Salvatore Girone: quella strana sensazione di déjà-vu...

(di Andrea Cucco)
30/05/16

C'era attesa sabato all'aeroporto di Ciampino: 90 giornalisti, fotografi e cameramen accreditati, politici e uomini in divisa. Per oltre quattro anni i vertici militari hanno obbedito alla direttiva (non scritta) di non parlare dei fucilieri di marina, di lasciare chete le acque dell'informazione.

Chi, come questo giornale, ha ospitato gli editoriali del generale Fernando Termentini ed organizzato approfondimenti ed iniziative sulla vicenda ha a lungo sognato qualcosa in più da parte di questo Paese, per lo meno dei suoi abitanti. Non è mai stato fatto abbastanza.

A distanza di anni, della questione - rimandata, non risolta! - si stenta ancora a comprendere gravità e limiti: si pensa ancora ai pescatori indiani quando la colpevolezza eventuale dei nostri uomini è un punto che sarebbe dovuto esser mantenuto separato da un illegittimo sequestro senza accuse di concittadini.

Quante volte Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono già tornati in Italia con la speranza di rimanere?

Quante volte sono stati accolti nei Palazzi, abbracciati, rassicurati e baciati?

Cosa accadrà alla fine dell'arbitrato internazionale?

La magistratura bloccherà in futuro un eventuale rientro in India, come avrebbe potuto/dovuto anni addietro?

In Italia si dimentica poi che di "fucilieri di marina", persone tradite alle spalle da promesse governative mai realizzate, ce ne sono parecchie decine di milioni...

Dicevamo che c'erano tutti ad attendere il fuciliere Salvatore Girone. Tutti tranne uno: il presidente del consiglio Matteo Renzi. Il personaggio politico pochi giorni prima aveva twittato entusiasta "...diamo il bentornato al marò Girone che sarà con noi il #2giugno".

Chi, come noi, dopo tanto silenzio stava già "affilando la penna" per ribellarsi allo sfruttamento di una vergogna, oramai entrata nella storia d'Italia, è rimasto piacevolmente sorpreso dal dietrofront del presidente del consiglio.

Salvatore Girone non sarà con noi alla parata - ha affermato ieri Renzi - dobbiamo evitare di vivere questa fase senza sobrietà e senza stile.

Plauso dunque a chi, a differenza dei predecessori, non ha speculato politicamente sull'evento ed è riuscito a far apparire la scelta di non sfoggiare Girone il 2 giugno come dettata da "sobrietà e stile"!

Non sappiamo quale sia stato tra i consiglieri a convincerlo, ma dobbiamo sinceramente congratularci con lui...