In una nota ufficiale del 21 luglio, l’onorevole Matteo Perego di Cremnago, membro della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, rimarca l’importanza strategica per l’Italia della base aerea della Marina Militare di Grottaglie (Puglia): ho appena visitato MARISTAER di Grottaglie, l’aeroporto dell’Aviazione della Marina Militare che, attualmente, ospita gli aerei imbarcati AV-8B HARRIER II Plus, SH-90, ed i primi F-35B, la versione STOVL destinata a sostituire gli HARRIER a bordo della portaerei CAVOUR.
Questo complesso, che in poche decine di chilometri, racchiude l’aeroporto di Grottaglie, con diverse aree addestrative e il porto di Taranto (sede della Seconda Divisione Navale), è un asset strategico della Difesa italiana, da tutelare e valorizzare, con l’auspicio che vengano portati compimento i lavori avviati nell’aeroporto.
Proprio la portaerei CAVOUR, dislocata sinergicamente con questo complesso strategico, rappresenta l’unica piattaforma navale, nell’ambito dell’Unione Europea, in grado di imbarcare il caccia di quinta generazione F-35B, la cui capacità operativa iniziale (IOC) va garantita quanto prima.
La nota di Perego sottende una rilevante incongruenza nella tempistica di acquisizione del nuovo caccia, da parte della Difesa, frutto dell’assenza di una precisa direzione politica.
Ricordiamo ai lettori che dei 30 F-35B STOVL (decollo corto e atterraggio verticale) di prossima acquisizione da parte dell’Italia, 15 esemplari andranno all’Aeronautica Militare, senza che sussista da parte della Forza Armata alcuna necessità tattica per tale versione (peraltro l’F-35B costa di più rispetto alla versione A e ha prestazioni inferiori). Di contro, la Marina Militare, ha urgente necessità di rendere quanto prima operativi gli altri 15 esemplari che le saranno assegnati. Ecco perché il complesso di Grottaglie (con la sua struttura addestrativa) è fondamentale per integrare il nuovo caccia con la piattaforma navale CAVOUR e con la nuova LHD TRIESTE.
Il taglio (malaugurato) del 2012, sul numero di F-35 da acquistare, ha fortemente danneggiato la Marina. Tutti i titolari che si sono succeduti alla Difesa, negli ultimi anni, hanno avallato l’incomprensibile disegno dell’Aeronautica di acquisire anche la versione B, diminuendo di fatto le capacità aeree della Flotta italiana. A meno che il progetto politico nazionale sia quello di smantellare (sia nelle unità che negli equipaggi) gradualmente la Marina - e quindi le capacità di proiezione sui mari - riducendola a una sorta di Guardia Costiera, con il solo compito istituzionale di trasbordare migranti nei porti della penisola.