Diversi canali televisivi, tra cui la CNN ed un canale curdo, hanno mandato in onda immagini di molte decine di carri turchi in viaggio verso il califfato. Formalmente un tale e "pesante" appoggio militare sarebbe frutto dell'estorsione seguita al rapimento di 49 tra diplomatici e dipendenti del consolato di Mosul a giugno.
Sostanzialmente sembra l'ennesima prova dell'ampio sostegno della Turchia all'Isis: dopo aver per anni agevolato e foraggiato ogni ribelle antigovernativo in Siria ora sembrerebbe continuare ad "investire" nel nuovo campione sul campo.
La coalizione internazionale che avrebbe cominciato a bombardare gli assetti dello stato islamico in Iraq è composta da USA, Arabia Saudita, Qatar, Bahrein, Emirati e Giordania. La Turchia ne è rimasta fuori e si è rifiutata di fornire le proprie basi aeree. Il presidente turco si è tuttavia detto pronto all'invio di truppe di terra nei territori siriani in mano all'Isis per proteggere le popolazioni che stanno cercando scampo nel suo paese. Una presenza sul campo che ricorderebbe molto la "pax siriana" in Libano degli anni ottanta...
Turchia a parte, in pratica i "buoni" sarebbero quindi quelli che hanno fino ad oggi sostenuto e finanziato la guerra in Siria. Una guerra che da civile (nel senso di "tra siriani"), ben presto si è trasformata in un disumano massacro (oltre 191.000 morti secondo dati di agosto U.N.) tra fanatici - anche part-time - e la maggioranza dei siriani, ex ribelli compresi, che tra i due mali ha scelto alla fine quello minore, Assad.
E' semplice capire già oggi che la coalizione non ha come intento di eliminare l'Isis, bensì di mettere un po' d'ordine nel fronte ribelle antigovernativo siriano e di proteggere gli iracheni da un mastino di cui è stato perso, almeno apparentemente, il controllo.
Bene, in tutto questo apparente caos, l'Italia ha pochi giorni addietro dato il suo appoggio alla coalizione anti-Isis, aprendo la possibilità ad impegni che potrebbero andare oltre la semplice fornitura di armi ai curdi.
Mai negli ultimi anni la realtà del palcoscenico è stata tanto diversa da ciò che avviene dietro le quinte.
Questa volta, magari in buona fede, magari perché costretti, potremmo farci trascinare oltre i legittimi e giusti confini iracheni.
In tal caso rischieremmo seriamente di farci male,
Andrea Cucco
(nel fotogramma in alto di un video pubblicato da un canale curdo è evidenziata la scritta "trasporto eccezionale" in turco; sotto fotogramma di un analogo video della CNN)