L'importanza delle associazioni d'arma. Intervista a Francesco Businaro (Assomorosini)

(di Francesco Bergamo)
01/07/16

Ho notato con interesse durante la personale attività giornalistica che ai raduni, giuramenti o avvenimenti di vario genere, le associazioni d'arma sono presenti in massa. Quel che più affascina è il concetto di "identità di gruppo" che riescono a trasmettere. Anche se i soci non si vedono da decenni, una volta rientrati in contatto, dopo i primi convenevoli, azzerano di colpo il gap e tutto si svolge con assoluta normalità. Questo è evidentemente indice di valori comuni condivisi.

Che cosa rappresenta allora una associazione di questo tipo, che finalità ha per i suoi soci e come interagisce con le FFAA di appartenenza? Sono tutte domande alle quali non sono in grado di dare una risposta diretta, perché non sono iscritto a nessuna associazione di questo tipo. Per avere delle risposte, mi sono rivolto al dottor Francesco Businaro, presidente dell'Associazione Nazionale Scuola Navale Militare Francesco Morosini.

Dottor Businaro, quando e perché è nata l'Associazione?

L’Associazione nasce nel 1981 per volontà di alcuni ex allievi che avevano ravvisato, dopo vent’anni dalla nascita dell’allora Collegio Navale, la necessità di dare una trama e un ordito al lungo filo blu che lega tutti gli ex allievi.

Che cosa può dire in merito ai soci di ieri e di oggi dell'Associazione?

Sono diversamente uguali se mi si consente un ossimoro. Ogni ex allievo è “figlio” di un triennio che non potrà mai essere uguale a un altro, così come ognuno di noi è “figlio” del proprio tempo, ma al contempo è parte di una condivisione comune, quella di un’esperienza unica fatta di fatica, allegria, impegno, svago, rigore e goliardia, ma soprattutto di valori forti. “Patria e Onore” è la scritta che campeggia sull’edificio centrale e, per osmosi, finisce per segnare ognuno di noi.

Come vi tenete in contatto tra di voi?

Oggigiorno è forse più difficile isolarsi che non avere strumenti in grado di fare rete. Oltre all’immancabile sito internet dell’Associazione esistono pagine sui Social Group più diffusi a essa dedicati e declinati, in alcuni casi, secondo esigenza: vi sono sezioni rivolte al tutoring o all’imprenditoria, per esempio. La figura del fiduciario regionale, inoltre, svolge un ruolo fondamentale nell’organizzazione di eventi trasversali a tutti i corsi; un esempio per tutti le “tavole delle cinque decadi” durante le conviviali in cui è presente un rappresentante di ogni decade dagli anni Sessanta a oggi proprio per creare momenti di incontro e di confronto tra gli ex di ogni età, ordine e grado. Ogni corso, infine, ha le proprie strategie per mantenere i contatti, spesso demandate a uno o più singoli che si occupano di tenere costantemente aggiornata la base dati con i riferimenti dei propri compagni di corso.

Che cosa vi lega così tanto? È vero che anche quelli che non hanno intrapreso la carriera militare sono iscritti e sono molto attivi?

È difficile spiegare cosa lega ogni ex allievo se non si comprende che il triennio passato al Navale rappresenta, in fondo, un rito di passaggio tra l’età adolescenziale a quella adulta. L’affrancamento dalla propria famiglia per entrare in una comunità costituita da coetanei, l’abbattimento di ogni differenza sociale, il vivere fianco a fianco per tre anni, il condividere esperienze straordinarie come le crociere sul Vespucci o sul Palinuro, getta inequivocabilmente il seme di amicizie indelebili.

In quale maniera l'associazione interagisce con la Forza Armata?

L’Associazione è intrinsecamente vicina alla Marina Militare ma soprattutto alla Scuola. Gli ex allievi interagiscono con la stessa fornendo giornate di orientamento per i giovani allievi, docenze per il conseguimento della patente nautica inserita nel P.T.O.F. (Piano Triennale di Offerta Formativa), consulenze di vario genere avvalendosi delle diverse professionalità, spesso di altissimo livello, presenti tra gli ex allievi.

La maggioranza dei soci come vede la Marina Militare oggi? E come vorrebbero vederla?

Questa domanda può avere una sola risposta. La Marina è l’Istituzione che ci ha formato, a essa dobbiamo molto e ne siamo orgogliosi. Vorremmo fosse tenuta in maggiore considerazione perché essa opera spesso in contesti “oltre l’orizzonte”, silenziosamente ma con quel concetto di Patria e Onore che è scolpito in ognuno di noi.

In base alle esperienze raccolte durante la sua presidenza, che consiglio si sentirebbe di dare a chi fosse in dubbio se tentare il test di ammissione al Morosini?

Il Morosini è, innanzitutto, un’esperienza formativa di prim’ordine. Motivazione e sacrificio sono alla base delle soddisfazioni di ognuno di noi, sia che abbia scelto di proseguire la propria carriera professionale nella vita civile che in quella militare. Se manca anche solo una di queste due cose la Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” non è per loro. Ma se invece hanno intenzione di misurarsi con se stessi, se credono in valori quali l’onore e l’amicizia, se si sentono pronti a divenire uomini e donne di valore, allora vale la pena di tentare, di stringere i denti ed esserne, un domani, fieri e orgogliosi.