“Gli uomini non si distinguono né per i titoli né per quello che hanno, ma solo per quello che sono”. I sommergibilisti sono “uomini di mare” con un patrimonio personale ed umano fecondo di umiltà e coraggio. Ma sono uomini dotati anche, di un’innata disciplina, spirito di sacrificio, un alto senso di responsabilità, capacità di adattamento e di rispetto reciproco.
Ogni volta che ritorno al Comflotsom mi sento di essere a casa, sia che mi accolga il comandante, il capo ufficio pubblica informazione o il sommergibilista che mi accompagna presso la struttura, l’accoglienza non è quella riservata all’ospite più gradito della casa. Mi fanno sentire, davvero, parte della loro “famiglia” di sommergibilisti. La sensazione di calore del sentirmi a casa è immediata.
Essere sommergibilisti non è da tutti. E non è per tutti. I sommergibilisti rappresentano una delle componenti di “élite” della Marina Militare. Costituita da uomini e donne comuni fortemente motivati.
Le peculiarità tecniche ed operative dei sommergibili necessitano di equipaggi che a bordo devono essere in grado di lavorare in team. Uomini e donne padroni sia della “piattaforma” che dei singoli apparati su cui ciascuno di loro andrà ad operare. I sistemi di bordo e le manovre richieste, sono completamente diverse da quelle delle unità navali, sono esclusive dei sommergibili.
Per essere un sommergibilista occorre acquisire una specifica “forma mentis”, prima attraverso un percorso di istruzione e preparazione professionale, poi attraverso l’esperienza a bordo del battello.
Chi sceglie di essere un sommergibilista, oggi, ha un privilegio: iniziare il suo iter di carriera presso una vera e propria “università dei sommergibilisti” ovvero la Scuola Sommergibili, che addestra e forma gli uomini e le donne della componente subacquea della Marina Militare.
La Scuola Sommergibili, inglobata all’interno del Servizio Addestramento del Comando Flottiglia Sommergibili, è ubicata in Mar Piccolo, nella splendida città di Taranto, proprio di fronte alle banchine dove ormeggiano i battelli.
La Scuola Sommergibili è un vero e proprio centro di addestramento, in grado di formare e specializzare team di professionisti motivati, preparati e continuamente aggiornati. Gli aspiranti sommergibilisti alla fine del loro percorso formativo (teorico e pratico) presso la Scuola opereranno a bordo come se fossero un unico uomo.
Ma come si diventa professionista degli abissi?
Dal mese di novembre 2015, solo per i ragazzi (non ancora per le donne) diplomati, con età inferiore ai 25 anni, la Marina Militare Italiana ha destinato 30 posti a chi vuole intraprendere una carriera unica ed affascinante come quella del sommergibilista, come Volontari in Ferma Prefissata (VFP1).
Diventare sommergibilista come VFP1 non è l’unico modo perché anche i militari in servizio permanente effettivo possono “fare domanda” per diventare sommergibilisti. L’iter formativo di base è uguale, ma diverso per durata e si acquisisce la stessa abilitazione all’imbarco sui sommergibili.
I ragazzi che volessero intraprendere questa carriera come VFP1, partecipano ad un bando di concorso indetto dalla Marina Militare che mette a disposizione un certo numero di posti riservati proprio alla categoria sommergibilisti. Se il candidato vince il concorso, prima di entrare in Componente, deve seguire un inquadramento comune, valido per tutti i VFP1, di 1 settimana circa di addestramento presso MARISCUOLA Taranto. Successivamente verranno inviati a Brindisi, presso la brigata marina San Marco dove espletano un altro periodo 5 settimane dove vengono abilitati per svolgere servizi di difesa alle installazioni militari. Successivamente 2 settimane presso MARICENTADD Taranto per i corsi di sicurezza di difesa passiva antincendio ed antifalla. Terminato questo primo periodo di addestramento, i VFP1 vengono inviati presso i settori di impiego richiesti in fase concorsuale. Il candidato che aveva fatto domanda per diventare sommergibilista verrà inviato presso la Scuola Sommergibili dove inizia l’iter di abilitazione ai sommergibili.
