Il paese al mondo con la cultura militare meno diffusa è probabilmente l'Italia. Per "cultura" non intendo quella racchiusa nella mente di qualche esperto o in librerie impolverate, intendo quella popolare, quella disponibile tra la gente comune, le conoscenze cui si potrebbe attingere al bancone di un bar la mattina.
Questa non è una critica, è una constatazione di fatto.
Non mi soffermerò quindi a chiedermi se è il risultato di decenni di ideologie (andate a male) od addirittura se la conseguenza della sconfitta del secolo scorso. In altri paesi si può tranquillamente raccontare ciò che fa un soldato in missione mentre da noi si può solo dire che uno strumento per la guerra viene utilizzato, in luoghi assai caldi o quantomeno "vivaci", per scaricare aiuti e per raccontare davanti alle telecamere quanto gli manca la mamma o la ragazza.
Pochi anni addietro venne vietato alla difesa di trasportare giornalisti in teatro di operazioni: un incidente e sarebbe caduto il governo.
Gli AMX che sono appena tornati dall'Afghanistan hanno operato con solo la 20mm di bordo. Sicuramente hanno svolto un eccellente lavoro di prevenzione e sorveglianza grazie ai nuovi pod da ricognizione tattica ed avranno dissuaso "acusticamente" molti aggressori, tuttavia quando i nostri soldati si sono trovati sotto il fuoco nemico e c'è stato bisogno di una JDAM (bomba) era un altro velivolo della coalizione a sganciarla.
"I nostri aerei non portano bombe!". Sì, usiamo quelle degli altri...
Questa è l'ipocrisia della nostra politica e, ahinoi, lo sarà ancora a lungo.
Ma questa non è una critica, è una constatazione di fatto.
Con queste condizioni di partenza, poche settimane addietro, il ministero della difesa ha pubblicato le "linee guida" per la definizione della strategia di evoluzione dello Strumento militare nei prossimi quindici anni.
Poche paginette che riassumono con sobria onestà lo stato delle forze armate, i pericoli internazionali, le scarse risorse a disposizione e possibili evoluzioni.
Ma c'è una novità! Per contribuire ad elaborare il testo governativo entro la fine dell'anno, sono chiamati a contribuire tutti i cittadini.
Che idea! Prima raccontiamo il mondo militare come fosse il paese dei Mini Pony (cartone animato per bambini, nda) e poi chiediamo ai destinatari feedback e proposte.
Politicamente è una mossa corretta per una singola carriera, tecnicamente lo vedo come un insulto al lavoro quotidiano di un esercito di lavoratori, in divisa ed in abiti civili.
Ora, se in tempi di campionato gli italiani diventano tutti allenatori, in tempi di libro bianco diverranno tutti generali, anzi ministri della difesa.
Andrea Cucco
Chi vuole aiutare il governo su forze armate, riforma dei corpi di polizia, F35, etc, può inviare il proprio "contributo di pensiero" all'email librobianco@difesa.it