Il colosso tedesco degli armamenti ha formalizzato l’offerta a Leonardo per l’acquisizione, del 49% delle quote azionarie, della OTO-Melara.
Più che una operazione finanziaria, si potrebbe trattare di una mossa politico-industriale volta a creare un polo terrestre degli armamenti, alternativo a Nexter/Krauss-Maffei. Una partita, quindi, che coinvolge Berlino e Parigi ma in cui potrebbe entrare anche l’Italia, grazie alla storica fabbrica spezzina produttrice di pezzi d’artiglieria.
Non è certo un segreto che la componente pesante dell’Esercito Italiano si trovi in pessime condizioni, con pochi mezzi efficienti e del tutto inadeguati agli attuali scenari operativi.
Già l’anno scorso, in una audizione della Commissione Difesa della Camera, Rheinmetall Italia aveva lanciato la proposta di sostituire i vetusti Vcc-80 Dardo con gli AIFV KF41 Lynx (foto), realizzati su iniziativa privata dalla stessa fabbrica tedesca.
“Il tema centrale di cui parliamo è la creazione di un polo di eccellenza italiano attraverso il consolidamento del settore terrestre nazionale, con la creazione di assetti nazionali e cooperazioni europee”. Aveva riferito l’amministratore delegato di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani in audizione alla Camera. “Punto di partenza di tale collaborazione strategica è il programma di sostituzione, da realizzare in tempi brevi, del Dardo. Dove Rheinmetall e le industrie italiane possono lavorare sulla piattaforma Lynx. Possiamo coinvolgere l’intero comparto industriale nazionale, la quota italiana di produzione può superare il 70% del valore della commessa”.
Precedentemente anche Fincantieri aveva manifestato l’interessa per una possibile acquisizione di OTO-Melara tuttavia, non esistevano i presupposti economici.
Le vicende internazionali, come il conflitto in Ucraina, spingono l’Europa a creare partnership sempre più strette per poter rispondere alle richieste dei governi in materia di armamenti. Purtroppo l’industria europea degli armamenti è arretrata rispetto agli americani e ai cinesi, le fusioni tra realtà con un forte expertise nel settore della produzione di armamenti, quindi, non potrebbero che migliorare la competizione, anche al di fuori del Vecchio Continente.
Le forze corazzate italiane, e non solo, necessitano di una profonda revisione, ciò può avvenire solo con l’appoggio politico/industriale. Il settore nazionale per la produzione di corazzati manca di capacità e visione. Rheinmetall potrebbe fornire quel know how di cui difettiamo.
Non possiamo più ripetere l’errore di voler realizzare un carro pesante nazionale (C-1 Ariete), senza stavolta correre il forte rischio di pagarne le conseguenze in termini di costi e vite umane.
Proprio tenendo conto dei futuri scenari operativi si dovrebbe puntare a un MBT più funzionale. Rheinmetall ha presentato un carro medio basato sulla piattaforma del veicolo corazzato da combattimento per la fanteria Lynx KF41, armato con cannone LLR (Light Low Recoil) L47 da 120 mm (in grado di sparare il munizionamento di ultima generazione DM11). Una simile soluzione offrirebbe in termini di mobilità, potenza di fuoco e protezione prestazioni nettamente superiori rispetto al C-1 Ariete, con costi decisamente inferiori. L’industria nazionale potrebbe partecipare al programma fornendo il sistema di protezione attiva, APS, tipo Trophy.
Inoltre, abbiamo necessità di una difesa C-RAM (Counter-Rocket Artillery Mortar) e contro gli UCAV. Il cannone automatico da 35 mm della Rheinmetall che utilizza munizionamento AHEAD, equipaggiato con spoletta elettronica programmabile, ogni colpo è in grado di disperdere un altissimo numero di cilindri di tungsteno i quali creano una saturazione d’area letale sia per gli sciami di droni che per i colpi di artiglieria. Tale integrazione permetterebbe alla difesa SHORAD (SHOrt Range Air Defence) italiana di poter contrastare sia le minacce convenzionali, come elicotteri d’attacco e UCAV, sia quelle asimmetriche, come sciami di droni, razzi e colpi di mortaio.
Insomma, se l’offerta della casa tedesca dovesse trovare il favore del governo italiano, tutto il comparto terrestre nazionale non potrebbe che averne un enorme beneficio.