Alla fine, abbiamo impariamo dai Cinesi saggi della Toscana, non da quelli bugiardi di Pechino. In queste ore, l’epidemia sembra dilagare nel Nord Italia, quello della sanità d’eccellenza e del “buon governo”, leghista o dem che sia, ma la faciloneria con cui è stata gestita l’emergenza a Roma e anche nelle regioni rischia di costarci molto, dal punto di vista della salute pubblica ma anche dell’economia e dell’occupazione.
Da gennaio la più grande comunità cinese europea (non in numeri assoluti ma in percentuale della popolazione) fra Prato, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Empoli e Firenze ha provato a rispondere all’esigenza di salute e di sicurezza dei propri connazionali, se erano stati in Cina di recente, se vivevano con chi lo aveva fatto o anche se si trovavano per lavoro insieme a decine o centinaia di cinesi che erano rientrati dal loro Paese. Lo ha fatto sottoponendo a periodi di quarantena più lunghi delle due settimane richieste dal Ministero della Salute centinaia di famiglie, poste in completo isolamento, tracciate e monitorate dalla USL locale e accettate solo dopo che non erano comparsi sintomi fra nessuno dei membri. Il terrore del virus che sta mietendo migliaia (secondo chi scrive, milioni) di contagiati in Cina li ha guidati a una scelta razionale e prudenziale. Tanto di cappello, anche se nei prossimi giorni apparissero dei casi.
Dall’altra parte, gli Italiani hanno visto palesarsi una vera Caporetto della loro sicumera, della cialtronesca difesa del principio del vivere tranquilli comunque, della caccia all’allarmista, condotta dai politici, dagli intellettuali e da migliaia di “leoni da tastiera”. Questi ultimi, di tutti i tipi e colori. Lo dico da uno screening dei commenti ai miei ultimi articoli: il Cinque stelle ora divenuto filocinese ci ha lapidati per “allarmismo” insieme al fascista sfegatato sicuro che il coronavirus sia come l’influenza stagionale, all’oppositore di destra stupito che non siano i “coloured” africani ad aver portato la malattia e al dem convinto “che un governo di sinistra ha sempre ragione”. Tutti uniti per sostenere che “il coronavirus non deve far paura”, “state cercando di diffondere il panico” e “voi di Difesa Online fate dello sciacallaggio”. Da 48 ore tacciono, povere anime belle…
Che, poi, le nostre Autorità a livello nazionale e regionale abbiamo preso un bel po’ di granchi e prima o poi dovranno risponderne, lo dimostra, fra gli altri, una storia che ci viene dal distretto industriale fiorentino dell’Osmannoro, dove la “Clinica lilla” è diventato il “Punto Lilla”, perché la Regione Toscana non invita più i cittadini cinesi che si sono recati nella Repubblica Popolare a farsi visitare colà ma preferisce che chiamino per chiedere assistenza a domicilio se c’è un sospetto caso di coronavirus. Hanno capito che gli ospedali e le cliniche si trasformano in spugne infette per la sola presenza di un contagiato, ma questo solo dopo il disastro nel Lodigiano e del Padovano.
Ebbene, questo di Osmannoro è solo uno dei segni del cambio di paradigma avvenuto nei giorni scorsi: ospedali e medici di base avevano istruzioni precise di considerare a rischio solo e soltanto i casi di persone che erano state in Cina o erano entrati in contatto con chi aveva viaggiato nel Celeste impero. Questo nonostante l’OMS avvertisse da settimane circa la rapida trasmissione fra persona e persona, anche in casi poco o punto sintomatici. Invece, come nel caso del pensionato padovano, da noi nemmeno una forma di polmonite grave e che non reagiva ai normali trattamenti aveva indotto i sanitari a praticare un tampone. Speriamo che prima o poi non ci vengano a dire che gli esami di laboratorio “inutili” sarebbero stati contati a scapito del portafogli o della carriera del medico.
Ora, tutto è cambiato. A tal punto che, giustamente, il Governo nella notte fra sabato e domenica ha preso misure straordinarie - e giustissime - in passato attuate solo in tempo di guerra. Sì, perché siamo in guerra ed è in gioco la salvezza nazionale: un’eventuale diffusione massiva dell’epidemia metterebbe a una prova durissima il sistema sanitario, il funzionamento delle istituzioni, l’esercizio delle libertà civiche, la solidità delle imprese, il livello dell’occupazione e, in definitiva, il Sistema Paese italiano come e peggio di una guerra mondiale. Non perché il tasso di mortalità sia enorme (anche se 2% è spaventosamente alto: in un gruppo di 50 amici e congiunti vostri contagiati, uno perirebbe… vai a sapere chi!), ma perché nel 20% dei casi (dato OMS) causa problemi respiratori molto gravi e potenzialmente letali. Nessun Paese, anche il più avanzato, sarebbe in grado di reggere a quest’urto.
Ignoriamo le criminali stupidaggini che si sono viste: i conti si faranno fra molti mesi, forse fra più di un anno, quando questa devastante crisi sarà, speriamo, stata messa all’angolo dall’arrivo di un vaccino e/o di farmaci antivirali efficaci. Il “botta e risposta” tra il sindaco di Milano Sala e il presidente della Lombardia Fontana sulla chiusura delle scuole ci incoraggia a pensare che si potrà avere un consenso molto ampio per provvedimenti draconiani ma necessari, anche per non uccidere la stagione turistica, l’industria manifatturiera e l’export del nostro Paese nel breve periodo.
Ora, pensando ai pericoli per il “Paese reale”, tenete d’occhio i Paesi europei, il Nord America e l’ex URSS, perché da 3-4 settimane stanno “gonfiando” le statistiche dell’influenza stagionale pompandovi un quinto di casi classificati come non riconducibili a nessuno dei ceppi conosciuti, per mascherare il diffondersi del coronavirus e per attenuare o posticipare i suoi effetti catastrofici sull’economia.
Tenete anche d’occhio la Cina, perché se ci rivelerà data di inizio e collo d’imbuto dell’epidemia, probabilmente creerà le condizioni perché il mondo chieda una Norimberga dei leader cinesi.
Quanto a noi, è facile prevedere che, data la gravità della situazione, il referendum istituzionale previsto per il 29 marzo verrà posticipato. Allo stesso modo, in gran parte d’Italia, le partite di calcio verranno giocate a porte chiuse, i festeggiamenti per il Martedì Grasso e le cerimonie del Mercoledì delle Ceneri verranno cancellati, i servizi di trasporto pubblico subiranno pesanti limitazioni, così come la libertà di spostamento di molte migliaia di cittadini. Mala tempora currunt…
Un augurio personale: “Grande Iddio benedite l’Italia” (cit. Pio IX)
Foto: Xinhua