Artiglieria: qualche volta ci ascoltano

(di Tiziano Ciocchetti)
25/06/22

Da molto tempo Difesa Online sottolinea l’importanza di acquisire (e mantenere) pezzi d’artiglieria, monotubo e pluritubo, nonché radar per l’acquisizione degli obiettivi moderni.

Proprio ieri l’esecutivo a guida Draghi ha recepito la richiesta parlamentare per l’acquisizione di 13 radar controfuoco, comprensiva di supporto logistici, corsi formativi e correlati adeguamenti/potenziamenti infrastrutturali.

Tale programma è finalizzato all’incremento progressivo del numero di radar in dotazione all’Esercito (attualmente in numero di quattro), al fine di dotare tutte le unità di artiglieria di una credibile capacità controfuoco.

Come il conflitto ucraino sta evidenziando, è ormai indispensabile poter colpire in profondità il nemico, penetrando le bolle anti-accesso (A2/AD). Le ultime operazioni dell’Occidente si sono svolte in uno scenario “permissivo”, in cui gli assetti della NATO avevano il completo controllo della terza dimensione e una schiacciante superiorità tecnologica.

I prossimi scenari operativi saranno completamente differenti!

Infatti ci si troverà a operare in una ambiente “non permissivo”, contro un avversario allo stesso livello tecnologico, se non superiore.

Da qui la necessità di disporre di sistemi d’artiglieria in grado di produrre elevati volumi di fuoco, concentrandoli con estrema precisione a distanze elevate. Questo appunto dovrà essere il ruolo di sistemi mono e pluritubo, asserviti ad avanzati sistemi di sorveglianza in grado di tracciare il fuoco delle batterie nemiche e, in pochi secondi, effettuare il tiro di controbatteria.

Sarà opportuno inoltre far accompagnare le batterie di obici semoventi da sistemi C-RAM (Counter Rocket Artillery and Mortar), come i cannoni da 35 mm autocarrati della Rheinmetall, in grado di proteggere i mezzi anche dalla minaccia degli UCAV.

Forse sarebbe il caso di rispolverare il progetto degli anni ’80 dello scorso secolo FIROS-30, un lanciarazzi campale su ruote (6x6), con ordigni da 122 mm, rimasto allo stadio sperimentale. Una nuova versione, equipaggiata con razzi da 227 mm GMLRS-ER (gittata massima di 150 km) a guida GPS, potrebbe andare ad implementare notevolmente le capacità di fuoco delle brigate Medie.