Nella mattinata, presso l’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, alla presenza del presidente della repubblica prof. Sergio Mattarella e del ministro della Difesa sen. Roberta Pinotti, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2015 - 2016.
Nell’aprire la cerimonia, il comandante della Scuola, generale di divisione Vittorio Tomasone, ha indirizzato il proprio saluto ai presenti illustrando le attività didattiche svolte dall’Istituto, frequentato attualmente anche da ufficiali afgani, albanesi, cileni e turchi.
Il generale Tomasone ha poi evidenziato l’importante ruolo svolto dalla Scuola non soltanto nella formazione tecnico – professionale ma anche morale attraverso “il richiamo quotidiano all’esercizio di una responsabilità fatta soprattutto di senso etico”.
Fra le tante Autorità presenti in platea, anche il presidente della Camera on. Laura Boldrini, i vice presidenti del Senato sen. Linda Lanzillotta e sen. Maurizio Gasparri, il ministro dell’Interno on. Angelino Alfano, il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali on. Maurizio Martina, il ministro dell’Istruzione, dell’Università, e della Ricerca sen. Stefania Giannini, il ministro della Salute on. Beatrice Lorenzin, Il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione on. Maria Anna Madia, il vicepresidente del C.S.M. on. Giovanni Legnini, il primo presidente della Corte Suprema di Cassazione dott. Giovanni Canzio, il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri sen. Marco Minniti, quello al Ministero dell’Interno on. Gianpiero Bocci e quello al Ministero della Giustizia on. Cosimo Maria Ferri, il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia on. Rosy Bindi, il presidente della Commissione Difesa della Camera on. Francesco Saverio Garofani, il presidente del Consiglio di Stato avv. Alessandro Pajno, il presidente della Commissione di Garanzia dell’Attuazione dott. Roberto Alesse, il presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico ing. Guido Pier Paolo Bortoni, il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione dott. Raffaele Cantone, il capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Claudio Graziano, il consigliere per gli affari del Consiglio Supremo di Difesa e segretario del Consiglio Supremo di Difesa gen. Rolando Mosca Moschini, il consigliere militare del presidente della repubblica generale s.a. Roberto Corsini, il direttore generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Capo della Polizia prefetto Alessandro Pansa, il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio sq. Giuseppe De Giorgi, il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica gen. s.a. Pasquale Preziosa, Il comandante generale della Guardia di Finanza generale di c.a. Saverio Capolupo, il capo del Corpo Forestale dello Stato ing. Cesare Patrone, il direttore dell’Aisi generale di c.a. Arturo Esposito, l’arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia Sua Ecc.za mons. Santo Marcianò, il presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al V.M. generale di b. Umberto Rocca, il presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo generale di c.a. Libero Lo Sardo ed esponenti degli organismi di rappresentanza dell’Arma.
Ha quindi preso la parola il comandante generale Tullio Del Sette, che, nel ringraziare tutti i presenti, ha rivolto un saluto deferente, al presidente della repubblica Sergio Mattarella, ringraziandolo della sua costante vicinanza all’Istituzione.
Un saluto particolare è stato rivolto agli organi d’informazione, che svolgono un ruolo fondamentale per “l’affermazione di una società libera e civile”.
Il generale Del Sette ha, come di consueto in questa occasione, tracciato il punto di situazione dell’Istituzione, trattando del personale, dell’attività operativa, del supporto, e di questioni normative di diretto interesse, partendo dallo scenario di riferimento di una “Istituzione che è al contempo Forza di Polizia a competenza generale, con una straordinaria prossimità alla gente e vocazione per l’ambiente, la salute e il patrimonio culturale, e Forza militare con rango di Forza Armata e compiti esclusivi di polizia militare”. “Un’Istituzione che l’Italia può ascrivere tra quelle più efficienti e apprezzate anche fuori dai confini nazionali”.
