HIMARS: Ottimo sistema… ma non basterà.

(di Tiziano Ciocchetti)
14/07/22

In questi ultimi giorni stanno trapelando con insistenza le “eccezionali” prestazioni del sistema campale M-142 HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System), in grado, secondo alcuni, di cambiare gli equilibri sul terreno.

Come già descritto in articoli precedenti, l’HIMARS, è frutto di un programma della Lockheed Martin, lanciato nel 1996. Il progetto prevedeva di creare un lanciarazzi multiplo d’artiglieria ruotato ad alta proiettabilità, che fosse allo stesso tempo dotato di veloci tempi di ricarica e messa in batteria, inoltre doveva poter essere trasportato dai C-130 Hercules.

Attualmente il munizionamento impiegato dovrebbe essere i razzi a guida GPS GMLRS (Guided Multiple Launch Rocket System), con gittata massima di 70 km. Si è ventilata l’ipotesi di inviare anche i missili ATACMS BLOCK IA, con gittata massima di 300 km.

Per quanto possa essere un sistema versatile, i numeri in campo nonché la situazione tattica sul terreno (Donbass) difficilmente consentiranno un rovesciamento della situazione. Di fronte gli ucraini hanno la migliore artiglieria al mondo, monotubo e pluritubo.

Mentre l’Occidente, in questi ultimi vent’anni, pensava alle guerre asimmetriche, la Russia continuava ad investire nei sistemi d’artiglieria, soprattutto semovente. Gli HIMARS si devono confrontare con centinaia di batterie di Uragan da 220 mm, di Smerch da 300 mm, e Tornado da 300 mm.

A differenza dei primi due mesi di scontri, i russi hanno cominciato a impiegare in modo massiccio l’artiglieria trainata e semovente (sono stati schierati anche i nuovi 2S35 con pezzo da 152/52 mm), soprattutto nel tiro di controbatteria, grazie anche all’utilizzo di radar per l’individuazione delle sorgenti di fuoco e dei droni.

Foto: U.S. Marine Corps