E’ previsto un TBS ovvero un tirocinio basico sommergibili composto da una parte teorica ed un parte pratica.
Gli aspettano 9 settimane presso la Scuola Sommergibili ed altre 11 settimane presso i Comandi di bordo.
Nella fase di espletamento del corso di 9 settimane presso la Scuola Sommergibili apprendono nozioni teoriche, al termine di questo periodo espletano un primo esame di idoneità specialistica. Condizione necessaria che gli consente di proseguire il percorso intrapreso.
Poi nella fase successiva, ovvero a bordo, apprendono nozioni pratiche. Ed in questo periodo a bordo, il comandante del battello valuta l’attitudine sommergibilistica dell’allievo. E’ indispensabile che abbia la reale capacità di lavorare a bordo di un’unità subacquea. Al termine di queste 20 settimane di formazione, eseguono un esame conclusivo di tale periodo, acquisiscono l’abilitazione e quindi sono idonei per l’imbarco ai sommergibili.
Dopo queste 20 settimane di indottrinamento saranno inviati presso i vari battelli fino al termine dell’anno di ferma. Diventati Marinai degli abissi, hanno acquisito anche un prestigioso titolo di merito per proseguire, sempre se ne hanno le intenzioni, la loro carriera con il concorso successivo per il transito nei VFP4. Se risultano vincitori di concorso VFP4, continuano il loro iter che, per i primi mesi, il cui numero dipende dalla categoria, sarà presso Mariscuola Taranto, dove gli viene assegnata la categoria specialista del sistema di combattimento, tecnico del sistema di combattimento, specialista del sistema di piattaforma.
In funzione della categoria ci sono diversi corsi di durata temporale diversa, con un periodo di permanenza massimo prevista presso la Scuola Sottufficiali non superiore ai 6 mesi. Acquisita la categoria come VFP4, quindi come volontario in ferma quadriennale ritornerà alla Scuola Sommergibili.
Presso la Scuola dovrà studiare per poter assumere i vari incarichi di bordo e ricoprire i vari ruoli specialistici. Quindi dovrà conoscere l’apparato di bordo su cui nei sommergibili andrà ad operare se appartiene alla categoria “specialista del sistema di combattimento” (operativi), o su quale apparato di bordo dovrà fare manutenzione se appartiene alla categoria del “tecnico del sistema di combattimento” e “specialista del sistema di piattaforma” (tecnici). Per come è organizzato il locale manovra di un sommergibile, a bordo, sul lato sinistro, guardando la prora, ci sono i tecnici, sul lato dritto ci sono gli operativi. Al centro c’è l’ufficiale in comando di guardia. Questa disposizione del personale di bordo, è rispettata sia a bordo dei battelli classe Sauro, sia a bordo dei battelli classe Todaro. Dal lato sinistro, l’ufficiale in comando di guardia acquisisce le informazioni sulla efficienza della piattaforma, dal lato dritto acquisisce le informazioni sullo scenario operativo che si presenta in superficie o sott’acqua. Quindi, per questo è anche, importante che ritorni dalla Scuola dove verrà approntato un nuovo corso per apprendere e prendere le qualifiche idonee che gli consentiranno di ritornare a bordo dei sommergibili con la “fiducia” del comandante del battello, a seconda degli apparati di bordo su cui opererà.
Tornato a bordo, il volontario in ferma quadriennale VFP4, con la qualifica e le competenze specifiche acquisite in merito alla sua categoria, opererà sul suo apparato di competenza per i prossimi 4 anni fino alla fine del periodo di ferma, a bordo del sommergibile assegnatogli.
Dopo i 4 anni il “militare volontario” deciderà se continuare la sua carriera con un nuovo concorso per accedere alla carriera dei graduati, per diventare successivamente un sergente o un sottufficiale. Inoltre, il VFP4 può partecipare al concorso pubblico normale marescialli, qualora sia ancora in possesso del requisito dell'età (26 anni elevato a 28 per aver prestato e completato il servizio militare volontario).
