Non c’è luogo in cui i militari dell’Arma dei Carabinieri non festeggino la loro patrona e protettrice. Anche in Palestina i carabinieri hanno reso omaggio alla Virgo Fidelis nella cappella di “Terra Santa School” di Jericho.
La Santa Messa è stata officiata da padre Mario Hadchity, alla quale, oltre a tutto il personale del contingente della missione Miadit ed al comandante, colonnello Marco Di Stefano, hanno partecipato autorità civili, militari e religiose locali, tra cui il console aggiunto dott.ssa Alice Amoriello.
Toccante l’omelia di padre Mario che ha accentato il profondo spirito di fedeltà dei carabinieri ed il legame che li unisce alla Virgo Fidelis loro patrona.
Subito dopo, il col. Di Stefano ha ricordato, nel suo discorso, che il 21 Novembre viene celebrata anche la “Giornata dell’Orfano” sottolineando il grande lavoro di assistenza svolto dall’ONAOMAC (Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell'Arma dei Carabinieri) fondata il 15 maggio 1948. L’ente morale che non percepisce alcun contributo statale, nel corso della sua esistenza ha permesso a più di mille ragazzi di laurearsi e ad oltre cinque mila di conseguire un diploma. L’alto ufficiale ha poi colto l’occasione per ringraziare quei “carabinieri senza alamari” (i familiari) che ogni giorno sono vicini a tutti i militari dell’Arma in Italia e all’estero evidenziando una profonda emozione e commozione nel ricordare che sarà la sua ultima cerimonia della Virgo Fidelis in servizio, essendo previsto il suo congedo per limiti di età il prossimo settembre.
La celebrazione della Virgo Fidelis risale al 1949 quando papa Pio XII ne fissò ufficialmente la data al 21 Novembre, mentre il titolo di Virgo Fidelis attribuito alla beata vergine Maria, fu proposto dai cappellani militari dell’Arma e dall’Ordinariato militare per l’Italia per richiamare il celebre motto dell’Arma “Nei secoli fedele”.
La data del 21 Novembre 1941 celebra il sacrifico del 1° battaglione carabinieri mobilitato che difese fino all’estremo sacrificio il caposaldo di Culquaber (Africa Orientale) e per qui fatti venne concessa alla bandiera dell’Arma la seconda medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l'impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell'intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra d'Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco simbolico delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'Arma”.
La cerimonia religiosa si è conclusa con la recita della preghiera del carabiniere che ha destato, come sempre, profonda emozione nei partecipanti.
A seguire, in un breve momento conviviale, anche il console aggiunto ha voluto rivolgere un saluto e ringraziamento ai carabinieri che in Italia e all’estero nelle missioni di lunga e breve durata svolgono il proprio servizio con spirito di abnegazione e fedeltà alle istituzioni ricordando che in tutte le rappresentanze diplomatiche del mondo sono presenti con diversi compiti i militari dell’Arma.
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