Una delle caratteristiche italiche più invidiate al mondo è proprio la capacità di creare. Tale primato non è appannaggio solo degli stilisti, ingegneri, architetti, designer o liberi professionisti ma anche di molti italiani che svolgono i lavori più disparati e, tra questi, anche chi lavora per lo Stato.
Una delle battaglie che questo giornale porta avanti è il riconoscimento tangibile e meritocratico agli sconosciuti servitori dello Stato. Se qualcuno ha una idea buona e atta a migliorare la sicurezza delle donne e uomini che lavorano per la collettività, perché non metterla in risalto? Alla fine poi, grazie agli oscuri inventori, moltissimi ne beneficeranno.
In Italia ci sono stati inventori degni di nota nelle Forze Armate?
Eccone alcuni del passato: Guglielmo Marconi, Regio Esercito (Genio) e Regia Marina (corpo di Commissariato), inventore del telegrafo senza fili; Enrico Forlanini, Regio Esercito, ufficiale del Genio ed inventore dell’elicottero a vapore (1877) e dell’aliscafo; Mario Calderara, Regia Marina, ufficiale, progettò e costruì un biplano ad elica traente e il primo idrovolante italiano; Elios Toschi, Regia Marina, ufficiale del Genio navale, inventore del siluro a lenta corsa; Teseo Tesei, Regia Marina, ufficiale, inventore del siluro a lenta corsa; Mauro Picone, matematico, sottotenente di artiglieria durante la Grande Guerra, calcolò le tavole di tiro per l’artiglieria pesante; Luigi Ferraro, Regio Esercito prima e Regia Marina poi, inventore delle pinne Rondine, maschera da sub Pinocchio, l'erogatore con la regolazione dell'inizione e l'utilizzo dell'effetto Venturi.
Tempo addietro venne trattato il caso dell’incursore del Comsubin della Marina Militare che creò un apposito coltello per le forze speciali (leggi articolo "Il coltello e la lotta degli Incursori del COMSUBIN"). Oggi è il turno di un altro servitore dello Stato, anche se non è un appartenente alle FFAA ma bensì della Polizia di Stato (la sua invenzione può essere utile anche ai militari).
Il sovrintendente Giovanni Rondinone (nella foto, a destra) ha creato e brevettato degli scudi speciali per l’ordine pubblico e li ha testati con l’aiuto di una persona che per ragioni professionali ha chiesto l’anonimato e che chiameremo col nome fittizio di "Frieda".
Per capire la portata dell’invenzione, conviene fare un salto indietro nel tempo per entrare nel curioso mondo degli scudi: sin dall’antichità l’uomo ha ricercato e sviluppato sistemi difensivi adeguati allo scopo e al contesto. Lo scudo, pertanto, ha avuto il suo percorso evolutivo con forme e materiali secondo l’uso e la sua collocazione geografica.
Tecnicamente lo scudo è suddiviso in forma, impugnatura, incurvatura e margini. Gli scudi si dividono in tre categorie definite scudo-bastone (bastone parabotte), scudo da arciere, scudo. È importante rilevare che gli scudi circolari sono di derivazione asiatica.
Oggi lo scudo viene usato moltissimo durante il servizio di ordine pubblico per la sua capacità di contenimento e protezione dell’operatore e il suo impiego viene insegnato anche all’estero nei corsi Crowd Riot Control dedicati alle realtà locali.
I nostri militari da molti anni formano (anche) al controllo della folla i colleghi di numerosi Paesi. Dal 2015 i carabinieri della Police Task Force-Iraq, ad esempio, addestrano gli agenti della Iraqi Federal Police destinati ad operare nei territori liberati. Sempre dallo stesso anno la MIBIL (Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano) tiene corsi a favore di personale delle Lebanese Armed Forces (LAF).
Nel settembre 2022 in Kosovo i militari italiani erano presenti all’esercitazione Dark Angel indirizzata al controllo della folla. Questo a dimostrazione che lo scudo viene usato dalle FFAA anche in tempi recenti. Da qui l’importanza e l’attualità dell’invenzione di Rondinone che permetterebbe il trasporto dello scudo nei mezzi militari anche nelle missioni all’estero.
Quando è diventato poliziotto e che cosa ha fatto?