Un’Istituzione che ha nel personale il suo patrimonio più importante. Da valorizzare dirigere, tutelare e sostenere affinchè nelle migliori condizioni possa assolvere pienamente i suoi compiti a qualsiasi livello gerarchico e in qualsiasi incarico, “nell’assunto che nessuno è marginale quale che sia il servizio che svolge se ben lo fa, sapendo che deviazioni dalla linea etica del Carabiniere, uomo/donna morale, non possono essere comprensibili nè accettabili”. “…Questi sono i riferimenti ideali, antichi e sempre attuali, che guidano la nostra azione in ogni campo – addestrativo, operativo e gestionale” – ha proseguito il generale – “per i quali lavoriamo all’unisono in ogni reparto, in empatia e piena assonanza d’intenti con la nostra Rappresentanza militare e, in particolare, per me, la Sezione Carabinieri del COCER, esemplarmente vigile e responsabilmente decisa nel segnalare e sostenere le ragioni e le attese del personale”.
Il generale Del Sette ha poi illustrato il contributo operativo dell’Arma nel sistema di Sicurezza nazionale. Pe quanto attiene alla polizia di prevenzione e giudiziaria, in un quadro generale in continuità con lo scorso anno che vede un generale calo dei reati, “sono stati soprattutto i reati predatori (rapine e furti), quelli contro la persona (omicidi a seguito di rapina, omicidi in famiglia, femminicidi) e quelli contro la pubblica amministrazione a incidere sfavorevolmente sulla sicurezza reale e percepita”. “Contestualmente ancora pervicace si è confermata la criminalità organizzata, attiva e perniciosa nelle regioni d’origine e, con accresciuta capacità di penetrazione, nel settentrione, affiancata da aggregazioni criminali straniere, contingenti o strutturate, soprattutto esteuropee e nord africane”.
In materia di ordine pubblico il comandante generale ha sottolineato l’impegno straordinario profuso per Expo 2015 e un “trend non particolarmente problematico” evidenziando al contempo le straordinarie attività “dirette alla prevenzione e alla repressione della minaccia terroristica, via via cresciuta in modo esponenziale per effetto dell’aggressione jihadista all’Europa e all’occidente connessa al deterioramento del quadro siro-iracheno e alla sua capacità espansiva, dalle regioni contigue all’Africa”. Scenario che ha fortemente inciso sull’esecuzione “dei compiti di polizia militare svolti a favore di tutte le Forze armate italiane, in Patria e all’estero, nonchè sulle attività di tutela delle rappresentanze diplomatiche, di peacekeeping e su quelle, in felice espansione, di advising, assisting e training (consulenza, affiancamento e addestramento) a favore di Forze di polizia straniere, europee e, soprattutto, esteuropee”.
Il generale del Sette si è dunque soffermato sul sistema di Sicurezza Nazionale che in tema di terrorismo “non si è certo svegliato all’alba del 14 novembre” ma “ha sviluppato da anni strutture e procedure, in sostanza anticorpi, con cui fronteggiare la minaccia dall’interno e dall’esterno”, che operano da anni con ottimi risultati. Strutture quali il R.O.S., sul piano investigativo, che la vigilia dell’attentato di Parigi ha disarticolato un’organizzazione terroristica di matrice islamica con l’arresto di 17 jihadisti, e il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (C.A.S.A.), operante da oltre un decennio presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, per la condivisione informativa e l’adozione delle necessarie contromisure sui piani preventivo e repressivo. In tale contesto il Paese può contare anche su forze d’èlite, Forze Speciali “che vantano livelli di assoluta eccellenza” il cui impiego sinergico è disciplinato da piani predisposti e aggiornati presso il Ministero dell’Interno. Tra questi reparti il comandante generale ha voluto citare “il G.I.S. (Gruppo d’Intervento Speciale), costituito nel 1978 per fronteggiare la minaccia eversiva interna, è l’unità dell’Arma impiegata per gli interventi operativi più critici, caratterizzati dalla presenza di ostaggi, sia in Italia, quale Unità di Intervento Speciale a disposizione del ministro dell’Interno, sia all’estero, al fianco delle altre Forze Speciali militari, alle dipendenze del capo di Stato Maggiore della Difesa”.
