Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono in ostaggio dell’India da circa 900 giorni. Due governi si sono succeduti da quando con una decisione inaspettata il governo Monti li ha rimandati in India il 22 marzo 2013, forse anche in contrasto con precisi vincoli costituzionali.
Dopo tanto tempo, in qualsiasi Paese democratico ci si sarebbe aspettati concretezza da parte di coloro che hanno ereditato dal governo Monti una vicenda vergognosa per la dignità nazionale. Non solo parole ma fatti concreti con lo scopo prioritario di riportare a casa due militari italiani, ma nulla è accaduto!
Prima il governo Letta che aveva designato alla Farnesina Emma Bonino, egregio ministro con alle spalle una pluriennale esperienza internazionale. Già commissario europeo per l'Italia all'Onu per la moratoria sulla pena di morte, fondatrice dell'organizzazione internazionale “Non C'è Pace Senza Giustizia per l'abolizione delle mutilazioni genitali femminili” e soprattutto commissario europeo dal gennaio 1995, con i “portafogli” della politica dei consumatori, della politica della pesca e dell’Ufficio Europeo per l’Aiuto Umanitario d’Urgenza (European Community Humanitarian Office, noto anche comeECHO).
Un’esperta internazionalista che due giorni dopo la nomina a Commissario, il 26 gennaio 1995, prima fra i rappresentanti della commissione europea, raggiungeva la ex Jugoslavia, con il preciso scopo di denunciare l’impotenza dell’Europa ed il disinteresse dell’ONU di fronte alla ”pulizia etnica” in atto. In quell'occasione pubblicava sul Corriere della Sera un significativo articolo «Può sembrare paradossale, certamente amaro se “da convinta nonviolenta quale sono da sempre” mi ritrovo a condividere, se non addirittura a invocare, l'uso della forza da parte della comunità internazionale per mettere fine ai crimini contro l'umanità che vengono impunemente perpetrati in un angolo d'Europa chiamato Bosnia. Sia chiaro: non sono pacifista, non sono per la pace ad ogni costo, soprattutto quando il costo è qualcun altro a pagarlo e a questo prezzo. Sono, invece, per la supremazia del diritto ad ogni costo, ed è amaro doversi arrendere all'evidenza che esistono circostanze storiche in cui la difesa della legalità non può essere affidata, ancorché temporaneamente, che all'uso delle armi» (Fonte :http://it.wikipedia.org/wiki/Emma_Bonino).
Chiara e coraggiosa presa di posizione in quell'occasione che però non trova riscontro nella inerzia dimostrata nella gestione della vicenda dei due marò, contraddistinta solo da frasi di circostanza del tipo “presto un processo rapido ed equo”.
Dopo il governo Letta l’esecutivo presieduto da Renzi. Sembrava che si volesse dare uno scossone alla vicenda, sia per le parole del premier al momento dell’insediamento ed alla sua vicinanza ai due marò dimostrata con una telefonata, primo atto ufficiale del suo mandato.
Responsabile della Farnesina una giovane Deputato, l’Onorevole Federiga Mogherini già membro del Dipartimento Esteri dei DS responsabile delle Relazioni Internazionali, dove ha seguito in particolare i dossier relativi all'Iraq ed all’Afghanistan ed il processo di Pace del Medio Oriente. L’Onorevole Mogherini nel 2008 fa parte della Commissione Affari Esteri, quindi è segretario della Commissione Difesa ed è nominata Presidente della delegazione parlamentare alla Nato. Nel 2014, proposta come responsabile della politica estera europea trova, almeno fino ad ora, l’opposizione di alcuni Paesi dell’est Europa vicini alle posizioni Ucraine, perché “portatrice di posizioni filo - russe”. Ad oggi, comunque e per quanto noto, nessuna significativa esperienza internazionale né di natura politica né diplomatica. (Fonte :http://it.wikipedia.org/wiki/Federica_Mogherini).
La nuova Ministro degli Esteri, comunque, fin dai primi momenti del suo mandato sembrava volersi discostare dalla “secret diplomacy” della Bonino e di voler procedere con atti concreti. Annullava, infatti, il mandato del dott. Staffan de Mistura di Commissario di Governo ed annunciava ripetutamente di volere l’internazionalizzazione del caso, avviando un arbitrato ufficiale. Ha dimenticato, però, almeno fino ad oggi di informarci su quanto sia stato fatto per attivare le procedure internazionali, limitandosi a meri proclami demagogici molto simili alle frasi di boniniana memoria “processo rapido ed equo”.
L’unico atto internazionale fino ad ora noto, infatti, è quello della nomina di esperti giuristi non italiani!
La ministro degli esteri rompe il silenzio insieme alla collega della difesa Pinotti solo quando deve informare gli italiani di aver contattato telefonicamente i due marò o incontrato la moglie di Girone e la compagna di Latorre.
Il 4 luglio, infatti, un comunicato ufficiale ci dice : “ROMA – Il ministro degli esteri, Federica Mogherini e il ministro della difesa Roberta Pinotti hanno avuto oggi un lungo incontro – rende noto la Farnesina – con le signore Vania Ardito e Paola Moschetti per il periodico aggiornamento sul procedimento che riguarda i due fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Nel corso del colloquio – si legge nella nota della Farnesina – i due ministri hanno informato le signore sulla riunione che si è tenuta ieri insieme con il team di giuristi internazionali.(Inform)”.
Informazioni che rimbalzate a Delhi con ogni probabilità non hanno, però, convinto Latorre che il 6 luglio ha pubblicato sul social Facebook una serie di puntini di sospensione, come se fosse rimasto senza parole di fronte ad una sensazione di abbandono da parte dello Stato.Oggi il silenzio ancora una volta viene rotto non per annunciare atti oggettivi a favore dei due fucilieri di marina, ma solo per proporre iniziative personali con lo scopo di dimostrare un interessamento di fatto poco costruttivo e solo demagogico.
Attraverso il quotidiano Il Tempo, infatti veniamo a conoscenza di una telefonata di Casini ai due marò : “Il Tempo TELEFONATA DI CASINI “NON CI SIAMO DIMENTICATI DI VOI”.Roma – “Oggi ho sentito i nostri marò, gli ho riferito che non ci siamo dimenticati di loro. Il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, sono tutti in silenzio sì ma operoso”. Lo spiega Pier Ferdinando Casini, reduce da una missione nel fine settimana negli Stati Uniti dove ha incontrato il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon. “Ho posto a Ban Ki Moon la questione e ho avuto la sensazione che c’è la consapevolezza che il contenzioso va risolto – ha spiegato il presidente della commissione Esteri del Senato all’AdnKronos -…….”
Frasi che si aggiungono al fiume di parole vuote e prive di risultati che da quel funesto 22 marzo 2013 si sono succedute intorno alla vicenda dei due marò e che ormai inducono solo scetticismo in coloro che ancora credono nei valori nazionali e nello Stato. Costori sono stanchi di aspettare.
I fratelli Massimiliano Latorre e Salvatore Girone devono essere riportati in Italia e sottratti all’indebita giustizia di uno Stato terzo e deve essere fatta chiarezza su chi ha delegato la sovranità nazionale ad un altro Paese!
Fernando Termentini