Invisibile, agile, potente, con un’avionica totalmente integrata. Queste alcune caratteristiche dello Jsf, il nuovo caccia tattico di quinta generazione.
Il Lightning II svolgerà missioni di superiorità aerea e bombardamento tattico, andando a sostituire svariati velivoli, alcuni dei quali hanno fatto la storia dell’aeronautica. Allo Joint Strike Fighter l’arduo compito di rimpiazzare ‘mostri sacri’ come l’ F-16, l’ F-18 Hornet, Tornado, Amx, Harrier ed F-5.
L’ F-35 dovrebbe sostituire anche il Fairchild-Republic A-10 Thunderbolt II nel suo ruolo di Close Air Support. Nello specifico, l’appoggio tattico è effettuato da velivoli con spiccate capacità di soppressione delle difese antiaeree nemiche ed in grado di affrontare forze avversarie terrestri in prossimità di quelle amiche. Tali missioni devono essere svolte necessariamente da velivoli robusti, agilissimi a bassa quota, in grado di riversare un enorme potenza di fuoco, incassare i colpi del nemico e ritornare alla base anche se pesantemente danneggiati. Compito svolto ancora oggi, fin dal primo volo avvenuto nel 1976, dall’A-10: una macchina mostruosa.
Nelle previsioni, l’ F-35 dovrebbe sostituirlo, dando al ‘Fairchild’ una meritata pensione. Quest’ultima, però, è stata prorogata fin dal 1990, quando le esigenze trasformarono l’ A-10 da prossimo alla pensione a protagonista. Secondo una nuova previsione, infatti, l’ A-10 (dopo un accurato aggiornamento) potrebbe restare in servizio sicuramente fino al 2028 (anche se la data potrebbe essere spostata al 2040), nell’attesa che sia rimpiazzato dai droni progettati proprio per il supporto aereo ravvicinato.
L’ F-35 quindi, ha già fallito per svolgere questo ruolo?
La risposta è insita nel progetto stesso dello Jsf. Andiamo con ordine.
La storia dei velivoli da appoggio ravvicinato, dovrebbe fare riflettere. Infatti, il ruolo di supporto tattico è quasi sempre stato svolto da velivoli ritenuti obsoleti, lenti e non al passo con i tempi. Basti pensare al Douglas A-1 Skyrider, velivolo entrato in servizio nel 1947 e ritirato nel 1968. Era lento ed obsoleto, ma molto robusto. Poteva incassare centinaia di colpi dalla fanteria nemica, poteva stazionare per ore sulla zona operativa e trasportava un arsenale impressionante grazie ai suoi quattordici piloni sub alari. Era il velivolo perfetto.
Stessa storia per l’ A-10: più volte dichiarato finito, ma sempre richiamato in prima linea fino ad essere ritenuto dall’Usaf l’unico velivolo specifico per il Close Air Support.
Ma perché?
Intanto il contesto. Il ruolo di supporto alla fanteria è un compito specifico. Il caccia vola a pochi metri dal terreno, quindi è a tiro delle armi di piccolo e grosso calibro del nemico, così come anche della contraerea per non parlare, infine, dei missili Sam. Il velivolo deve essere in grado di continuare a ‘martellare’ il nemico eseguendo più passaggi, stazionando per un periodo ragionevole sulla zona operativa, proteggendo le proprie forze. Di solito, il velivolo di supporto tattico, agisce in situazioni molto critiche, con fanteria nemica predominante ed è il primo a fornire supporto e l’ultimo a lasciare l’area (proteggendo per esempio una squadra in fase di recupero). Essenziale, quindi, la blindatura del velivolo. Nel supporto aereo ravvicinato, dove il combattimento asimmetrico raggiunge le sue vette più alte, l’invisibilità (ai radar), l’essere stealth, il detenere l’avionica più sofisticata, non conta quasi nulla, considerando che si può ingannare un missile, ma non di certo i proiettili da 23 mm. E al di là della teoria, la storia insegna: gli Stati Uniti hanno sempre affidato il supporto aereo ravvicinato a velivoli obsoleti rispetto al periodo.
Ma analizziamo proprio i due velivoli. Perché, l’ F-35 non potrà mai sostituire l’ A-10? Ecco alcuni esempi.