Se vincitore di concorso, ritornerà sempre alla Scuola Sottufficiali. Nella fase di valutazione concorsuale è ovvio che a fare la differenza saranno il rendimento di studio durante i corsi di formazione, che ciascun candidato ha conseguito in questi complessivi 5 anni tra il VFP1 e il VFP4. Saranno valutate anche le note caratteristiche che fa il Comando di bordo, sull’attitudine del singolo. E poi sarà valutato anche il settore di impiego che hanno scelto e per i sommergibilisti hanno un “bonus” di punteggio perché i ragazzi hanno scelto una peculiare categoria, una sorta di “incentivo” in un’ipotetica graduatoria in cui tutti concorrono per entrare a far parte del servizio effettivo. Il sommergibilista rispetto al “navale” avrà questa sorta di “bonus” che sommato al suo rendimento avuto negli anni e anche alle caratteristiche del singolo militare, gli permetteranno di transitare nel corso per il servizio permanente effettivo. Si studierà per diventare un “graduato” prima ed eventualmente un sergente od un sottufficiale maresciallo. In ogni caso il loro impiego sarà espletato presso un sommergibile ma il percorso dovrà essere completato da ulteriori corsi fatti sempre alla Scuola Sottufficiali di Taranto e ancora da un ulteriore ritorno alla Scuola Sommergibili perché man mano che il militare aumenta di grado ed anzianità, aumenterà anche il suo livello di “operatività” sull’apparato di bordo che gli compete. Si ha in pratica un aumento di competenze perché l’incarico a bordo sarà sempre più prestigioso ed occorre fornire ad ogni membro dell’equipaggio un maggior numero di informazioni dettagliate. Gli permetteranno di andare a bordo con un grado preparazione superiore
Il sommergibilista ha un continuo aggiornamento attraverso ciclici passaggi presso il Centro Addestramento Sommergibili, che ne caratterizzano l’intera carriera e che gli consentiranno di svolgere tutte le mansioni connesse al suo impiego a bordo, sino a raggiungere il massimo livello possibile per ogni ruolo.
Ogni 2 anni il sommergibilista effettua delle visite mediche presso gli ospedali militari in cui viene sottoposto ad un check-up completo e dettagliato in cu si analizza lo stato di salute generale, l’efficienza psico-fisica e soprattutto che tutti i parametri fisici siano rispettati. Qualora non lo fossero, ma comunque risultassero ottimali e rispettassero i parametri del “navale” (meno restrittivi), il militare sarebbe temporaneamente o definitivamente impiegato a bordo delle unità di superficie. Ovviamente se si trattasse di una non idoneità sommergibili temporanea, il militare sarebbe reintegrato, dopo ulteriori visite mediche di accertamento e dopo un periodo di “riassestamento formativo”, in componente Sommergibili per l’impiego a bordo o a terra. Nell’iter di carriera del sommergibilista, gli incarichi si susseguono non sono solo presso i Comandi di bordo, ma si cerca di alternare il periodo di bordo con un periodo “a terra” presso il Comflotsom. In questo modo si acquisiscono nozioni riguardanti anche la parte logistica, formativa, amministrativa e tecnica che sostiene i battelli e non solo.
Oltre ad una formazione individuale, si ha anche una “formazione di team” che viene fatta periodicamente per tutti gli equipaggi dei battelli in linea. Solitamente questo tipo di addestramento viene effettuato quando un sommergibile termina uno dei previsti cicli di lavoro manutentivi. L’equipaggio di quel sommergibile prima di riprendere il mare lo si richiama presso la Scuola Sommergibili dove lo sia fa lavorare il personale in team, utilizzando dei simulatori-allenatori dinamici di immersione, di cui la Scuola dispone, che consentono di raggiungere nel breve nuovamente un buon livello addestrativo.
Questi simulatori dinamici ricreano fedelmente il locale manovra sia dei sommergibili classe Sauro 3^ e 4^ serie, sia dei sommergibili classe Todaro (U212).
