Le Forze Speciali russe: le origini

(di Tiziano Ciocchetti)
20/10/17

Le Forze Speciali russe, gli Spetsnaz (spetsialnoye naznacheniya), nascono ufficialmente nel 1950. Tuttavia, in epoca precedente, elementi dell’Armata Rossa pianificano e conducono operazioni in profondità dietro le linee nemiche.

L’affermazione di questa nuova dottrina si realizza con la nascita delle unità di paracadutisti. Padre della nuova specialità è il Maresciallo Michail Nikolaevič Tuchačevskij, uno dei maggiori innovatori militari nel campo della tattica del XX secolo, grande assertore del concetto di battaglia di profondità, seguendo l’assunto che una guerra moderna possa essere vinta non con un reiterato confronto sulla linea del fronte ma attraverso lo sfondamento o l’aggiramento di quella linea, colpendo il sistema di rifornimento del nemico nonché i suoi centri di comando. A tal fine egli si impegna nello sviluppo delle forze corazzate, dei paracadutisti e delle forze speciali, sviluppandone le tecniche di impiego atte a destabilizzare le retrovie avversarie.

Nel 1930 (foto) viene pianificata la prima esercitazione campale con un inserimento, tramite paracadute, di squadre dietro le linee nemiche. Dato l’esito positivo dell’esercitazione si forma inizialmente una compagnia di paracadutisti, seguita poi, due anni più tardi, da una Brigata aviotrasportata con pieno organico. Significativamente viene denominata 3° Brigata d’assalto aereo con compiti speciali, dal momento che, tra i suoi ranghi, ci sono unità classificate come forze speciali utilizzate per condurre operazioni alle spalle del dispositivo nemico.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale le truppe aviotrasportate sovietiche (VDV, Vozdushno-Desantnye Voiska) mettono in campo 5 Corpi aviotrasportati delle dimensioni di una Divisione, ognuno dei quali include una unità speciale (Spetsnaz) a livello di Battaglione, adibito alle operazioni segrete e/o alla ricognizione in profondità.

Durante l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica (operazione Barbarossa, 22 giugno 1941), in seguito alla rapida avanzata in profondità della Wermacht, si formano numerosi nuclei di resistenza in grado di arrecare non pochi danni alle linee di rifornimento dei tedeschi. Tuttavia il compito di pianificare questi sabotaggi spetta al NKVD (Commissariato del popolo per gli affari interni)e al GRU (Direttorato principale per le informazioni), questi due apparati dello Stato sovietico gestiscono le proprie operazioni dispiegando comandanti appositamente addestrati, esperti in demolizioni, tiratori scelti che forniscono il supporto dei gruppi di resistenza dietro le linee nemiche.

L’Armata Rossa poteva contare su molti specialisti formatisi nel corso della guerra civile spagnola, sugli ufficiali dell’intelligence che avevano viaggiato in Occidente, ma venivano anche scelti dalle truppe regolari, in special modo chi poteva vantare competenze particolari.

Comunque i veri precursori degli Spetsnaz sono le forze di ricognizione (foto), spesso conosciute come Razvedchiki (scouts). Qualche volta lavorano in collaborazione con i partigiani, più spesso operano in modo indipendente. Dipendono amministrativamente dal GRU ma sono subordinati operativamente ai Comandi dei Fronti. Supportano i gruppi dei partigiani anche i distaccamenti provenienti dalle Brigate speciali indipendenti di fucilieri motorizzati del NKVD (OMSBON).

Degno di nota sono i Battaglioni di genieri indipendenti delle Guardie del GRU (OGBM), i quali sono utilizzati in ogni parte del fronte. Sono formati da volontari fisicamente prestanti, da cacciatori e sportivi, non solo addestrati alle operazioni di demolizione ma anche alle infiltrazioni con il paracadute.

Un loro impiego operativo risulta nel luglio del 1943, nel corso dell’offensiva tedesca nel saliente di Kursk. Nove squadre di gustatori sono paracadutate dietro le linee tedesche dove riescono a distruggere circa 300 km di binari ferroviari. Allo stesso modo, quando i sovietici attaccano i giapponesi in Manciuria, nell’agosto del 1945, distaccamenti d’assalto della 20° Brigata di genieri d’assalto si infiltrano tra le linee nipponiche con il compito di far saltare i collegamenti fra i tunnel, mentre altre unità vengono aviotrasportate dietro le linee con lo scopo di sabotare il sistema di comunicazione.

Grande impulso allo sviluppo delle operazioni speciali si manifesta anche nella Fanteria Navale, dando un significativo impulso a tutto il settore.

Fin da prima dello scoppio della Grande Guerra Patriottica , unità speciali vengono create nell’ambito della Flotta del Nord, la cui zona d’operazioni comprende le acque del Baltico e della Scandinavia. In questa regione, nel 1930, vengono effettuate limitate azioni di ricognizione in profondità ma, con l’inizio delle ostilità, il comandante della Flotta del Nord Ammiraglio Arseny Golovka comprende la necessità di acquisire maggiori capacità di incursione e ricognizione a terra.

Nasce così il 4° Distaccamento marinai volontari speciali, un unità con settanta veterani, atleti e volontari entusiasti che operano fuori dalla base navale di Polyarni. Inizialmente svolgono limitate missioni di ricognizione, a livello di plotone, dal mare ma anche sul territorio finlandese e successivamente si spingono in Norvegia. Comunque, sempre più, l’unità – che viene denominato 4° Distaccamento da ricognizione, sotto il comando centrale della Flotta del Nord, successivamente 181° Distaccamento Speciale da ricognizione - comincia a pianificare e condurre operazioni di sabotaggio e incursioni al fine di catturare prigionieri per interrogarli.

A partire dalla fine del 1943 il 181° viene comandato dal tenente Viktor Leonov (foto), una delle figure più importanti di questa nuova élite. Dopo essersi arruolato in Marina nel 1937, frequenta il corso da sommozzatori, servendo per un periodo a bordo dei sottomarini. All’inizio della guerra si offre volontario nel 4° Distaccamento, dimostrando da subito elevate capacità e spirito d’iniziativa, qualità che lo rendono un comandante efficace.

Nell’ottobre del 1944 comanda una missione volta a neutralizzare una installazione di artiglieria costiera tedesca posizionata a capo Krestovy, i cui pezzi da 150 mm bloccano l’entrata della strategica baia di Petsamo nella penisola di Kola. I tentativi precedenti, condotti con incursioni dall’aria e dal mare, erano falliti, così Leonov guida una compagnia in uno sbarco sulla costa, successivamente intraprendono una marcia forzata di due giorni verso capo Krestovy. Quindi catturano una batteria di cannoni da 88 mm e li usano sia per respingere un contrattacco tedesco sia per colpire le posizioni delle batterie costiere, obbligando i tedeschi a distruggere i cannoni per paura che possano cadere in mani sovietiche.

Dopo la resa della Germania la sua unità viene trasferita alla Flotta del Pacifico per condurre operazioni contro i giapponesi. Il suo 140° Distaccamento indipendente da ricognizione è il primo ad entrare in una serie di città nemiche abbandonate dall’esercito nipponico in ritirata dai territori cinesi e coreani.

Con la resa del Giappone (2 settembre 1945) terminano ufficialmente le attività delle Forze speciali russe nella Seconda Guerra Mondiale.

(foto: MoD Fed russa / web)

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