L’ A-10 è stato progettato con un unico scopo: sopravvivere. E’ pesantemente blindato, con piastre corazzate per proteggere le parti vitali del velivolo. Il pilota è protetto da un tettuccio a prova di proiettili ed è avvolto da una specie di “vasca” corazzata in titanio che pesa circa 600 kg. L’ A-10 è stato progettato per resistere ai cannoni da 23 mm e contro alcuni da 57 mm. Può volare con un’ala danneggiata e parzialmente distrutta, un solo motore, un solo timone, un solo alettone. Può volare con il sistema idraulico danneggiato, grazie a comandi meccanici di riserva. Le sue estremità alari incurvate verso il basso, incrementano la portanza alle basse velocità. Le ruote principali del carrello sporgono dalle gondole quando esso è retratto: un’ulteriore garanzia di sopravvivenza anche quando il carrello non può essere disteso.
L' F-35 è un caccia di quinta generazione. Punta tutto sull’invisibilità e l’avionica, non paragonabile con qualsiasi altro caccia esistente (F-22 escluso). E’ stato progettato per imporre la supremazia aerea per i prossimi 50/60 anni. Il problema però, è proprio questo: ci si chiede, a cosa possa servire l’essere “stealth” in un combattimento ravvicinato, quasi corpo a corpo, dove sono la blindatura e la potenza di fuoco ad avere un ruolo principale e determinante nelle missioni. La cellula dell’ F-35 non è stata progettata per resistere al fuoco della fanteria né tantomeno per sopravvivere al fuoco dei cannoni da 23 mm. Lo Jsf è nato per essere elusivo e performante in un dogfight, non di certo per il close air support.
L’ A-10 è stato progettato attorno al cannone a sette canne rotanti GAU-8 Avenger, l’arma tattica aviotrasportata più potente del pianeta. E’ un cannone tipo gatling da 30 mm a due cadenze di tiro: 2100 o 4200 colpi al minuto e può essere portato alla massima cadenza di tiro in 0,55 secondi. Il serbatoio delle munizioni porta un massimo di 1350 colpi. E’ in grado di distruggere un carro armato a quasi 7 km di distanza.
L’ F-35A è dotato di un cannone tipo Gatling da 25 mm GAU-22/A a quattro canne rotanti, portato internamente. E’ capace di sparare tre mila colpi al minuto, con un’autonomia di 180 colpi. Al di là della capacità di penetrazione delle munizioni (inferiori all’Avenger), la dotazione standard dell’ F-35A è inferiore di quasi 10 volte rispetto all’ A-10.
L’ A-10 è dotato di dieci piloni sub alari ed è uno degli aerei più pesantemente armati dell’Us Air Force. Può trasportare quasi 7 mila e 500 chili di armi.
L’ F-35A può trasportare internamente due missili aria–aria e due aria-terra. Sei i piloni sub alari. Può trasportare poco più di otto mila chili di equipaggiamento.
L’ A-10 ha due turbo ventole TF34 che gli consentono una velocità di 834 km/h ed un raggio d’azione di 460 km.
L’ F-35A è dotato di un Pratt & Whitney F135-PW-100 con postbruciatore che gli consente una velocità massima di 1900 km/h ed un raggio d’azione di mille km.Impossibile fare un confronto tecnologico tra i due velivoli. L’ F-35 è probabilmente il più avanzato caccia al mondo (dopo l’ F-22 Raptor e russi permettendo) ed è stato pensato per la supremazia aerea con la capacità di ingaggiare e distruggere i velivoli nemici prima ancora di essere scoperto da questi ultimi. E’ stato dotato della più avanzata tecnologia esistente con un costo iniziale di 150 milioni di dollari a velivolo. Il prezzo scenderà nei prossimi anni, stabilizzandosi secondo la Lockeed, a circa 80 milioni di dollari ad esemplare.
L’ A-10, progettato negli anni 70’, non potrebbe operare in scenari dove non è stata precedentemente imposta la supremazia aerea: sarebbe una facilissima preda. Il progetto è nato per il supporto tattico e la distruzione di carri armati con un costo di poco meno di 12 milioni di dollari ad esemplare.Se dovesse restare in servizio fino al 2040, l’ A-10 potrebbe essere il primo caccia al mondo a volare per 70 anni. Questo la dice lunga sulle capacità del velivolo, concepito per appoggiare le truppe al suolo.
L’ F-35 è stato progettato per primeggiare in un contesto altamente tecnologico, imporre la supremazia aerea ed effettuare bombardamenti tattici.
L’ A-10, invece, per incassare colpi e martellare il nemico: entrambi, in un futuro prossimo, potrebbero svolgere operazioni combinate nella stessa missione, con un divario tecnologico tra i due velivoli di appena cinquanta anni.
Franco Iacch
(foto: Lockheed Martin/ US Department of Defense)