I primi esperimenti con fucili di precisione di grosso calibro risalgono alla Guerra di Corea, con l’utilizzo, a scopo valutativo, dei fucili anticarro sovietici PTRS-41, modificati in calibro 12,7x99 mm.
La scelta di tale munizione era dovuta all’elevata diffusione negli eserciti occidentali, in quanto impiegata dalla mitragliatrice pesante Browning M-2. Inoltre il .50 BMG offriva delle capacità di perforazione estremamente elevate. Per fare un paragone, il colpo standard API (Armour Piercing Incendiary) in 7,62x51 mm è in grado di perforare 14 mm di acciaio omogeneo a una distanza di 100 metri, e 10 mm a 300 metri. Un proiettile API in .50 BMG, invece, è in grado di perforare 25 mm di acciaio a 300 metri e 13 mm a 1.200 metri.
Quindi, con munizionamento adeguato, si possono ingaggiare bersagli come elicotteri e aerei a terra (tiro contro la turbina), sistemi di comando e controllo (antenne radar, sistemi di comunicazione), ma anche veicoli blindati (tiro contro i sistemi optronici).
Nel corso della Guerra del Golfo del 1991, un team Recon dell’U.S. Marine Corps distrusse con un Barrett M-82A1 tre IFV BMP-1 irakeni alla distanza di oltre 1.600 metri, colpendoli nel vano motore.
Come nel caso delle armi di calibro inferiore, esistono due categorie di fucili da heavy sniping: i modelli a colpo singolo e/o a ripetizione manuale ordinaria (bolt action) e quelli semiautomatici.
In Italia il primo reparto ad utilizzare tali armi (il Barrett M-82A1) furono gli incursori del 9° rgt d’assalto Col Moschin, in Somalia nel 1993. Successivamente si diffusero presso le altre forze speciali del Co.F.S. (Comando delle Forze Speciali), con modelli quali il McMillan M-87R, il Barrett M-90 (in configurazione bull pup e a ripetizione manuale), il francese PGM Hécate II e il britannico Accuracy International AS50.
Nel 2002, in Afghanistan, un soldato canadese del 3° battaglione del Princess Patricia’s Canadian Light Infantry, uccise un talebano colpendolo con un McMillan (denominato C-15 long range sniper weapon nelle Forze Armate Canadesi) da 12,7x99 mm a una distanza di 2430 metri. Con la stessa arma, nel 2017, un tiratore scelto del Canadian Special Operation Command è riuscito a colpire un miliziano dello stato islamico alla distanza di 3.540 metri (probabilmente si è avvalso dell’aiuto di un mini drone).
Nonostante le distanze record a cui vengono abbattuti i bersagli, gli heavy sniping vengono principalmente utilizzati come armi anti-materiale.
Foto: Canadian Armed Forces