L'Azerbaigian finisce il lavoro in Artsakh?

(di Andrea Cucco)
19/09/23

Da alcune ore è iniziata un'azione militare - ufficialmente "di rappresaglia" - nei confronti degli armeni nel territorio dell'Artsakh.

Giungono immagini di bombardamenti nelle aree soffocate da quasi un anno di blocco dei rifornimenti alla popolazione civile.

Il ministero della difesa azero comunica: "Formazioni di forze armate armene sul territorio dell'Azerbaigian, dove è temporaneamente dispiegato il contingente russo di mantenimento della pace, stanno sottoponendo al fuoco di artiglieria posizioni dell'esercito azerbaigiano stazionate in direzione della regione di Aghdam. Le unità dell'esercito dell'Azerbaigian stanno adottando misure di ritorsione nella suddetta direzione."

L'accusa di doversi difendere dagli armeni ricorda molto l'episodio del 1939 (incidente di Gleiwitz) con cui i nazisti giustificarono l'invasione della Polonia.

Con un padrone turco capace di prendere in giro sia la NATO che la Federazione Russa, passando per l'Ucraina... per gli azeri il momento è d'oro: chiudere una partita in cui il "garante russo della Pace" si girerà, per i giorni necessari, da un'altra parte?

In Occidente chi andrà oltre le proteste - formali - per l'ennesimo massacro? Non certo un paese come il nostro in cui il prezzo dell'energia o di un semplice pieno di benzina contano (elettoralmente) molto più del sangue altrui...