La Russia – ha aggiunto Lavrov - non ha e non può avere alcuna intenzione di invadere l'Ucraina. L'incontro è stato produttivo, ma i disaccordi tra Mosca e Washington persistono. Sulle possibili sanzioni paventate dall’occidente, Lavrov è stato chiaro. I partner occidentali – ha concluso il ministro russo - sono consapevoli del fatto che ogni tipo di sanzione contro la Russia sarebbe controproducente.
La nostra posizione sul referendum è chiara – ha commenta a margine dell’incontro il Segretario di Stato John Kerry - crediamo sia contrario a quanto previsto dalla costituzione Ucraina.Intanto, il presidente russo Vladimir Putin, in una conversazione telefonica con il segretario generale dell'ONU Ban Ki –Moon, ha spiegato che il referendum di domani è perfettamente in linea con la Carta delle Nazioni Unite e secondo quanto previsto dal diritto internazionale.
Il parlamento della Crimea ha dichiarato l'indipendenza del paese martedì scorso, in vista del voto popolare di domani per l’annessione alla Russia. Le autorità di Kiev ed i leader internazionali hanno condannato il referendum definendolo illegittimo ed accusando Mosca di fomentare disordini al fine di annettere la Crimea. Il Pentagono intanto, schiera la portaerei USS George H.W. Bush davanti le coste turche. I russi continuano ad ammassare mezzi pesanti lungo il confine ucraino.
LE FORZE SCHIERATE
STATI UNITI: sei caccia F-15C provenienti dalla base di Lakenheath, in Inghilterra, sono schierati dalla settimana scorsa presso la base di Lask, a 100 miglia da Varsavia, divenuto il principale punto di rischieramento avanzato americano dal 2012. Ieri, altri dodici F-16 hanno raggiunto la Polonia: i caccia sono decollati dalla base USA di Aviano, in Italia. Un C-130 ed un C-17 sono atterrati questa mattina in Polonia con rifornimenti e 150 uomini. Il cacciatorpediniere classe Arleigh Burke “USS Truxtun” del gruppo da battaglia (Carrier Strike Group) della portaerei “USS George HW Bush”, continua a svolgere delle esercitazione sulle coste della Romania, a circa 220 chilometri dalla Crimea. La Sesta Flotta degli Stati Uniti con sede in Italia, formata dalla portaerei classe Nimitz “USS George HW Bush”, dal cacciatorpediniere USS Roosevelt, dall’incrociatore USS Philippine Sea e da un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare, è pronta ad intervenire. La Bush è arrivata il 9 marzo scorso ad Antalya, in Turchia, per una sosta pianificata in Medio Oriente. La Bush trasporta otto squadroni aerei formati prevalentemente da F-18 Hornet/Super Hornet. Nel Mediterraneo, presso la base navale di Rota, in Spagna, si trovano le cacciatorpediniere USS Arleigh Burke e USS Donald Cook. Forza sottomarina ignota, ma presenteGli USA potrebbero schierare anche una potente forza d’assalto formata da 2,400 Marines, grazie al Gruppo anfibio di intervento rapido USS Bataan, giunto lo scorso mese di febbraio in Spagna per un dispiegamento della durata di otto mesi. A Vicenza, infine, si trovano tremila soldati della 173a Airborne Brigade. Il Pentagono non ha una componente anticarro specifica e questo la Casa Bianca lo sa. A causa dei tagli infatti, dalla base tedesca di Spangdahlem, l'Air Force ha soppresso lo scorso anno i 21 A-10 rischierati. Erano gli ultimi "facoceri" in Europa. La crisi in Crimea preoccupa anche in prospettiva futura perché i tagli alla Difesa americana (entro il 2015 l’Air Force taglierà 500 velivoli), accolti con entusiasmo fino a pochi giorni fa, adesso iniziano ad essere guardati con diffidenza, considerando il turbolento contesto mondiale. Gli Usa però, precisano che gli aerei ritirati all’estero saranno soltanto 47.
NATO: due Awacs continuano a monitorare l’evolversi della situazione, effettuando pattugliamenti aerei sull’Estonia, la Lettonia e la Lituania.
