Kosovo: emessa la prima sentenza per crimini di guerra

(di Antonino Lombardi)
26/12/22

Si è concluso, davanti alle Camere specializzate del Kosovo (KSC), il processo a Salih Mustafa, un ex comandante dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UCK). Con la sentenza Specialist Prosecutor v. Salih Mustafa KSC-BC-2020-05 il tribunale speciale con sede a L’Aja, ha condannato il criminale a 26 anni di reclusione.

La notizia arriva proprio in un momento di alta tensione in cui l’acuirsi delle tensioni tra Belgrado e Pristina, a cui si assiste ormai da settimane, legato alla decisione dei rappresentanti dei serbi del nord del Kosovo di abbandonare le istituzioni kosovare è motivo di grande preoccupazione per la comunità internazionale1.

La corte, composta dai giudici Roland Dekkers, Gilbert Bitti, Vladimir Mikula e Mappie Veldt-Foglia (Presidente), ha ritenuto Mustafa colpevole dei crimini di guerra di detenzione arbitraria, tortura e omicidio ma non di trattamento crudele.

Le condotte criminose sono state poste in essere dal condannato nell’aprile del 1999 nella regione di Gollak, nord-est del Kosovo. Membri dell’UCK gestivano il centro di detenzione di Zllash presumibilmente utilizzato dalla BIA (Security Information Agency) come rifugio e come luogo di detenzione e interrogatorio di prigionieri, per la maggior parte albanesi del Kosovo, accusati di collaborare con le forze serbe.

Per quanto riguarda il reato di detenzione arbitraria è stato rilevato che almeno sei persone sono state arrestate da membri della BIA o da altri membri dell'UCK e private della libertà nel complesso di Zllash senza che fosse stata fornita alcuna motivazione e senza possibilità di contestare la legittimità della loro detenzione. In merito al reato di tortura, i giudici hanno specificato che i detenuti venivano accusati di essere spie, collaboratori dei serbi, traditori o bugiardi e detenuti in condizioni disumane. Inoltre, spesso, i prigionieri venivano lasciati senza cibo e quando hanno chiesto acqua, i soldati della BIA hanno urinato su di loro, dicendo: "ecco l'acqua per voi". "I detenuti sono stati picchiati con mazze da baseball, manganelli di ferro e gomma, bruciati, folgorati, pugnalati, presi a pugni e schiaffi", hanno aggiunto i magistrati.

Mustafa e i suoi subordinati della BIA hanno intenzionalmente inflitto gravi dolori e sofferenze ai detenuti allo scopo di ottenere informazioni o confessioni, punirli, intimidirli e discriminarli per motivi politici. “L'abuso fisico e psicologico, insieme alle condizioni disumane e degradanti della detenzione, ha lasciato nei detenuti lesioni permanenti, sia fisiche che psicologiche" ha affermato la corte. L’accusa e la condanna per omicidio è stata comminata dopo aver stabilito che causa della morte sono stati i gravi maltrattamenti inflitti per quasi tre settimane e l’assenza di cure mediche nonché alcune ferite da arma da fuoco riscontrabili sul corpo di una vittima. Il collegio giudicante ha,inoltre, stabilito che Mustafa ha personalmente interrogato e maltrattato due reclusi in diverse occasioni. La particolare crudeltà delle torture, la posizione di superiorità gerarchica di Mustafa e il suo coinvolgimento diretto e personale sono stati considerati fattori aggravanti.

La difesa nelle corso delle udienze ha contestato le numerose dichiarazioni dei testimoni, sottolineando incongruenze nelle testimonianze, tra cui la mancanza di chiarezza sul numero di edifici nel sito o sul numero di notti trascorse in detenzione. "Tutte queste testimonianze non possono essere vere su tutti i fronti", ha detto l'avvocato Julius von Bone aggiungendo che mentre Mustafa faceva parte della Security Information Agency, non comandava alcuna forza armata. Non c'era "nessun arruolamento, nessun grado, nessuna uniforme, nessuna struttura di comando", opponendosi alla tesi dell'accusa secondo cui l'UCK era simile a un comando militare. "Non ha mai commesso alcun crimine", ha dichiarato von Bone nell'ultima udienza, chiedendo alla corte di assolvere il suo cliente da tutte le accuse.

Mustafa, che è stato arrestato nel 2020 mentre lavorava come consulente del Ministero della Difesa, ha espresso il suo disprezzo per il KSC all'apertura del processo, definendolo un "ufficio della Gestapo". Da allora, i parlamentari in Kosovo hanno cercato due volte di abrogare la legge che consente alla corte di funzionare. L'UCK è ampiamente percepito nel paese come una forza di liberazione che ha combattuto valorosamente i suoi oppressori serbi.

Nel processo sono stati auditi 28 testimoni (13 chiamati dal Procuratore Specializzato e 15 dalla difesa), tra cui otto sopravvissuti alla prigione. Il gruppo di esperti scientifici ha esaminato dichiarazioni scritte, prove documentali e relazioni di esperti. I testimoni hanno raccontato di essere stati torturati sia da Mustafa che dai suoi uomini. "Stavi solo aspettando la morte, quando sarebbe arrivata. Oggi, domani, stavi aspettando di essere ucciso", ha detto un sopravvissuto.

Nel pronunciare la sentenza, i giudici hanno riconosciuto l'enorme coraggio dei testimoni e delle vittime che hanno testimoniato nonostante siano stati etichettati in Kosovo come "traditori" o "collaboratori" e sottoposti a minacce ed intimidazioni per aver cooperato con le Camere Specializzate del Kosovo. La corte ha spiegato che questo clima di paura e intimidazione è il motivo per cui i giudici hanno ordinato misure protettive per molti testimoni e vittime di questo caso e ha sottolineato che è stato anche uno dei motivi per cui il tribunale speciale è stato creato e perché sia stato trasferito all'Aja.

Nel 2010, il procuratore svizzero e relatore del Consiglio d'Europa, Dick Marty, ha pubblicato un rapporto che evidenziava i gravi crimini commessi dai membri dell'UCK durante la guerra del Kosovo compreso la tratta di organi umani. Tra i vari accusati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità nel novembre 2020 compariva anche Hashim Thaci divenuto nel 2016 presidente del Kosovo. A seguito di tale rapporto EULEX (vedi articolo La missione EULEX rafforza il suo contingente e Nuove forze in Kosovo: i carabinieri implementano la forza di EULEX) ha aperto un'indagine penale sulle accuse di Marty che si è conclusa dopo tre anni sostenendo che c'erano prove sufficienti per incriminare i leader dell'UCK per crimini di guerra.

Nel 2015 il Kosovo ha adottato malvolentieri un emendamento costituzionale per creare un tribunale con sede a L'Aja e composto da personale internazionale per prevenire la manipolazione dei testimoni. Prima del rapporto di Marty, il tentativo del tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia di mettere i leader dell’UCK davanti alle proprie responsabilità penali aveva condotto all’assoluzione di alcuni di loro ed all’intimidazione dei testimoni.

Crimine, quest’ultimo, di cui sono stati accusati l'ex presidente e vicepresidente dell'Organizzazione dei veterani dell'UCK Hysni Gucati e Nasim Haradinaj, condannati a maggio con sentenza KSC-BC-2020-07.

1 La presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, ha rinviato le elezioni municipali del 18 dicembre in 4 comuni a maggioranza serba a fronte della grave situazione di incertezza che si è prodotta negli ultimi giorni al 23 aprile del prossimo anno.

Foto: KSC