La minaccia terroristica ha spinto ad elevare le capacità di reazione di tutti i reparti, attraverso direttive operative e specifiche sessioni addestrative, oltre a dotarsi, assieme alla Polizia di Stato, “di Aliquote di Primo Intervento, unità che, per specifica preparazione, utilizzo di mezzi blindati ed equipaggiamenti speciali - inserite nei Nuclei Radiomobili e/o nei reparti dell’Organizzazione mobile - sono in grado di dare una risposta operativa idonea a fronteggiare con immediatezza eventuali azioni terroristiche, in attesa dell’intervento risolutivo, se necessario, delle Forze Speciali”.
Il comandante generale è passato dunque a descrivere l’impegno internazionale dell’Istituzione.
Sono 8 i teatri operativi in cui 440 Carabinieri operano in missioni di “peace keeping per la vigilanza sul rispetto dei diritti umani o in missioni addestrative a favore delle Forze di Polizia locali”, oltre ad altrettanti impegnati nel garantire la sicurezza delle rappresentanze diplomatiche nazionali all’estero.
In particolare a “Bagdad, l’Italia, in stretta collaborazione con la Coalizione anti-ISIS e con il Ministero della Sicurezza Interna iracheno, nell’estate scorsa ha progettato e avviato l’addestramento, affidato ai Carabinieri, delle Forze di polizia federali e provinciali” che ha consentito di formare, con il plauso anche del presidente degli Stati Uniti d’America, di 1300 unità sunnite e sciite, “in un’ottica assolutamente inclusiva e imparziale, mentre tre giorni fa è iniziato un nuovo corso per 960 unità e a breve sarà avviato il primo per poliziotti curdo-iracheni vicini a Erbil”.
In Palestina dal 2014 ha avviato, nell’ambito di una collaborazione bilaterale tra l’Italia e l’Autorità Nazionale Palestinese, e su richiesta di quest’ultima, l’addestramento delle polizie locali, “una delle quali formata per la tutela del patrimonio culturale”.
A Gibuti l’Arma ha formato 750 operatori di polizia somali e addestrato nelle tecniche investigative 350 gibutini. “L’Africa rappresenta indiscutibilmente un contesto importante per il controllo del terrorismo internazionale e dei traffici criminali transnazionali – ha proseguito il generale Del Sette – da qui gli accordi tecnici con la Somalia e l’Uganda, in base ai quali l’Arma, su mandato governativo, ha distaccato Consiglieri in favore dei comandanti delle rispettive Polizie e si appresta a nuove collaborazioni”.
All’impegno all’estero si affiancano le attività addestrative sviluppate dal Centro di Eccellenza per le Stability Police Units (CoESPU) di Vicenza che – ha ricordato il comandante generale – “costituito nel 2005 con il sostegno del Dipartimento di Stato americano, ha addestrato finora oltre 8.000 quadri di Forze di polizia di 97 Paesi” oltre ad essere stato individuato dall’Unione Europea centro “coordinatore delle esercitazioni per le polizie europee e africane nell’ambito dei programmi di addestramento delle Forze di polizia che contribuiscono alle missioni civili”.
Sempre in Vicenza, nella stessa sede del CoESPU è stato anche istituito il Centro di Eccellenza NATO sulla polizia di stabilità (SPCoE), l’unico riferimento nello sviluppo della dottrina delle “polizie di stabilità” (la stability policing). Iniziative addestrative in favore di altri Stati vengono altresì sviluppate presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative - l’ISTI - di Velletri, polo di aggiornamento e studio delle tecniche investigative e delle tecnologie applicate alle indagini, dove su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale vengono addestrati operatori di polizia giudiziaria di 10 Paesi Africani e 14 appartenenti all’area dei Caraibi.
“L’approccio innovativo e dinamico adottato per le iniziative sin qui elencate – ha proseguito il gen. Del Sette – e la ricerca di soluzioni per le esigenze emergenti è alla base della progettualità “UNITE4HERITAGE”. Parlo dei “Caschi blu per la cultura” fortemente voluti dal ministro Franceschini, proposti in settembre dal presidente Renzi all’ONU e approvati all’unanimità dall’UNESCO. Una task force dedicata alla tutela del patrimonio culturale in caso di calamità naturali, crisi internazionali o conflitti armati”.
