E' passato quasi un anno da quando è nato il progetto Difesa Online. Non la speranza di fondare l'ennesima rivista sulla difesa, l'obiettivo era ed è di poter colmare una lacuna enorme nella cultura popolare italiana: accettare e conoscere a cosa servono e cosa dovrebbero servire i militari.
La ricetta?
Parlarne, liberamente.
Quando il primo mese la testata registrò 30.000 pagine visualizzate fissammo il target ad un valore dieci volte maggiore per la fine dell'anno.
Era una meta ottimistica, ambiziosa, quasi una sparata.
Oggi, con un mese di anticipo, lo abbiamo superato (novembre 2014: 331.379 pagine visitate!).
Sono numerose le persone che, con passione e condivisione del fine, collaborano per far sì che un giorno, come avviene da tempo negli altri Paesi, si possa raccontare senza timori la realtà. Ogni mese nuovi volontari chiedono di poter contribuire con le proprie idee, esperienze, competenze. Il plauso maggiore va a loro.
Ogni volta che un soldato italiano deve fare il proprio dovere deve indossare una mimetica sulla mimetica. Una è per i nemici, l'altra è per l'assai più pericoloso ed infamante fuoco amico.
Sono in molti a non rispettare le forze armate ed i relativi costi. Per come sono state presentate per decenni, sono da biasimare?
La strada di Difesa Online è raccontare la realtà per far capire - in primis a noi stessi! - cosa è la difesa, in Italia ed all'estero.
I giornale è un'arena in cui possiamo parlare di tutto. Tra di noi ci sono esperti in divisa ed in borghese, appassionati e semplici curiosi; ognuno, dal veterano, alla recluta, al modellista, al giornalista, all'obiettore, può contribuire condividendo con tutti il proprio sapere o vissuto.
Eravamo solo una squadra all'inizio ed ora siamo una piccola armata.
Come partecipare?
Utilizziamo gli strumenti a disposizione:
Racconti di vita militare (racconti@difesaonline.it) è la rubrica che raccoglie episodi (dai più spassosi a quelli più tristi) vissuti indossando una divisa. La garanzia dell'anonimato (se richiesto) e della non pubblicazione di informazioni “sensibili” (sempre) hanno fatto sì che decine di lettori inviassero un proprio scritto. Quando in Racconti una lettrice ha raccontato con coraggio la propria omosessualità in divisa ho compreso l'importanza di Difesa Online: in quale altra testata avrebbe potuto!
Le lettere al direttore (direttore@difesaonline.it) hanno poi dato spazio a resoconti, analisi, segnalazioni od anche semplici sfoghi.
I commenti su facebook sono infine il luogo più evidente di scambio di opinioni. Più di tutto un esame per chi pubblica: sono state numerose le critiche per un titolo od un contenuto fuori luogo od una foto inesatta (magari ripresa da un comunicato di forza armata...). E' il prezzo che si paga ad avere dei compagni di avventura preparati ed attenti.
Chi scrive non ha paura di sbagliare, ma un auspicio riguarda gli interventi: scopo della nostra testata è informare su temi talvolta sconosciuti ai più, rispettiamo ogni obiezione o disaccordo. Ribattiamo ai commenti con educazione e - se possibile tra concittadini - affetto. Siamo tutti vittime di decenni di silenzi e bugie. Cerchiamo di essere tolleranti, anche perché potremmo essere noi prima o poi a prendere una cantonata. E se proprio dobbiamo arrabbiarci motiviamo sempre le nostre risposte.
Non verranno quindi più tollerati commenti ai limiti della legalità. Si può dire di tutto con la giusta, ironica od anche sarcastica forma.
Bene, cosa aspetti ora?
Puoi raccontare un episodio in divisa, scrivere al giornale o far leggere a tutti un pezzo che ci arricchisca.
La soluzione alla non-cultura della difesa italiana non è né nella propaganda né nella cieca ricerca di scandali.
E mi raccomando, se condividi, “condividi”.
Con stima.
Andrea Cucco