Continuano gli scontri di confine tra India e Cina

(di Andrea Gaspardo)
14/12/22

Mentre l'attenzione della maggioranza dell'opinione pubblica dei Paesi Occidentali continua ad essere focalizzata sulla Guerra Russo-Ucraina, altre aree di crisi stanno ribollendo, a riprova del fatto che l'ordine internazionale al quale eravamo abituati sta velocemente andando in pezzi. Una di queste “aree calde” (ma in realtà assai “gelida”, vista la sua collocazione geografica) è quella dell'Arunachal Pradesh. È notizia degli ultimi giorni infatti che le truppe cinesi ed indiane dispiegate dai due lati della frontiera contesa si siano affrontate in una serie di scontri che, fortunatamente, non hanno provocato vittime, al contrario di quanto avvenuto nel corso dell'incidente della valle di Galwan del 15 giugno 2020.

Bisogna ricordare che l'India e la Cina sono impegnate in una disputa di confine che risale all'epoca dell'indipendenza indiana e della successiva invasione cinese del Tibet. Tale conflitto è persino sfociato in una guerra aperta tra i due giganti asiatici avvenuta nel 1962 e conclusasi con una bruciante sconfitta per l'India, la quale dovette subire la perdita di una serie di territori di frontiera. Uno di questi fu proprio lo stato indiano dell'Arunachal Pradesh che venne completamente occupato dalle forze cinesi, le quali però successivamente si ritirarono, a differenza di quanti fecero in altri territori.

Il controllo delle cime himalayane più elevate è sempre stato di vitale importanza per entrambi i paesi dato che, pur nell'era tecnologica dei missili da crociera e dei droni, la tormentata orografia dell'Himalaya e dell'Altopiano Tibetano garantirebbe ad una delle due potenze una posizione di preminenza rispetto alla sua rivale.

In passato cinesi ed indiani avevano optato, come strumento di “de-escalation”, di disarmare le proprie guardie di frontiera dispiegate nell'area al fine di evitare incidenti cruenti. La misura si è dimostrata del tutto insufficiente perché, pur armati di sassi e bastoni di bambù (o anche semplicemente delle proprie mani e piedi), i soldati delle due parti non hanno affatto esitato di farsi prendere dalla tentazione di ingaggiare delle vere è proprie risse mortali a migliaia di metri sul livello del mare. Parallelamente sia Delhi che Pechino hanno lavorato alacremente per potenziare le infrastrutture militari lungo l'arco montuoso in previsione che la situazione possa un domani “precipitare” e i rispettivi piani egemonici finiscano per “franare l'uno sull'altro”.

Fotogramma: CGTN