Il piano di pensionamento dell’USAF per il Lockheed U-2, previsto nel 2019, è giudicato pessimo dai legislatori americani. In una lettera consegnata il 17 giugno scorso, la Commissione d’Intelligence del Senato chiede all'aviazione di riconsiderare il ritiro dell’U-2, previsto nel 2019, per evitare una lacuna nella capacità ISR ad alta quota del Pentagono. L'USAF preme per mandare in pensione la flotta U-2 cosi da stornare i fondi nei droni RQ-4 Global Hawk e RQ-170 Sentinel.
Si legge nella lettera di raccomandazione dei legislatori presentata all’Air Force: "Piuttosto che cercare di mandare in pensione l'U-2, incoraggiamo la forza aerea nel prendere in considerazione la possibilità di continuare a volare con una flotta mista. Il ritiro dell’U-2 comporterebbe una lacuna, non attualmente colmabile, nelle ricognizione ad alta quota. Mentre apprezziamo il vostro supporto per aggiornare le capacità degll’U-2 nel breve termine, non sono inseriti ulteriori investimenti a causa dell’annunciato ritiro dal servizio della piattaforma. Tale decisione andrà ad incidere sulle capacità ad ampio spettro ISR ad alta quota”.
La Commissione d’Intelligence del Senato, dati alla mano, precisa che l’attuale flotta U-2 (30 piattaforme costantemente aggiornate), potrebbe volare per altri venti anni. Le cellule, infatti, sono state utilizzate soltanto per il 20% della loro vita operativa.
L’Air Force continua a pensarla diversamente, sostenendo che soltanto con l’uscita di scena dell’U-2 si sbloccheranno i fondi necessari, 2.2 miliardi di dollari, per sviluppare il Global Hawk ed il Sentinel le cui capacità, secondo i militari, sono ben superiori alla piattaforma della Lockheed. Parte di quei fondi, circa 500 milioni di dollari, saranno utilizzati per consentire ai droni RQ-4 di trasportare i sensori attualmente installati sugli U-2.
Per Lockheed Martin, la flotta U-2 potrebbe continuare a volare fino al 2050, raggiungendo l’esclusivo traguardo del secolo di attività.
(foto: U.S. Air Force)