Dopo aver confermato la validità del modello operativo dell’Arma, che ruota attorno alla Stazione “efficiente servizio di polizia per il cittadino, è anche strumento efficace per il contrasto della minaccia terroristica, anzitutto sul piano informativo, con l’osservazione diretta e il contatto con la gente” e ai reparti a stretto contatto con il territorio cui si affianca l’azione “dei reparti investigativi territoriali e a vocazione specialistica, i Nuclei Investigativi, a livello provinciale, e il R.O.S., a livello interprovinciale e centrale, supportati dal Raggruppamento Investigazioni Scientifiche, con le articolazioni periferiche dei R.I.S. e delle Sezioni, di altissimo livello tecnologico e scientifico”, il generale Del Sette ha elencato i dati più significativi dell’impegno istituzionale nel 2015: 4.430.000 servizi preventivi, 1.970.000 reati perseguiti, 425 mila autori di reati segnalati all’Autorità giudiziaria, 69 mila tratti in arresto, di cui 700 per associazione di tipo mafioso, un miliardo e 145 milioni di euro di beni sequestrati e confiscati, quasi tutti gli autori di omicidi assicurati alla giustizia. Nel contrasto alla criminalità organizzata il 2015 ha visto operazioni di grande valenza “per tutte: “Aemilia”, contro un’associazione ‘ndranghetista, radicata nel centro-nord, con l’arresto di 163 persone; “Mondo di mezzo”, a Roma (iniziata a fine 2014), che ha rivelato un sistema di corruzione e infiltrazione del tessuto economico e istituzionale capitolino operante secondo i canoni dell’associazione di tipo mafioso, con 71 arrestati e altri 59 indagati. O anche: l’operazione “Tulipano” a Roma su un sodalizio camorristico con 61 arresti a febbraio; l’operazione “Pilastro” a Bari con 64 arrestati di un clan pugliese; quelle che hanno portato a Napoli all’arresto di 45 affiliati alla camorra e 37 ‘ndranghetisti a Reggio Calabria; le ripetute vaste operazioni in Sicilia, con decine di mafiosi arrestati tra Catania, Palermo e Trapani e il sequestro di beni per oltre 26 milioni di euro riconducibili al boss latitante Mattia Messina Denaro”. I Reparti speciali che operano nella tutela della salute, del patrimonio culturale, dell’ambiente, del lavoro, della genuinità delle risorse agro-alimentari e per la difesa della moneta contro la contraffazione hanno, tra l’altro, accertato 5.900 violazioni penali e amministrative in materia ambientale, effettuato 22.300 controlli e contestato sanzioni per 55 milioni di euro in materia di lavoro, recuperato 11.500 reperti archeologici, alcuni esposti nel Museo Storico dell’Arma, sottratto al consumo 23.300 tonnellate di prodotti alimentari contraffatti.
Tra i 2000 e i 3000 carabinieri al giorno della organizzazioni Territoriale e, soprattutto mobile – “ora tutta contraddistinta dal basco turchino (amaranto per il 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania”)” sono impegnati nei servizi di ordine pubblico, per oltre la metà “condivisi con la Polizia di Stato soprattutto l’Expo, il Giubileo della Misericordia, le competizioni sportive, le manifestazioni, gli eventi, i cantieri TAV, i Centri per l’immigrazione”.
Il comandante generale ha dunque ricordato che “il futuro prossimo è costellato di impegni e obiettivi di grande entità”, in aderenza con la linea di Governo dell’efficienza e della valorizzazione delle risorse, continuando a “percorrere l’idea della dimensione umana in un’Istituzione che…come in passato… farà dei valori il punto nodale di forza”.
