Difesa Online, scheda tecnica: i droni Predator e Reaper

(di Davide Bartoccini)
24/02/16

L' RQ-1 'Predator' e il suo successore MQ-9 'Reaper' (conosciuto anche come Predator B) sono Aerobomibili a Pilotaggio Remoto (APR, più comunemente chiamati "droni") prodotti dalla General Atomics di San Diego, California, e impiegati in missioni di sorveglianza, ricognizione, ricognizione armata e interdizione o attacco al suolo (specialmente nelle operazioni "Hunter Killer" e "Targeting Leader").

L'APR viene pilotato a distanza da 2 operatori, pilota e osservatore/armiere, in una stazione di controllo a terra UAV che può essere allestita in un rimorchio delle dimensioni approssimative di 10 mt. Nella Ground Station sono alloggiate una consolle per il pilotaggio e una per il carico utile del drone, tre consolle di tipo Boeing 'data exploitation and mission planning' e due postazioni radar 'synthetic aperture' TESAR prodotte dalla Northrop Grumman collegate a satellite.

Gli aeromobili hanno una lunghezza di 8,22 mt e un'apertura alare 14,8 mt, per il modello 'Predator', e di 11 mt con apertura alare 20 mt per il modello 'Reaper' e possono decollare da piste di una lunghezza minima di 600 mt. Sono dotati di radar 'synthetic aperture' (in molte versioni Lynx SAR), Versatron/Wescam electro-optical Skyball Gimbal, videocamere convenzionali e forward-looking a infrarossi (FLIR) con 6 campi visivi compresi tra 19 mm e 560 millimetri.

Tutte le immagini rilevate dal drone possono essere mostrate in tempo reale in tutto il mondo attraverso collegamento satellitare L3. Entrambe le configurazioni sono ad ala bassa, una con impennaggio a V rovesciata, l'altra con impennaggio a V superiore integrato da una pinna ventrale. Entrambe le versioni sono spinte da motori a turboelica.

L'RQ-1 medium-altitude è dotato di un motore Rotax 912 (o 914) a 4 cilindri con una potenza 100 / 115 CV. Può raggiungere una velocità massima di 217 km/h, una tangenza di 7.800 mt e ha un'autonomia di 24 ore di volo a 926 km dalla base di decollo.

Il suo successore, l'MQ-9, è stato migliorato per raggiungere una tangenza maggiore e raddoppiare il carico utile: monta un motore Honeywell TP331-10T con una potenza 712 kW che gli permette di raggiungere una velocità massima 482 km/h. Ha un'autonomia 14-28 ore (14 se a pieno carico). La quota di servizio è stimata a 7.500 m e la tangenza raggiungibile è di 15.000 m.

L'armamento dei droni comprende missili anticarro a guida semi-laser AGM-114 Hellfire da 110lb e bombe a guida laser Paveway GBU-12 o EGBU-12 o GBU-38 JDAM da 500 lb. L'MQ-9 Reaper ha raggiunto un carico utile di oltre 3000lb che gli permette di trasportare tra l'entrobordo e i 6 piloni alari fino a quattro missili Hellfire II e due bombe a guida laser Paveway.

I droni vengono principalmente impiegati per eliminare obiettivi prefissati come bunker, veicoli e altri obiettivi sensibili; all'occorrenza per portare fuoco d'interdizione in appoggio a forze di terra.

Il primo impiego operativo di un RQ-1 come ricognitore è avvenuto in Bosnia nel 1995 durante l'operazione NATO Deliberate Force ed è proseguito nelle operazioni Enduring Freedom in Afghanistan (2001) e Iraqi Freedom in Iraq (2003). Nel 2001 viene testato il lancio di un missile Hellfire-C nella base aerea USAF di Nellis in Nevada. L'anno successivo un Predator conduce la prima missione Hunter-killer eliminando con un missile Hellfire un veicolo civile sul quale erano stati individuati dei terroristi in Yemen.

Il Predator B (MQ-9) è stato impiegato per la prima nel 2005 nel teatro dei Balcani ed è stato dispiegato per attacchi di precisione in Afghanistan dal 2007 in Iraq dall'aprile del 2008. Droni di entrambi modelli sono in forza nelle aeronautiche di Stati Uniti (più di 12 squadriglie).

Gli MQ-9 sono impiegati in Francia (Escadron de drones 1/33 Belfort), in Gran Bretagna (Sqd. No. 13 e 39), in Italia (6 apparecchi nel 32' Stormo), in Spagna (No. 47 Grupo Mixto), Paesi Bassi, Turchia ed Emirati Arabi. La flotta di aeromobili a pilotaggio remoto US Air Force, la più numerosa al mondo, conta attualmente 175 “Reaper” e 150 “Predator”.

La RAF britannica sta facendo largo uso di Reaper contro l'ISIS nell'Operazione Shader per ricognizioni armate e a appoggio delle forze di terra alleate in Siria e Iraq, mentre l'Armée de L'Air francese sta impiegando i Reaper per sorvegliare l'area del cosiddetto G5 (Mauritania, Mali, Niger, Chad e Burkina Faso) all'interno dell'Operazione Barkhane.

L'USAF ha recentemente ottenuto il permesso del governo italiano di far decollare i propri droni dalla base di Sigonella per missioni di carattere 'difensivo' in Libia e Nord Africa all'interno dello sforzo Anti-ISIS della coalizione internazionale. La base di Sigonella, in Sicilia, appartiene all'Areonautica Militare e ospita un'area di dominio dell'US Navy: la Naval Air Station Sigonella (NASSIG). Distando poco più di 1000 km dalle coste libiche, Sigonella si rivelerebbe una posizione di lancio strategica per le future missioni contro il Daesh in Libia.

Il Ministero della Difesa ha comunicato che le missioni dei droni americani dovranno essere vagliate e ricevere il permesso dello stato maggiore italiano di volta in volta.

"L'utilizzo della base di Sigonella da parte degli statunitensi verrà di volta in volta discusso e autorizzato, in coerenza con le linee di politica estera e di difesa e con la strategia italiana che il governo ha più volte esplicitato al parlamento" - Ha dichiarato il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

(foto: U.S. Air Force, Iraqi Air Force, Wikicommon)