Cooperazione Italia-USA in campo elicotteristico?

(di Tiziano Ciocchetti)
06/05/21

In una conferenza di inizio anno, sulle relazioni transatlantiche per il settore della Difesa, il ministro Lorenzo Guerini ha fatto riferimento alle “opportunità sottese alla possibile partecipazione italiana al programma FVL (Future Vertical Lift)”.

Il programma americano FVL si divide in due rami: il FLRAA (Future Long Range Assault Aircraft), finalizzato alla sostituzione della numerosa flotta di elicotteri UH-60, a partire dal 2030 e il FARA (Future Attack Reconnaissance Aircraft), volto invece a rimpiazzate l’elicottero d’attacco AH-64E, sempre a partire dal 2030.

Per il primo sono in gara l’elicottero con rotore coassiale SB-1 Defiant, sviluppato dalla Lockheed Martin, Sikorsky e Boeing, e il convertiplano della Bell V-280 Valor (foto apertura, video in basso).

Mentre per il secondo programma sono in gara l’elicottero a rotore coassiale controrotante della Lockheed Martin/Sikorsky Raider-X e il 360 Invictus della Bell.

Per le necessità delle Forze Armate italiane sarebbe più opportuno valutare attentamente il programma FLRAA, in quanto il FARA è incentrato sulla realizzazione di un velivolo di 6 tonnellate destinato a sostituire il Kiowa Warrior (foto) nel ruolo di ricognitore del campo di battaglia.

Il Valor è una macchina concettualmente simile all’Osprey, anche se di dimensioni inferiori. Inoltre, il convertiplano della Bell ha una coda con impennaggi a V e i rotori basculanti, svincolati dai motori che restano fissi.

Il Defiant, invece, presenta una configurazione composta da due rotori principali controrotanti e un’elica propulsiva collocata all’estremità della coda.

Secondo le specifiche dell’U.S. Army questi velivoli dovranno essere in grado di trasportare una squadra di 12 fucilieri a una velocità di crociera di almeno 500 km/h e avere un’autonomia di circa 600 km. Tutte le macchine partecipanti alla gara sono in versione armata, con sistemi missilistici sia in pod esterni che in baie interne, ancora non è chiara l’opzione di una mitragliera fissa esterna (una ipotetica versione per l’Esercito Italiano potrebbe essere armata con i missili controcarro israeliani Spike NLOS, con gittata massima di 30 km).

Al momento non ci sono requisiti ufficiali per ciò che concerne l’esigenza italiana. Bisogna tener presente che si parla di macchine che, una volta superata la fase di sperimentazione, avranno una massa al decollo di 18/20 tonnellate.

In ambito italiano il naturale cliente di un simile velivolo potrebbe essere la brigata aeromobile Friuli, con i suoi due reggimenti (il 5° Rigel e il 7° Vega) di elicotteri. Il Valor potrebbe assolvere sia la funzione di trasporto che di supporto di fuoco, coniugando così i compiti attualmente ricoperti sia dall’UH-90A che dall’AH-129D, permettendo di consentire un’ulteriore evoluzione al concetto di aeromobilità in ambito nazionale.

Tuttavia l’Esercito si è impegnato per oltre un miliardo di euro nella realizzazione del NEES (Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta) AH-249 (immagine). Il requisito attuale prevede l’acquisizione di 48 macchine quindi, visti i bassi numeri di esemplari, i costi di produzione non saranno certo contenuti.

Ci sarebbe poi, non da ultimo, il problema di impostare una cooperazione con Washington che possa portare benefici anche al nostro apparato industriale. Non dimenticando che gli americani sono sempre molto restii a condividere nuove tecnologie e, dopo la questione degli F-35, l’Italia non è certo vista di buon occhio oltreoceano.

Foto: Bell (+video) / U.S. DoD / Leonardo