Mar Cinese Meridionale sempre più caldo

(di Antonino Lombardi)
13/02/23

Questa mattina è stato reso noto che lunedì scorso una nave della Guardia Costiera filippina è stata presa di mira da un "laser di tipo militare" emesso da un’imbarcazione della flotta cinese nel conteso Mar Cinese Meridionale, accecando temporaneamente diversi membri dell'equipaggio.

Il fatto è occorso ad una ventina di chilometri da Ayungin Shoal, nell'arcipelago delle Spratly, dove sono di stanza dei soldati filippini. La motovedetta stava partecipando a una missione di rifornimento e ricambio di soldati che occupano una nave della marina, abbandonata ed arenata per far valere le rivendicazioni territoriali di Manila in quel luogo.

La nave cinese ha effettuato manovre pericolose, avvicinandosi a circa 140 metri dall’imbarcazione filippina. Nonostante l'incidente, la missione è stata portata a compimento.

Medel Aguilar, portavoce dell'esercito filippino, ha invitato Pechino a esercitare moderazione "per non commettere alcun atto provocatorio che metterebbe in pericolo vite umane". La guardia costiera ha ricordato come anche ad agosto dello scorso anno navi cinesi avevano intercettato e bloccato imbarcazioni filippine dirette all’atollo per rifornire i propri militari.

D’altro canto il portavoce del ministero degli esteri cinese Wang Wenbin ha detto che l’imbarcazione filippina ha sforato le acque sovrane della Cina senza permesso, sottolineando come i suoi militari abbiano agito in maniera professionale e misurata. Alti ufficiali della guardia costiera filippina hanno riferito che la cecità temporanea dell'equipaggio in servizio è durata dai 10 ai 15 secondi ma, al momento, non sono in grado di dire se causerà effetti collaterali a lungo termine.

La presenza del manipolo di soldati filippini a bordo della vecchia nave, conosciuta come Sierra Madre e arenata dal 1999, vuole sottolineare la rivendicazione delle Filippine sulla catena di isole. Il blocco delle navi filippine che portavano rifornimenti ai soldati, a detta delle autorità di Manila, sono “un palese disprezzo e una chiara violazione dei diritti sovrani filippini in questa parte del Mar delle Filippine occidentali".

Non è la prima volta che la Cina dirige un fascio laser su una nave filippina. Nel giugno dello scorso anno, il rimorchiatore PCG BRP Habagat, mentre si trovava a 10 miglia nautiche a nord dell'isola di Panata (Lankiam Cay) occupata dalle Filippine, è stato abbagliato per 20 minuti con un laser proveniente da una nave della Marina dell'Esercito popolare di liberazione.

Acque contese

Pechino rivendica tutte le isole ed atolli ed ignora una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 2016. I giudici de l’Aja avevano respinto le rivendicazioni della Cina sui diritti economici in quelle parte del Mar Cinese Meridionale sostenendo la non sussistenza di alcuna base legale alla sua rivendicazione. Dal 2016, le Filippine hanno presentato 461 proteste diplomatiche contro la Cina per l'aggressione di quest'ultima nel Mar delle Filippine occidentali, secondo il Dipartimento degli Affari Esteri. A partire dal 26 gennaio, ha detto che ci sono state 262 proteste diplomatiche presentate dal 2016 al 2021, 195 nel 2022 e quattro finora nel 2023.

All’inizio di febbraio, durante un incontro a Manila tra segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin ed il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr, Washington e Manila hanno concordato una ripresa dei pattugliamenti congiunti nel Mar Cinese Meridionale. È stato reso noto, inoltre, l'accordo di cooperazione rafforzata per la difesa (EDCA)1 che consente alle forze armate americane di accedere a quattro basi aggiuntive nelle Filippine, nel tentativo di contrastare e scoraggiare un'ulteriore espansione territoriale di Pechino nel Mar Cinese Meridionale, fornendo anche un posto agli Stati Uniti per osservare i movimenti militari cinesi intorno a Taiwan.

La Cina, ovviamente, ha criticato l’accordo sostenendo che la politica statunitense accresce la tensione nella regione minando la pace nella stessa.

Anche se è stato dichiarato che l’intesa consentirà un sostegno più rapido per i disastri umanitari e climatici nelle Filippine, appare abbastanza evidente che i fini ultimi statunitensi siano ben altri. Le Filippine, come molte altre nazioni, sono minacciate da Pechino che ha stabilito una presenza quasi costante nella Zona Economica Esclusiva di Manila. Con l’accordo EDCA gli Stati Uniti cercano di garantire alle Filippine la capacità di difendere la propria sovranità.

1 defense.gov

Fotogrammi: Philippine Coast Guard / CNN