Mi sono avvicinato in Polizia 25 anni fa in qualità di agente, poi durante la carriera ho effettuato corsi specialistici, quali scorte, frontiera e tecniche operative. Poi corsi BLSD (Basic Life Support and Defibrillation), primo intervento e ora sono responsabile delle tecniche operative e della difesa personale presso la Questura di Rimini.
Vita professionale di Frieda?
Sono in attività dagli inizi degli anni ’90 nell’ambito della sicurezza. Ho conosciuto Rondinone per ragioni professionali.
Cavaliere, dottore o Rondinone?
Per carità, veda lei, ma il cognome per me va benissimo.
Come ha avuto l’idea dello scudo?
L’idea dello scudo nasce osservando le dotazioni di sicurezza che attualmente hanno polizia, carabinieri e guardia di finanza come lo scudo rigido che occupa uno spazio elevato in automobile. Per cui ho studiato questo scudo che occupa uno spazio molto piccolo all’interno dell’autovettura e nel momento in cui l’operatore avesse bisogno, in un tempo relativamente breve, si riesce ad aprirlo dando una sicurezza totale all’operatore.
Rondinone, che contributo ha dato Frieda durante i test?
Frieda ha contribuito fornendo specifiche teorico-pratiche nella descrizione dello scudo, fornendo un valore aggiunto a quella che è la sicurezza reale e anche a livello strutturale come ad esempio fisico. Pensi alla grandezza e al peso dello scudo alla portata delle colleghe poliziotte o delle operatrici degli altri corpi e questo per dare prontezza della risposta ed efficacia dell’intervento nel momento nelle quali sono chiamate ad operare anche contro attacchi portati con calci e pugni oppure con sampietrino o coltello.
Quali sono state le difficoltà iniziali?
Purtroppo ce ne sono state tante, sia dal punto di vista progettuale sia della costruzione dello scudo vero e proprio, sia nella scelta dei materiali. Uno dei problemi è stato l’unione dei pannelli per conferire la forma desiderata. Non c’era ancora uno speciale meccanismo che potesse unire i pannelli ma tenendoli mobili. Per fare questo ho dovuto rivolgermi ad un artigiano per il taglio e il montaggio dei pannelli e per creare e modificare fino all’attuale risultato di questo specifico scudo. Ho perso giorni e notti per arrivare al risultato.
Che cosa si prefigge, in sintesi, lo "scudo Rondinone"?
Sicuramente la sicurezza dell’operatore di polizia, perché attualmente gli scudi della polizia, carabinieri e guardia di finanza non sono del tutto facili da reperire al momento del bisogno. Nel senso che se mi trovassi in una autovettura e una persona ostile mi venisse incontro con fare minaccioso, non ci sarebbe la prontezza e la sicurezza per uscire dalla macchina e prendere lo scudo. Questo è stato il vero pensiero.
Con il progetto dello scudo richiudibile, invece, si può tenere a portata di mano e l’agente in velocità può prenderlo e scendere già coperto e in sicurezza.
Perché lo scudo anche nel 2022 è ancora considerato uno strumento valido nel corpo a corpo?
Ho lavorato molto sul tempo di reazione. Suddetto tempo è quello che intercorre da quando il cervello realizza il pericolo e la reazione stessa più adeguata. Serviva dunque uno scudo che avesse la possibilità di rimanere entro i tempi di reazione per quanto riguarda l’utilizzo ai fini di copertura del corpo e che non occupasse troppo spazio, così da averlo sempre vicino all’interno dell’autovettura. L’obiettivo era quello di far uscire l’agente dall’auto già protetto.
Il ruolo di Frieda è stato quello di fornire indicazioni utili e prove realistiche nella gestione dello scudo durante le fasi dei test operativi.
In caso di azione veloce in che cosa si differenzia lo scudo da lei progettato con quelli già in uso?
Veramente i progetti sono due: uno scudo rotondo e uno rettangolare.
Ho lavorato su entrambe le tipologie di scudi. Li ho resi tali da essere trasportati o in portabagagli o direttamente all’interno della vettura.
