato di sistemi di protezione dalle moderne minacce radio-guidate per i velivoli pilotati a distanza.
Sono già stati fatti una serie di lanci del BriteCloud da un MQ-9 nell’ambito di un test di sopravvivenza dell’aeromobile, pensato per gestire il rilascio in sicurezza del decoy dal nuovo pod di auto-protezione della piattaforma. Potrebbero aggiungersi ulteriori prove dal vivo volte a dimostrare che il BriteCloud è in grado di proteggere efficacemente il drone dalle minacce a radio frequenza più avanzate.
BriteCloud è un dispositivo di nuova generazione per la protezione di velivoli. Si tratta del primo e unico sistema di questo tipo al mondo ad aver dimostrato la sua efficacia, incorporando una sofisticata tecnologia jamming di dimensioni molto ridotte, che può essere rilasciata dal velivolo come un flare. Progettato e sviluppato in UK, il sistema è entrato in servizio con la Royal Air Force dopo un’estensiva campagna di prove. Inoltre, è attualmente in valutazione con le Forze Armate USA nell’ambito del programma Foreign Comparative Test (FCT).
BriteCloud è disponibile in diverse versioni per adattarsi a differenti tipi di piattaforma. Il BriteCloud 218 è la versione compatibile con il sistema di rilascio dell’MQ-9 ed è integrabile su aerei da combattimento statunitensi come l’F-15 e l’F-16, mentre il BriteCloud 55 può essere lanciato da dispenser da 55mm di velivoli come l’Eurofighter Typhoon, il Saab Gripen E e il Tornado GR4. Un terzo modello, il 55-T, è in fase di realizzazione per aerei da trasporto e elicotteri.
Il decoy utilizza tecnologia jamming di tipo Digital Radio Frequency Memory (DRFM), considerata il “top di gamma” nella protezione da missili superficie-aria e aria-aria radio guidati. Così è possibile rilevare e processare i segnali radar in arrivo e, in risposta, produrre e trasmettere un potente segnale elettronico “fantasma” che induce il radar a seguire la contromisura e non l’aereo.