Il convoglio pesantemente corazzato (e camuffato) formato da elementi dello Joint Task Force 2 / 427° Special Operations Aviation Squadron, giovedì scorso, si trovava a pochi chilometri dal fronte, durante una missione di ricognizione quando è stato raggiunto da alcuni colpi di mortaio. Più che altro, colpi sparati a casaccio nel tentativo di impaurire quella che a prima vista poteva sembrare una facile preda.
Purtroppo per i terroristi dell’Isis, quelli colpiti non erano occidentali sprovveduti magari in qualche missione umanitaria, ma esperti in controguerriglia asimmetrica e coperti da supporto aereo. I canadesi, di concerto con i reparti speciali americani, starebbero per espandere la portata delle missioni di “targeting leader”.
Pochi secondi dopo essere stati raggiunti dal fuoco nemico, i canadesi passano al contrattacco eliminando la minaccia senza alcuna perdita. Dal governo canadese non forniscono altre informazioni, limitandosi a confermare che le dinamiche dei quattro contatti avuti sono simili tra di loro.
Il quarto scontro tra i fondamentalisti ed i reparti speciali canadesi, avviene in un momento molto particolare. A poche ore dal tentativo, non riuscito, dei terroristi di attaccare la base dei Marine di Al Asad e dalla bozza di risoluzione del Congresso degli Stati Uniti che, se approvata, autorizzerebbe (in modo ufficiale, ma di fatto è già così) "operazioni di combattimento in circostanze limitate, targeting leader e man hunting.
Le operazioni di “Targeting Leader” e “Man Hunting” sono dei veri e propri raid finalizzati all’eliminazione non solo dei comandanti nemici, ma della loro intera catena di comando, logistica e finanziaria.
Gli Hunter Killer occidentali, anche sulla carta, avrebbero carta bianca per l’eliminazione dei bersagli che, con la nuova risoluzione, diventerebbero parecchi.
La proposta di intraprendere azioni militare contro la leadership dell’Isis è un tassello fondamentale nella strategia della lotta al terrorismo in Iraq, simile alle operazioni che Stati Uniti, Canada ed alleati hanno compiuto in Afghanistan contro i talebani.
L’eliminazione dei bersagli di alto profilo sarebbe affidata soltanto a pochi team selezionati in grado di condurre questo tipo di operazioni a fianco dei Tier-1 degli Stati Uniti.
Autorizzare questo tipo di missioni, però, è anche molto rischioso. Al di là dell’aspetto logistico che aumenta considerevolmente l’impegno profuso, il pericolo per gli operatori cresce in modo esponenziale per via dell’infiltrazione (ed esfiltrazione) di piccoli team in territorio totalmente ostile. E c’è sempre il rischio che qualcosa possa andare storto.
E’ anche vero però, che scatenare i reparti speciali potrebbe essere l’unica soluzione per far terminare la guerra in mesi e non in anni.
Reparti Speciali ufficialmente schierati contro l'Isis
Tutti i reparti rientrano nella Task Force Black anche se ogni corpo agisce in modo del tutto autonomo e con regole di ingaggio asimmetriche e non convenzionali. Dopo il “terrore” portato dai Sas e dai Tier-1 americani (eliminazione notturna di bersagli, imboscate), tutti i reparti speciali schierati hanno adottato la tecnica dei “lupi travestiti da pecore”.
USA: Navy Seal/Delta Force/Tier-1
“Noi siamo i migliori killer al mondo”
La missione prioritaria dei reparti speciali americani è quella di scardinare la struttura di comando Isis. I gruppi agiscono in missioni di contro guerriglia, imboscate, eliminazione bersagli di alto profilo, caccia all'uomo. Fallite alcune missioni per liberare ostaggi. Imminente l’arrivo di una forza dei Marine supportata da Berretti Verdi e Delta. Ogni operazione è “coperta” dall’intera forza aerea schierata dagli Stati Uniti.
Gran Bretagna: SAS
“L’unico modo per trattare con questi mostri, è inviare i nostri migliori soldati. Ed i nostri sanno perfettamente come combattere i mostri. Le tenebre sono il nostro habitat”.
