Oggi, alle h11.50 al terminal 3 di Fiumicino è scoppiato un piccolo pandemonio quando una trentina di manifestanti curdi hanno cominciato a scandire slogan contro l'ISIS e contro il massacro in atto nella città di Kobane.
In pochi secondi carabinieri ed agenti di polizia, in divisa ed in borghese, hanno circondato il piccolo gruppo e ne hanno "contenuto l'esuberanza".
Le perplessità che lascia sorgere l'episodio sono diverse.
La prima è la facilità con cui, nonostante tutte le misure di prevenzione applicabili, è possibile "aver risonanza" nell'aeroporto romano.
La seconda è la capacità da parte dei curdi di cercare aiuto sfoggiando bandiere del PKK ed inneggiando al loro leader storico Öcalan (oggi all'ergastolo in Turchia per terrorismo). Sembra evidente che alle millantate mosse anti-isis del potente vicino turco sono in pochi a credere e men che meno i diretti interessati, i curdi, che stanno per l'appunto venendo massacrati a Kobane sul confine siriano.
La terza (legata alla prima) è il rischio corso dai partecipanti nell'esordire con tanto fragore in un'area altamente sorvegliata ed in stato d'allerta per possibili attentati.
Qui è andata bene. La tragedia è altrove.
Andrea Cucco
(foto/video: Difesa Online)