Si porta la piattaforma nelle condizioni limite di una navigazione, simulando un incendio a bordo o una falla a scafo con conseguente perdita di quota, di certo due degli eventi più pericolosi e dannosi per un sommergibile ed il suo equipaggio. Si valuta anche la prontezza del singolo e l’affiatamento dei team nel dare e ricevere gli ordini in condizioni limite cercando di affrontare nel migliore dei modi l’emergenza in atto senza mai perdere il focus della missione primari. Si può immaginare che la simulazione di incendio come esercitazione, è possibile effettuarla anche a bordo di un sommergibile ma è evidente che simulare una “falla” è più complesso, comprometterebbe la reale sicurezza dell’equipaggio e del battello. La Scuola è dotata anche di un simulatore di falla fondamentale per l’addestramento e l’affiatamento dei team.
Questo è l’addestramento rivolto alla “sicurezza antincendio ed antifalla” che possono garantire un margine di sicurezza a bordo durante la normale navigazione. Ci sono poi i simulatori di immersione, che interessano la parte “operativa”. Qui si addestra il team alle tecniche di avvicinamento agli obiettivi, all’ascolto idrofonico, alle manovre cinematiche da assumere in determinati scenari come la ricerca di barconi coi migranti, di pescherecci o di navi mercantili che effettuano traffici illeciti. Nel simulatore è possibile caricare scenari molto vicini alla realtà, e registrare tutta l’esercitazione per 4 ore. Nell’aula debriefing saranno discussi i risultati ottenuti.
Il processo di formazione per un giovane sommergibilista può sembrare severo, ma è realistico e questo lo aiuta a definire le competenze che vuole acquisire. Per questo si cerca di adeguare la didattica e l’organizzazione al mutare dei tempi e degli scenari che possono presentarsi. Il sommergibilista deve essere in grado di affrontare le sue responsabilità, in base al grado, alla specializzazione e all’incarico ricoperto a bordo.
Si tratta di una formazione complessa ed articolata, che viene svolta da personale istruttore di elevato profilo professionale oltre che di esperienza e che si avvale di strumenti ed ausili didattici all’avanguardia presenti presso la Scuola Sommergibili di Taranto.
La Scuola Sommergibili dal 1° dicembre 2015, così come tutto il COMFLOTSOM, ha subito una ristrutturazione interna in termini di servizi e reparti, mentre i corsi erogati rimangono sempre gli stessi. La denominazione delle figure operative e tecniche è cambiata all’interno della Scuola perché c’è la necessità di rispecchiare fedelmente la “struttura gerarchica tecnico-operativa” a bordo del battello. Per il personale di bordo che si interfaccia con il personale a terra presso la stessa Scuola è più semplice l’approccio oltre che più veloce. Ritrova le stesse figure tecnico - operative a livelli superiori. Decisione voluta dall’attuale comandante dei Sommergibili, ammiraglio di divisione Dario Giacomin (v. intervista) ed “abbracciata” da tutta la Componente. Adesso per esempio il vecchio reparto formazione ed addestramento si chiama Servizio Addestramento e gli esempi seguirebbero a cascata.
La Scuola Sommergibili è alle dirette dipendenze del capitano di vascello Stefano Russo, attuale comandante della flottiglia sommergibili. Mentre il capo servizio addestramento della Scuola è il capitano di fregata Fabio Danese. Il Comflotsom ovvero il comando flottiglia sommergibili è alle dipendenze di MARICOSOM che è il comando sommergibili della Marina Militare Italiana.
MARICOSOM ha ereditato i compiti che erano di Comforsub, cioè comando delle forze subacque.
Per i giovani che hanno voglia di iniziare a conoscere il “mondo” dei sommergibili e dei sommergibilisti della Marina Militare Italiana, bisogna dire che inizieranno un percorso professionale qualificato. Sarà anche un percorso psicologico e personale che farà maturare la loro personalità e accentuerà le loro specifiche caratteriali oltre che attitudinali. Questo percorso gli permetterà attraverso periodici ritorni alla Scuola Sommergibili di elevare il proprio profilo di specializzazione e di esperienze. Riuscirà ad allineare le proprie competenze agli incarichi di sempre maggiore responsabilità, che nel tempo assumerà a bordo.
Leggi anche: La Scuola Sommergibilisti per i “marinai degli Abissi” (parte prima)