Con gli ipersonici i Marines si preparano ad affrontare la Cina

(di Tiziano Ciocchetti)
01/08/22

La Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), ufficio del Pentagono incaricato di condurre attività di ricerca e sviluppo di tecnologie militari innovative, ha comunicato di aver effettuato con successo il primo test di volo del Operational Fires Program at the White Sands Missile Range in New Mexico.

Un missile ipersonico a medio raggio è stato lanciato dal retro di un camion, impiegato per la logistica, del Corpo dei Marine. Il successo del lancio dimostra che qualsiasi veicolo dei Marines o del U.S. Army, dotato del sistema di carico pallettizzato, può essere convertito in una piattaforma di lancio. Il programma impiega una tipologia di pallet missilistici progettati per essere utilizzati con i sistemi di movimentazione del carico sui camion. 

Lo sviluppo dell’ipersonico (accreditato di una velocità superiore a mach 5) è curato dalla Lockheed Martin.

È indubbio che, nel breve periodo, gli Stati Uniti continueranno ad aumentare la loro presenza militare nel Pacifico meridionale, causa le continue minacce della Cina a Taiwan e al Giappone.

Tale evoluzione è scaturita dalla necessità di “bucare” le bolle A2/AD cinesi, sempre più complesse e articolate. La visione dottrinale dei Marines si basa sulle DMO (Distributed Maritime Operations), sviluppate per bersagli minori all’avversario e, al tempo stesso, ostacolare i piani negandogli l’iniziativa.

Nel 2021 è stato pubblicato il nuovo manuale che getta le basi dei nuovi concetti operativi: “The Tentative Manual for EABO”.

Il manuale recepisce le necessità di fronteggiare avversari che potrebbero detenere vantaggi in termini geografici e di sistemi missilistici, sia per quanto concerne la gittata che la precisione. Inoltre, la pubblicazione sancisce che in futuro, il Corpo dei Marine, dovrà essere una forza in grado di occupare ed operare in un’area costiera, quale componente di una campagna navale di teatro. Infatti la dottrina EABO (Expeditionary Advanced Base Operations) prevede l’impiego di una forza mobile, numericamente limitata, con un aggravio logistico leggero posizionata all’interno di un territorio avversario, quindi sotto la costante minaccia di essere ingaggiata con differenti sistemi d’arma in qualunque momento. Le EABO devono essere in grado di condurre un’ampia gamma di azioni tattiche, rimanendo comunque sotto la minaccia di possibili attacchi nemici.

Le caratteristiche fondamentali delle EABO sono 5:

  • Presenza permanente delle forze in area di operazione;

  • Mobilità (le unità dovranno poter disporre di risorse e vettori in grado di permettere l’accesso al teatro operativo);

  • Persistenza (le unità dovranno permanere nelle aree chiave, con un limitato sostegno logistico);

  • Integrazione con le forze navali (le forze littoral dovranno essere composte da una forza organica Navy-Marines, in modo da muoversi agevolmente all’interno del teatro costiero-marittimo);

  • Costo-Efficacia (operare con unità numericamente limitate influenza il calcolo costo-efficacia dell’avversario, portandolo così a limitare l’uso dei sistemi d’arma più importanti).

Altra modifica che il Corpo intende portare avanti riguarda la conversione delle sue unità di LAR (Light Armoured Reconnaissance - foto) in assetti MR (Mobile Reconnaissance), attraverso l’acquisizione di una piattaforma, attualmente in fase di sviluppo, denominata ARV (Advanced Reconnaissance Vehicle).

L’ARV sarà altamente mobile, connesso alla rete, facilmente trasportabile, protetto e letale. Come il suo predecessore (LAV-25), l'ARV condurrà operazioni di ricognizione, sorveglianza e sicurezza a sostegno della manovra, nonché azioni offensive e difensive, inganni e incursioni per creare condizioni favorevoli per la forza expeditionary.

Il nuovo veicolo sarà probabilmente equipaggiato con un cannone automatico da 30 mm (già selezionato per l’ACV), e dovrà essere in grado di lanciare munizioni di precisione per ingaggiare bersagli NLOS (Non Line Of Sight), nonché trasportare e lanciare loitering munitions (Switchblade). Inoltre sarà dotato di una moderna suite C2 (Comando e Controllo), con un’ampia gamma di sistemi di ricognizione e sorveglianza, in modo da estendere e migliorare le attuali portate operative.

In conclusione i Marines si apprestano a far entrare in servizio, nei prossimi anni, una serie di sistemi d’arma che spaziano dai missili antinave (NSM), agli ipersonici, a nuovi mezzi da ricognizione e attacco.

Il confronto con la Cina è già cominciato, resta solo da aspettare quando diventerà armato.

Foto: Lockheed Martin / U.S. Marine Corps