DRONI CASEVAC: il futuro della sanità campale?

(di Filippo Del Monte)
26/07/24

Tra le novità interessanti presentate nell’ultima edizione del Farnborough International Airshow (22-26 luglio 2024), spicca lo UAS T-650 della BAE Systems in configurazione CASEVAC (Casualty evacuation). Si tratta di un prodotto interessante, alla cui base vi è una riflessione strategica importante sui concetti di rischio e opportunità sul campo di battaglia contemporaneo.

Quella CASEVAC è una delle versioni “modulari” dello UAV targato BAE Systems, mentre quella offensiva è equipaggiata con LWT Sting Ray, progettati dall’allora GEC-Marconi, oggi divisione dei sistemi tecnologici integrati della BAE.

Nel corso della storia recente, con la guerra del Vietnam che ha consegnato alla storia - ed anche i film hollywoodiani vi hanno contribuito - le immagini di soldati feriti che vengono trasportati su un elicottero che atterra in un’area contestata per una evacuazione d’emergenza.

Con il sempre più massiccio utilizzo di tattiche A2/AD (Anti-Access/Area Denial), far atterrare un elicottero sul campo di battaglia per evacuare feriti gravi equivarrebbe, con una probabilità molto elevata, l’elicottero ed il suo equipaggio, lasciando anche a terra il ferito.

Pur non essendo stata propriamente un'operazione d'evacuazione di feriti, la ben nota Battaglia di Mogadiscio (3-4 ottobre 1993), durante la quale furono abbattuti due elicotteri statunitensi UH-60 Black Hawk, è un chiaro esempio della situazione in cui degli elicotteri verrebbero a trovarsi in un'area altamente contesa e con nemici che utilizzano tattiche di "negazione dell'accesso". Le operazioni di evacuazione d’emergenza dei feriti potrebbero, perciò, essere affidate non più ad un velivolo ad ala rotante, quanto ad un drone appositamente progettato.

La versione CASEVAC del T-650, che nasce come drone antisommergibile, è in grado di reggere e trasportare pesi superiori ai 300 kg (che è il peso medio di un soldato con equipaggiamento completo, barella e capsula medica protettiva) ed è dotata di una capsula medica in grado di rilevare i parametri vitali del soldato ferito adagiato all’interno e protetta con una copertura balistica per sostenere i colpi delle armi leggere (che sono, presumibilmente, quelle che verrebbero impiegate da un nemico che, nel corso di uno scontro a fuoco tra fanterie, individuasse il T-650 impegnato nelle proprie operazioni).

L’obiettivo è duplice: evitare di mettere a rischio un elicottero e aumentare la sicurezza del ferito nel corso dell’evacuazione.

Il T-650 CASEVAC potrebbe volare ad una altezza media tra i 30 ed i 60 metri (questo spiega la necessità di blindare adeguatamente la capsula), con un sistema di navigazione fornito di GPS/GNSS e SATCOM, così da garantire il flusso di dati, mentre specifici sensori sarebbero decollo e atterraggio.

Un prototipo perfettamente operativo dovrebbe essere pronto tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, secondo quanto auspicato dalla BAE Systems. Soprattutto, una piattaforma integrata che mette in evidenza l’importanza di essere dotati di droni modulari e dello sviluppo di procedure più rapide e meno rischiose in ambito di sanità militare e medicina campale.

Foto: autore