Impegni e obiettivi in primo luogo nel settore addestrativo dove ad una formazione di base elevata , “nella quale la strutturazione del “cittadino Esemplare” dev’essere fondamentale” si deve affiancare un costante aggiornamento professionale e culturale. “Perciò abbiamo sviluppato intense sessioni sulle tecniche di intervento, sul corretto uso delle armi in situazioni di emergenza e sull’uso dei mezzi di coazione fisica non letali, riferite anche ai bastoni da difesa, distribuiti a tutta la Territoriale e ai dispositivi spray a base di oleoresina di capsicum di prossima ampia distribuzione, che meglio consentono di graduare l’uso della forza perché possa essere sempre contenuto nel limite strettamente necessario a respingere aggressioni, accrescendo contestualmente i livelli di autotutela e protezione del personale”. Oltre alla formazione psicologica, per sviluppare al meglio capacità di reazione e autocontrollo, alla formazione continua in ambito investigativo, a quella a domicilio attraverso strumento di e-learning, all’approfondimento delle lingue straniere, inglese in particolare, ma anche tra le altre arabo, cinese, giapponese e albanese.
Il generale Del Sette si è poi soffermato su alcune problematiche di maggior rilievo per l’Istituzione, tra le quali, quella relativa all’organico “che ha ricevuto attenzione concreta nelle decisioni del governo e del parlamento”, grazie alla determinazione governativa di non replicare il blocco del turn over e agli arruolamenti straordinari di 1050 carabinieri per gli anni 2015 – 2016 che garantiranno l’immissione di 5.000 nuovi uomini e donne nel biennio, oltre alla possibilità anche per l’Arma, grazie ad un decreto del ministro Pinotti, di poter arruolare temporaneamente alcuni ufficiali della “Riserva Selezionata, prescelti tra i laureati in possesso di professionalità di nicchia nel campo della bioscienza, dell’informatica, dei beni culturali e delle relazioni internazionali per soddisfare nuove esigenze di ROS, RACIS, Tutela del Patrimonio culturale e Comando Generale”; l’auspicio che venga riconosciuto l’impegno e la professionalità del personale, “nella “condizione di specificità” prevista dalla legge 183 del 2009”; la c.d. “Legge Madia che reca la delega per il riordino dei ruoli “atteso da 10 anni. Tante le aspettative e l’intenso impegno, in tavoli interni, con il COCER, e interforze, in ambito Interno e Difesa, per individuare e proporre al Governo le ritenute migliori soluzioni attuative, in un quadro di piena equiordinazione tra Forze di polizia e Forze armate (quest’ultime recentemente dotate di analoga delega)”; il ripristino delle normali dinamiche retributive, grazie all’intervento del Governo e del Parlamento e la soddisfazione per lo stanziamento degli 80 euro a favore del personale non dirigente del comparto Sicurezza e Difesa; e infine in tale positivo contesto “l’auspicio che possa trovare accoglimento anche la richiesta, giustamente sostenuta dalla Rappresentanza militare, dell’avvio della previdenza complementare”.
Alle iniziative che valorizzano il personale si affiancano, con l’obiettivo generale del continuo efficientamento delle risorse strumentali, “le misure dirette all’adeguamento delle strutture, dei sistemi, degli apparati e dei mezzi”. Tra i tanti provvedimenti, di spicco, “la distribuzione di 1400 dispositivi “ODINO” ai Nuclei Radiomobili, tablet da 8 pollici in collegamento diretto con le banche dati e in grado di inviare foto e filmati alla Centrale Operativa e di consentire navigazione satellitare”; l’acquisizione di nuovi manufatti protettivi e la sperimentazione di una nuova arma di reparto in sostituzione del PM12 e lo studio di un sofisticato sistema di “biometria vocale” per il riconoscimento delle voci nelle indagini; il rafforzamento dei sistemi di Cyber sicurezza, “con l’attivazione di un CERT (Computer Emergency Response Team) presso il Comando Generale, in grado di difendere le strutture informatiche dell’Arma”; l’implementazione in generale di tutti i sistemi informatici sia nel settore amministrativo gestionale che in quello operativo; prosecuzione del programma di ammodernamento del parco veicoli, anche grazie al nuovo programma di noleggio a lungo termine, “da noi proposto, previsto e finanziato dalla legge di stabilità che, da solo, consentirà l’immissione di duemila mezzi l’anno (sui 2.500 necessari), con risparmi di spesa straordinariamente consistenti nei primi anni e poi significativi a regime”; razionalizzazione nel settore aereo dei siti “in un’ottica condivisa con le altre Forze di polizia”; in ambito infrastrutturale la “rifunzionalizzazione di immobili demaniali” per un piano di risparmi sulle locazioni, come già praticato da anni e l’efficientamento energetico dei complessi più importanti.
