Quale sarà il ruolo, nonché il futuro dell’Italia nell’ambito del progetto di cooperazione strutturata permanente? E quali le prospettive per le industrie italiane, come Leonardo, che operano nel settore?
Questi alcuni degli interrogativi lanciati da Difesa Online a conclusione dell’articolo del 3 novembre (Pesco, quale il futuro dell’Italia nel progetto di cooperazione strutturata permanente?), alla luce dell’ormai prossima fase di avvio del progetto di integrazione della Difesa al livello comunitario. Tema su cui la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, è tornata a parlare questa mattina in occasione dell’audizione che si è tenuta alla Camera dei deputati.
Stessi interrogativi che sono stati rilanciati alla ministra della difesa e alla viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova, da due deputati della Commissione Difesa intervenuti nel corso dell’audizione.
Nel corso del suo intervento, il deputato Massimo Artini ha domandato quali siano “le basi di politica estera e di difesa da cui saranno pensati i progetti da integrare nella Pesco” e “se ci sia la volontà di pensare a un ruolo dell’Italia quale leader nella cooperazione strutturata permanente a quattro Paesi (Italia, Francia, Germania e Spagna), dal punto di vista politico e di capacità industriali”.
Il ruolo dell’Italia nel progetto di cooperazione strutturata permanente è un argomento su cui la ministra Pinotti è apparsa alquanto ottimista: “nella difesa esiste un asse Parigi-Berlino perché la Francia e la Germania lavorano, storicamente, su assetti comuni ad entrambe, ma con la stessa forza vi dico che non si fa la Difesa europea senza l’Italia”. Per poi chiarire che l’asse franco-tedesco renderebbe l’Italia un “riferimento” per altri Paesi, in quanto una “polarizzazione su quell’asse preoccupa alcuni”. La Pinotti non esclude, quindi, il coinvolgimento di altri Paesi insieme a Francia, Italia, Spagna e Germania: “la partita è iniziata a quattro, ma non sarà chiusa a quattro. È chiaro, però, che ci sarà un ‘gruppo di testa’”.
A sollevare, poi, la questione relativa ai fondi ad alcuni settori della ricerca e al futuro delle PMI italiane e delle industrie italiane leader nel settore, come Leonardo, ci ha pensato il deputato Vincenzo D’Arienzo: “avendo molte delle nostre aziende rapporti con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, in che modo potranno evolversi alla luce delle dinamiche sempre più complesse che tali politiche vanno determinando?”.
“Se va avanti il processo di integrazione” ha affermato la ministra in risposta alla questione “deve andare avanti di pari passo un processo di aggregazione industriale, altrimenti le idee vanno da una parte e gli interessi dall’altra. Ci sarà un grande movimento e dobbiamo fare attenzione a non rimanerne fuori”.
E in tema di risorse, precisa: “L’importanza del Fondo non sta nell’entità delle risorse, ma nella scelta stessa della sua istituzione. In precedenza non si potevano finanziare progetti che facessero riferimento alla difesa e per partecipare a qualche progetto europeo di ricerca bisognava nascondere qualsiasi tema legato alla difesa in temi più duali”.
E così alla “vigilia di passaggi importanti” (come definita dalla ministra Pinotti) le commissioni difesa e attività produttive, commercio e turismo della Camera hanno votato la “Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP), volto a sostenere la competitività e la capacità di innovazione dell’industria europea della difesa”.
Per quanto invece riguarda l’iniziativa PESCO, il prossimo appuntamento sarà la riunione tra i ministri degli Esteri e della Difesa (CAE-D) che si terrà la prossima settimana a Bruxelles, per notificare, appunto, l’intendimento di avviare la cooperazione rafforzata permanente. A dicembre, ove il processo si concluda positivamente e riceva la maggioranza qualificata, vi sarà la riunione dei Capi di Governo che dovrebbero approvare il lavoro fatto dai ministri.