Quelli in uso attualmente sono a struttura unica e fissa e naturalmente possono essere trasportati solo con i furgoni. Lo scopo dello studio invece è stato quello di piegarli e renderli prontamente attivi. Quello rotondo ad esempio crea una barriera circolare che copre ampiamente l’operatore, visto che lo spazio coperto è di 180 cm di diametro, in modo da evitare sia calci e pugni sia un eventuale coltello perché l’ampiezza rende difficile colpire l’agente che lo usa.
L’uso di un coltello o di una bottiglia rotta contro gli attuali scudi in uso potrebbero entrare di lato scavalcando la protezione degli scudi.
Il diametro ampio protegge anche contro un aggressore molto alto e con una notevole mole.
Scusi, il circolare è veramente grande! Come si apre?
Si impugna in maniera verticale e la forza di gravità lo apre all’istante per 180°. L’apertura può avvenire da sinistra verso destra o l’inverso se l’operatore è mancino. E già così protegge, poi se c’è la disponibilità, avendo un secondo di tempo in più, si completa il cerchio. È una specie di ventaglio che si apre a 360°. Lo scudo è composto da 18 spicchi.
Mentre quello rettangolare?
Sfrutta lo spesso principio: scende dall’alto verso il basso. È uno scudo formato da un rettangolo di 80x37 cm che poi diventa 80x111 cm. Sfrutta sempre la gravità.
La posizione di Frieda in merito alla forza di gravità, incide?
(Frieda) Abbiamo fatto della prove così da valutare che fosse agevole usarlo anche con un fisico femminile.
Rondinone, potrebbe esserci in futuro una versione antiballistica?
Assolutamente sì. Naturalmente cambia il materiale, ma in ogni caso deve avere una parte trasparente per vedere.
Lo scudo è un deterrente o una incitazione allo scontro fisico?
Indubbiamente è una grande deterrenza quanto altri strumenti, ma in maniera particolare fa capire che si vuole evitare l’uso della forza. Ha un alto impatto visivo. È propedeutico alla tranquillità della persona ostile.
Questo tipo di scudo può sganciarsi e chiudersi accidentalmente durante l’azione?
Potrebbe. Comunque con lo scudo circolare rimangono sempre 180° di protezione, mentre con quello rettangolare in problema non dovrebbe esserci. Comunque con entrambi i modelli, qualora dovesse esserci un problema o una rottura, si ha sempre la parte basica di partenza che garantisce un po’ di copertura.
In base alla sua vasta esperienza personale, quale dei due modelli offre la maggiore vastità di impiego?
Quello circolare offre più sicurezza, ma pecca un po’ sul peso e di prontezza. Ma è impercettibile. Quello rettangolare è sicuramente più immediato, ma offre una difesa leggermente ridotta.
I materiali dei modelli sono stati valutati da un ingegnere che ha provveduto poi anche a redigere il rapporto per il brevetto.
Questi scudi trovano applicazione nei vari reparti della polizia come ordine pubblico, volanti, motociclistica e anche i poliziotti in borghese con automobili civili?
Quello rotondo per chi lavora sulle moto no. Quello rettangolare va bene per tutti.
In automobile dove si possono tenere gli scudi?
Quello rettangolare ovunque. Quello rotondo può essere messo nella parte anteriore del cruscotto o nel portabagagli.
Devo aggiungere però che per lo scudo rettangolare la Commissione Europea ha certificato che oltre a quello da me brevettato ci sono altri scudi molto simili in alcuni paesi europei. In ogni caso il brevetto di quello rettangolare al momento è ancora valido. Invece quello rotondo è unico in tutta Europa.
L’intervista si conclude con la visione dal vivo degli scudi che effettivamente sono ridotti rispetto alla loro reali dimensioni e allo spazio disponibile nelle autovetture.
A questo punto l’inventore e la sua creazione entreranno nella storia? Impossibile fare pronostici, ma sicuramente l’effemeride e i brevetti rimarranno a disposizione degli studiosi o chissà, magari la Polizia farà un museo con i prototipi elaborati dagli agenti che in qualche maniera hanno voluto contribuire a migliorare il servizio reso alla collettività.
Fonti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/scudo_%28Enciclopedia-Italiana%29/
SCUDO di George MONTANDON - Gioacchino MANCINI - Ugo BADALUCCHI - Carlo MANGANONI - - Enciclopedia Italiana (1936)