RUSSIA: la 98a Divisione Aerotrasportata formata da quattro mila paracadutisti supportati da un numero imprecisato di mezzi pesanti, è in stato d'allerta da 96 ore. In un’esercitazione, che si è svolta ieri, 350 paracadutisti hanno simulato un assalto presso un aeroporto nemico, preparando poi quest’ultimo alle forze di invasione aviotrasportate. L’esercitazione si è svolta nell’arcipelago delle Isole della Nuova Siberia.16 Mig-29K sono stati schierati presso la base aere russa a Eerebuni, in Armenia. Presso la base aerea Baranavicy, in Bielorussia, sono atterrati sei caccia Su-27 Flanker. La Bielorussia (che aveva richiesto almeno dodici caccia) ospita già quattro Su-27, secondo quanto previsto dal trattato di protezione congiunta tra i due paesi, siglato nel 2009. Sulla carta, il Su-27, uno dei capolavori dell’ingegneria russa, è di gran lunga superiore ai caccia occidentali schierati in Polonia. Quattro bombardieri strategici Tu-95MS, poco dopo le 16 di ieri, sono decollati dalla base Ukrainka per un pattugliamento di 24 ore sul Mar Glaciale Artico. Forza sottomarina russa ignota, ma presente. A Kapustin Yar, che si trova a circa 450 chilometri ad est del confine con l'Ucraina, sono stati schierati circa 3.500 soldati e svariati sistemi di difesa aerea (S-300, SA-17 "Grizzly" e molto probabilmente SA-21 "Growler"). Al confine con l’Ucraina ci sarebbero, secondo alcune fonti, da dieci a 25 mila soldati russi. Ufficialmente, queste unità stanno svolgendo delle esercitazioni militari nel distretto militare sud.
LA FLOTTA RUSSA DEL MAR MEDITERRANEODal 1° maggio scorso, tutte le navi da guerra russe nel Mediterraneo sono state raggruppate in un’unica task force operativa .La Flotta da guerra del Mediterraneo è composta attualmente da undici navi. L’ammiraglia della Flotta è ovviamente l’incrociatore lanciamissili classe ‘Slava’, la carrier-killer ‘Moskva’. Il gruppo da battaglia è formato dal cacciatorpediniere classe ‘Udaloy’, la ‘Admiral Panteleyev’, e dalle cacciatorpediniere lanciamissili classe ’Kashin-Mod’, la ‘Neustrashimy’ e la ‘Smetlivy’. La forza d’assalto anfibia è composta dalle grandi navi da sbarco classe ‘Alligator’, la ‘Alexander Shabalin’, la ‘Novocherkassk’, la ‘Nikolai Filchenkov’ e la ‘Minsk’. Dalla Flotta del Mar Nero si è unita anche la nave d’assalto anfibio classe ‘Ropucha’, la ‘Yamal’. Scontata la presenza di almeno due sottomarini d'attacco a propulsione nucleare classe 'Akula'. La Russia ha aumentato la sua presenza navale nel Mediterraneo dopo aver annunciato nel dicembre 2012, la creazione di una flotta da guerra permanente per proteggere i propri interessi nella regione.
LA STRATEGIA NAVALE RUSSAEntro i prossimi due anni, il primo dei sei sottomarini classe “Varshavyanka” equipaggerà la Flotta del Mar Nero.Questi sottomarini rappresentano un elemento chiave della strategia navale russa nel Mediterraneo, dove Mosca ha recentemente formato una task force permanente composta da undici navi di superficie.La costruzione del sottomarino “Novorossiisk” ha preso il via nell’ agosto del 2010, seguito dal “Rostov -on-Don” nel novembre 2011 e dalla “Stary Oskol” lo scorso mese di agosto.La Flotta del Mar Nero non riceve nuovi sottomarini da 23 anni ed attualmente opera soltanto con “L’Alrosa”, battello classe “Kilo” entrato in servizio nel 1990.I sottomarini russi soprannominati dalla US Navy come "Buchi Neri nell'oceano/Black Holes in the ocean", una volta immersi non sono più identificabili.I classe “Varshavyanka” (Progetto 636m) sono propulsi da motori a diesel-elettrici a bassissima emissione di rumore e possono colpire bersagli a lunghe distanze senza essere rilevati dai radar antisommergibile nemici.La classe “Varshavyanka” è una versione migliorata della “Kilo” (quest'ultimo al di sotto dei cinque nodi di velocità risulta invisibile ai sonar passivi), con tecnologia stealth avanzata. Ha un dislocamento di 3.100 tonnellate, raggiunge una velocità di 20 nodi, può immergersi fino a 300 metri e trasportare equipaggi di 52 persone.I sottomarini, armati con 18 siluri, mine ed otto missili da crociera “Kalibr 3M54” (NATO SS-N-27 Sizzler), svolgeranno missioni anti-sommergibile (Hunter Killer) in acque relativamente poco profonde.
Franco Iacch