“Molto è stato fatto, ancor di più è da fare” per corrispondere al meglio alle richieste di sicurezza della gente.
Il generale Del Sette, in ultimo, prima di invitare il signor ministro della Difesa a dichiarare ufficialmente aperto l’Anno Accademico, si è rivolto agli ufficiali allievi. Ha ricordato il privilegio di frequentare un Ateneo, centro di cultura professionale “per avviare o proseguire, per un’intera vita di lavoro, la Vostra missione di carabinieri, di ufficiali dell’Arma”. “Siete stati per questo attentamente scelti, siete seguiti con cura, avete straordinarie opportunità di studio e approfondimento culturale…Avete quindi il dovere di dare il massimo, di applicarvi con energia, conservando e rafforzando la Vostra freschezza, fortezza e fermezza morale, i Vostri ideali, il Vostro entusiasmo, il Vostro attaccamento all’Istituzione…Qui vi preparate ad essere carabinieri e comandanti di carabinieri e comandare richiede di sapere, di saper servire, sapere ascoltare, saper riflettere, saper insegnare, saper assumere responsabilità saper decidere rapidamente e con coraggio…vivete intensamente questo periodo”
Ha dunque preso la parola il ministro della Difesa sen. Roberta Pinotti, salutando i presenti e ricordando come il presidente della repubblica, ben 16 anni fa, in qualità di ministro della Difesa volle “in maniera saggia e lungimirante, che l’arma dei Carabinieri, per la sua capillarità, la sua diversificazione e la sua intrinseca specificità, venisse elevata al rango di Forza Armata”.
Ha sottolineato il ruolo offerto dall’Arma di “Istituzione e di presidio delle Istituzioni, di garanzia dell’ordine, della sicurezza e della tutela di tanti di quei diritti che tutti gli italiani considerano ormai definitivamente acquisiti, se non scontati: libertà, democrazia, salvaguardia della dignità umana, difesa dei più deboli, rispetto della legge” il tutto reso possibile soprattutto dalla sua “militarità”.
Il ministro ha evidenziato che “molte Nazioni, anche tra le più evolute nel mondo, guardano con grande ammirazione, rispetto ed interesse a questa nostra Forza Armata in termini di organizzazione, impiego, flessibilità specializzazione e innovazione”.
Prendendo spunto dal discorso di fine anno del presidente della repubblica, ha sottolineato che “l’Arma dei Carabinieri, insieme alle altre Forze Armate, costituisce, …da sempre, un impeccabile esempio proprio di quella correttezza, di quell’onestà, di quella sobrietà e di quel rispetto istituzionale che i nostri cittadini ci chiedono……Frutto di dedizione, impegno, senso del dovere e delle istituzioni, spirito di sacrificio e di solidarietà, coraggio fisico, morale ed intellettuale, disciplina matura e consapevole, altruismo e spirito di servizio a favore dell’intera comunità nazionale” ricordando ai giovani ufficiali allievi che è ciò a cui si stanno preparando.
Il ministro ha quindi concluso formulando agli ufficiali allievi “l’augurio che, dai mesi passati in questa scuola, fino al termine della vostra carriera che spero lunga e prestigiosa per tutti… possiate, al termine di ogni vostra giornata in uniforme, dire, soprattutto a voi stessi: “Il mio Dovere l’ho fatto”, dichiarando aperto l’anno accademico 2015 – 2016 della Scuola Ufficiali Carabinieri.