“Quando il Corpo dei Marine ha eseguito i test a bordo della nave di assalto anfibio USS Wasp, ha affermato che l’F-35 ha superato tutte le prove in programma. Quelle, però, non sono state delle vere prove di funzionamento, sia sotto il profilo formale che informale del termine”. La nota di Michael Gilmore, direttore del settore test operativi del Pentagono, potrebbe scatenare un putiferio sul progetto più costoso della storia del Pentagono.
Scrive Gilmore: “I test non hanno dimostrato la prontezza dell’F-35 per le implementazioni operative reali a causa del modo in cui si sono svolti. Quella prova avvenuta a fine maggio, a bordo della USS Wasp, si sarebbe dovuta svolgere in un ambiente reale e non in quella ottimale ricreata durante il rischieramento”.
Il memorandum, riportato da Bloomberg è stato ottenuto poche ore fa dal Project on Government Oversight attaverso il Freedom of Information Act.
“I test si sono svolti senza altri tipi di aeromobili che, solitamente, condividono lo spazio sul ponte di volo. I sistemi di missione chiave poi, non sono stati installati o addirittura non utilizzati. L’F-35 non ha trasportato alcun ordigno mentre il personale in uniforme è stato coadiuvato da tecnici specializzati esterni, che sarebbero stati assenti in operazioni di combattimento reali”.
Il Corpo dei Marine non ha commentato il memorandum. Ma l'ufficio di Gilmore si è spinto oltre, evidenziando che anche gli F-35 utilizzati nei test hanno riscontrato problemi. "L'affidabilità dei velivoli era abbastanza scarsa ed è stato difficile per i Marine riuscire a mantenere operativi più di tre (dei sei caccia imbarcati) F-35 al giorno”.
Gilmore avrebbe anche riscontrato una discrepanza del numero di ore di volo tra tutti i caccia rischierati. Conclude il memorandum suggerendo ai Marine di condurre un altro test in una dimostrazione “aggressiva” ed in un contesto reale.
(foto: US Navy)