I cinesi continuano ad invadere i cieli di Taipei

(di Stefano Peverati)
04/02/21

Sette aerei militari della People’s Liberation Army Air Force e un aereo da ricognizione statunitense sono entrati domenica nello spazio aereo di Taiwan, ha affermato il ministero della Difesa dell'isola, mentre le tensioni continuano a salire attraverso lo stretto. Si è trattato di cinque aerei PLA - un aereo da ricognizione Y-8 (foto seguente), due caccia J-10 e due bombardieri J-11 (foto apertura) - sono stati localizzati vicino alle isole Pratas nel Mar Cinese Meridionale seguiti poche ore dopo da una coppia di J-11 sempre nella stessa area contesa.

Il Ministero della Difesa di Taipei ha anche affermato che un aereo da ricognizione statunitense stava operando nella stessa porzione di spazio aereo in contemporanea con i cinque velivoli della PLAAF, senza però fornire ulteriori dettagli. Si tratta della prima volta che il ministero ha menzionato la presenza di aerei militari statunitensi da metà settembre, quando ha iniziato a fornire rapporti quasi giornalieri sulle attività militari cinesi nella sua zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ).

Le ADIZ sono aree monitorate da sistemi di allerta precoce in cui gli aerei che vi entrano sono tenuti a rispettare determinate procedure ed in caso di inosservanza scatta l’intervento della difesa aerea. Si suppone che qualsiasi aeromobile che entri in tale area riferisca la rotta e lo scopo alla nazione "ospitante", sebbene le zone siano classificate come spazio aereo internazionale e i piloti non siano legalmente obbligati a effettuare tale notifica.

I militari di Taiwan domenica hanno detto di aver inviato segnali radio agli aerei della PLAAF e che i sistemi missilistici di difesa aerea sono stati schierati per monitorare le loro attività. Ricordiamo che la difesa aerea di Taiwan è costituita dai velivoli: dai locali F-CK-1C, Mirage 2000-5Ei ed F 16 (66 F -16C/D Block 70 in ordine e aggiornamento della flotta F-16AM allo standard F 16V), mentre per quanto concerne la difesa missilistica sono presenti in organico sistemi MIM-104F (PAC-3), il locale Sky Bow III ed i MIM 23 in via di dismissione.

L'ultima incursione è arrivata quando Pechino ha aumentato la pressione sull'autogoverno di Taiwan, inviando sempre più aerei da combattimento attraverso la linea mediana che divide lo Stretto di Taiwan.

La scorsa settimana, il Comando indo-pacifico degli Stati Uniti ha dichiarato che un Carrier Group guidato dalla USS Theodore Roosevelt (foto) è entrato nel Mar Cinese Meridionale per effettuare "operazioni di sicurezza marittima", una mossa vista come “a show of muscle" da Pechino, che ha risposto con un'esercitazione militare di quattro giorni.

Pechino vede Taiwan come una parte del suo territorio da portare sotto il controllo della Cina continentale, con la forza se necessario. Il portavoce del ministero della Difesa cinese Wu Qian giovedì scorso ha affermato che le attività del PLAAF nello Stretto di Taiwan sono state "una risposta severa alle interferenze delle forze esterne e alle provocazioni delle forze indipendentiste di Taiwan”.

La nuova amministrazione statunitense ha esortato Pechino a porre fine alle sue pressioni militari e diplomatiche su Taiwan dopo che le forze militari di Taipei hanno segnalato una delle più grandi incursioni della PLAAF all'interno del proprio spazio aereo - coinvolgendo sei J-10, quattro J-16, due Su 30MKK, due aerei antisommergibili Y-8GX6 e un aereo da ricognizione Y-8GX3 — lo scorso 23 gennaio.

Sotto l'ex presidente Donald Trump, Washington ha elevato le relazioni con Taiwan, approvando miliardi di dollari di vendite di armi - comprendenti oltre agli F-16, sistemi di artiglieria HIMARS, missili antinave AGM-84H (SLAM-ER) e pod MS-110 - e inviando funzionari di alto livello sull'isola, cosa che secondo gli osservatori potrebbe complicare la politica cinese del nuovo governo degli Stati Uniti.

In un evento virtuale ospitato dal Council on Foreign Relations la scorsa settimana, funzionari e militari statunitensi tra cui l'ex capo della politica del Pentagono Michele Flournoy e David Petraeus, ex capo del comando centrale degli Stati Uniti, hanno avvertito che Taiwan potrebbe diventare un punto critico tra le due maggiori economie del mondo.

Foto: Taiwan MoD / U.S. Navy