Diverse squadre di SAS sono state schierate da mesi in Iraq. Scopo prioritario è quello di seminare il panico tra i terroristi, agendo esclusivamente di notte da una base segreta nel deserto definita inespugnabile, l'Area-51 irachena. Agisce in modo autonomo il gruppo dei “Sessanta” con lo scopo di portare a Londra la testa di John il Jihadista. Altri duemila uomini appartenenti a tutti i rami delle forze speciali inglesi giungeranno a breve in Iraq per fortificare “l’Area-51”. Forza di protezione aerea Uav incrementata. Tutte le missioni Hunter Killer sono state autorizzate.
Francia: Legione Straniera
“Vendicate Parigi”
La Legione Straniera è scesa in campo per difendere Parigi. Il contesto iracheno è il perfetto habitat dei legionari del deserto che hanno ricevuto l'ordine di vendicare “La Strage di Parigi”. Secondo fonti non confermate, il primo contatto tra i legionari ed i militanti dell’Isis sarebbe già avvenuto con perdite devastanti per i terroristi. I legionari dovranno fare solo il loro lavoro.
Canada: Joint Task Force 2 / 427° Special Operations Aviation Squadron
“Ci credono indifesi e sprovveduti, ci credono facili prede”
I commando del Joint Task Force 2 e del 427° Special Operations Aviation Squadron sono stati schierati a sostegno delle forze speciali della coalizione. Quattro scontri a fuoco contro i jihadisti in quattro settimane. Numerosi bersagli abbattuti, nessuna perdita. I canadesi camuffano i loro convogli per apparire come una facile preda: sono supportati da droni armati ed F-18 che volano a pochi secondi dal teatro operativo.
Australia: Special Air Service Regiment
“Sappiamo bene come trattare con questi animali: loro sanno che conosciamo queste zone come le nostre tasche”
Due squadroni della SARS (200 uomini) sono stati schierati in Iraq lo scorso novembre, ufficialmente con il compito di fornire assistenza alle milizie locali. Non si hanno notizie di scontri a fuoco. I SARS sono il terrore dei fondamentalisti per la loro conoscenza del terreno e per le numerose esperienze sul campo. Operano in Iraq fin dal 2003 in operazioni di contro-insurrezione ed in missioni ombra.
Olanda: Korps CommandotroepenRischierate due squadre del Korps Commandotroepen, i reparti speciali dei Paesi Bassi esperti nella guerriglia non convenzionale.
Italia: Task Force 45
Attivi da poco più di un mese, gli uomini della Task Force 45 (unità italiana che ufficialmente non esiste) stati schierati alle dirette dipendenze della Combined Joint Task Force nella città di Arbil, nel Kurdistan iracheno. I 50 elementi della TF45 fungono da “moltiplicatori” per le truppe locali ed utilizzati in missione di ricognizione.
Giordania: Royal Special Operations Forces
“Dopo ogni attacco aereo, l’aviazione giordana sorvola la casa del pilota arso vivo dai terroristi dell’Isis: un modo per onorare il caduto e ricordare a lui ed alla sua famiglia che il sacrificio non è stato vano”.
Addestrati da inglesi ed americani e supportati dai migliori servizi segreti della Regione dopo Israele. Scatenare la rabbia e la potenza dell’ottava potenza militare del Medioriente non è stata una buona idea.
La guerra totale minacciata dalla Giordania potrebbe sancire la fine dell’Isis, sotto ogni punto di vista. Sono 14mila gli appartenenti ai reparti speciali in un esercito formato da 110 mila uomini. Dei 1321 carri armati in possesso, almeno mille sono pronti al combattimento.
Dopo ogni attacco aereo, l’aviazione giordana sorvola la casa del pilota arso vivo dai terroristi dell’Isis: un modo per onorare il caduto e ricordare a lui ed alla sua famiglia che il sacrificio non è stato vano.
Franco Iacch
(foto: US DoD / Navy Seals)